In vino veritas

Capitolo 20

Io: "dimmi". Ero nervosa come lo ero stata poche volte prima di allora.

Emi: " chi era prima al telefono?"

Non volevo dire ad Emiliano di Matteo. Si sarebbe spaventato e non volevo farlo preoccupare per me

"Nessuno di importante" dissi

"Adesso Marta me lo dici". Il suo tono di voce si fece minaccioso e a me questo non stava bene

"Stai calmo, se non era importante non vedo perché devo dirti i fatti miei"

"Perché di si!"

"Io non sono la tua fidanzata sottomessa, non voglio parlare di questo argomento e se non ti dispiace vorrei tornare a casa" dissi decisa

"Prima me lo dici"

Ma non capiva che stavo tentando di proteggerlo? Eravamo entrambi testardi, chissà chi avrebbe vinto quella volta.

"No non lo dico, é assurdo tutte ste storie per una telefonata"

"Cazzo Marta parla"

"No" dissi decisa. Presi la mia borsa e uscii di corsa dalla camera.

Mi diressi verso l'uscita dell'hotel. Chiesi della stazione e vi andai, presi il primo treno per Milano. E ora cosa facevo? Tra me ed Emiliano era finita, proprio sul più bello? Adesso che iniziavamo a conoscerci davvero, a vivere l'uno per l'altra. Non ci volevo credere. Guardavo fuori dal finestrino, il caldo eccessivo rendeva triste il paesaggio e iniziai a piangere, senza alcun motivo. O forse con troppi motivi.

***Emiliano***

Non ci potevo credere, non ci volevo credere. Chi sarà mai stato in quella telefonata? Perché non voleva dirmelo? Cosa le avevo fatto? Cazzo, le domande mi assillavano la mente. Rimasi impietrito davanti alla porta da cui l'avevo vista uscire. Era troppo per me. Non ero fatto per le storie, questa ne era la conferma. Meglio se tornavo alla vita di prima. La amavo, ma non potevo dimostrarglielo e poi chissà dov'era! Tornai a Milano e decisi di fare finta di niente, anche se era difficile. Il pomeriggio andai alla Blocco per registrare, ma cantai di merda. Era colpa sua, ma prima di tutto colpa mia. Chiamai due miei amici per la serata. Disco, sesso, fumo e soprattutto alcol. In quelle condizioni mi ci voleva