Strofa.3.2: Breathe*

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In ufficio trovo Matt seduto alla mia scrivania, che gioca con la spillatrice. Sulle sue labbra si fa strada un sorrisino compiaciuto e quella luce nei suoi occhietti maliziosi non promette niente di buono.

"Sembri felice!" ci siamo.

"Felice di cosa?" so perfettamente dove vuole andare a parare, non gli darò in pasto la mia agitazione.

"Andiamo, Stella. Non ci credo neanche un po'. Passerai tutte le sere a provare a casa di Colin" si allunga verso di me ammiccando "sai cosa succede quando due adulti consenzienti si trovano nella stessa stanza?"

Alzo gli occhi al cielo rassegnata, ah Matt... mio dolce donnaiolo sensibile!

"Sai benissimo che Colin e io non abbiamo quel tipo di relazione. Ci eserciteremo insieme sulle canzoni" Matt si appoggia allo schienale della mia sedia con un sorriso di scherno "In ogni caso, l'hai colpito sicuramente. Non l'ho mai visto così arrabbiato, e l'ho visto arrabbiato in tante altre occasioni. Credevo ti avrebbe mangiata viva" alzo un sopracciglio al pensiero.

Colin sembrava volermi davvero mangiare viva, ma solo per liberarsi di me il più in fretta possibile! Forse è un cannibale.

"Quando l'hai sfidato a 'metterti alla prova' ho creduto di vedere del fumo uscirgli dalle orecchie. Cavolo, anche io ero esaltato!"

"Ma a te esalta ogni cosa!" lui ride continuando a giocare con la spillatrice finché non si pizzica le dita e mi tocca strappargliela dalle mani "Sei proprio un bambino!" con chiara indifferenza, Matt ignora il mio commento, e ritorna al suo argomento preferito della giornata: me!

"Ben fatto comunque! Non ti sei lasciata intimorire. Se gli mostri qualche debolezza, ti mangerà viva!"

Mi appoggio al bordo della scrivania, visto che Matt sembra non volersi schiodare dalla mia sedia "Sto ricevendo un trattamento speciale, o fa così con tutti?" la domanda fa svanire l'abituale allegria del mio collega. Si gratta un sopracciglio con il pollice "Diciamo che è complicato... Colin è... Colin! Non ha mai imparato a fidarsi. Nessuno gli è stato mai vicino, è arrivato dov'è da solo. Ha passato dei periodi difficili che lo hanno segnato. Quindi non sei tu, sospetta di chiunque"

Un po' mi spiace. Era come se avessi una qualche importanza ai suoi occhi... anche se in uno strano modo.

"Tante persone hanno avuto una vita difficile. Non sono tutte maleducate come lui" Matt annuisce e si raddrizza, appoggiando i gomiti sulla scrivania "Lo so, ma Colin ha un lato selvaggio" dice agitando le sopracciglia "devi domarlo, se capisci che intendo..." non raccolgo la provocazione e lo rimando a lavorare. Lui stranamente obbedisce, ma non senza lanciarmi un'occhiata sorniona.

Quando finalmente mi metto a lavorare sul mio foglio Excel, mi arriva la notifica di una nuova mail e il cuore mi salta in gola. La apro con un po' troppo entusiasmo per i miei gusti. Mi tremano addirittura le mani e tutto per un semplice messaggio.

Sembra quasi Natale in anticipo. Colin... regalo incartato... oh oh! Svegliati, Stella!

'Stasera, 8pm. Sii puntuale'. Ok! Conciso, dritto al punto... gentile!

Che rispondo a fare?

*****

Uscita dall'ufficio ho giusto il tempo di arrivare a casa, farmi una doccia e prendere la tastiera.

Seguendo le indicazioni di Colin, arrivo nel quartiere di Chelsea. Mi piace questa zona di Manhattan, dove antico e moderno si fondono per dare vita ad un'atmosfera unica.

È ben diverso dalla piccola cittadina di provincia, dove tutti si conoscono. Qui, la vita non si ferma mai e i marciapiedi sono sempre affollati.

Is It Love? ColinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora