Track 7: Lo Spettacolo Deve Continuare*

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Percorro il corridoio verso l'ufficio di Colin con crescente ansia, abbassando lo sguardo nell'incrociare qualche collega del piano. Faccio il possibile per trattenermi dal correre come una pazza, tuttavia non sono mai stata molto brava a fingere.  

Ci dev'essere una soluzione, continuo a ripetere tra me, ma quale? Ho il cervello fuori uso e un peso nel petto che mi impedisce di respirare. Questo è ciò che succede quando qualcuno rovina i tuoi sogni. Per una volta, busso alla porta del suo ufficio, senza ricevere alcuna risposta. Come al solito avrà le cuffie alle orecchie, quindi non aspetto oltre.

È preso a digitare qualcosa sulla tastiera, i capelli davanti al viso. Deve notare qualcosa perché alza la testa all'improvviso premiandomi con uno dei suoi inattesi sorrisi. 

Come nota la mia espressione si incupisce "Che succede?" chiede togliendosi le cuffie. La musica esplode nella stanza. 

"Gabriel mi ha dato una pratica urgente da sbrigare. Si rifiuta di concedermi le ferie per il tour" le sue narici fremono dall'irritazione, poi fa cenno di avvicinarmi. Mi sistemo al mio solito posto, sul bordo della scrivania ma lui decide che starei meglio sulle sue ginocchia, così mi tira a sé.

Mi aggrappo alle sue spalle, sento i suoi muscoli contrarsi sotto le mie dita e per un momento, dimentico il motivo per cui sono qui.

"Non so cosa fare. Non posso licenziarmi, ma voglio assolutamente venire in tournée con voi" come una sorta di rituale che compie ogni volta che è turbato, Colin si passa una mano fra i capelli.

"È un problema di ferie, se ho capito bene" annuisco, mordicchiandomi le labbra "Gabriel ritiene che avrei dovuto chiederle prima, e che non possa partire dall'oggi al domani" spiego. 

Il silenzio sembra dilatarsi, rotto soltanto dalla musica martellante delle cuffie e dal tamburellare delle dita di Colin sul bracciolo della sedia. Riflette, mordicchiandosi quella bocca deliziosa che vorrei tanto sentire contro la mia. Alzo gli occhi al soffitto, pensando che non l'ho ancora baciato oggi. È un crimine! Ci dovrebbe essere una legge contro...

"A cosa stai pensando?" chiede, inclinando la testa di lato. Sogghigna nel vedermi prendere fuoco mentre mi schiarisco la gola "Alle tue labbra invitati" il sorriso diventa una risata, poi si sistema sulla sedia per infilare una mano tra le mie cosce "Un problema alla volta..." la sua voce roca è talmente suadente che, nelle giuste circostanze, potrebbe essere considerata un preliminare a sé stante. Non posso fare altro che accendermi al suo richiamo, ma concordo.

"Sai qual è il mio lavoro, gattina?" scuoto la testa "Mi occupo della manutenzione della rete internet dell'azienda. Nel farlo, ho imparato qualche trucco" stringo gli occhi, non capendo davvero dove voglia andare a parare. Si accorge che non ho colto l'allusione, perciò fa un sospiro e continua "Posso fare in modo che il computer convalidi le tue ferie senza che nessuno se ne accorga. Tutti crederanno che tu le abbia prese settimane fa. Neanche Gabriel lo noterà"

"Non posso farlo... non sarebbe onesto!" alza le spalle, divertito dal mio sgomento.

"E allora? Non credo andrai a denunciarmi, ma se hai un'altra idea, sono tutto orecchi, gattina. Non è solo per te, è per noi. Per il gruppo. Vuoi venire in tournée o no?"

"Certo che voglio!"

"Allora una piccola modifica e... ecco! Sarai in partenza per Atlantic City!" penso che i miei occhi stiano brillando, improvvisamente amo i computer!

"È dove terremo il nostro primo concerto?" annuisce "Si, ho ricevuto una chiamata dal produttore. Stavo per mandarti una mail per fartelo sapere" una deliziosa scarica elettrica mi attraversa tutto il corpo. Ho così tanta voglia di partecipare a questo tour! È una tortura dover decidere tra un lavoro stabile e una passione artistica.

Is It Love? ColinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora