Capitolo 35

1.3K 76 0
                                    

"Marta cosa ti metti?" chiese Francesca, che era venuta da me per prepararci per la serata.

"Non lo so. Ecco questi sono i momenti in cui capisco di non avere un cazzo di vestiti" dissi, guardando il mio armadio che straripava.

"Avessi io quello che hai tu" disse Francesca sconcertata.

Optai per un vestito rosso fuoco corto, con lo scollo a cuore, molto aderente.

"Che ne dici di questo?" chiesi, mostrandolo alla mia amica..

"Perfetto! Scarpe?"

"Fosse per me le Converse. Non ho voglia di mal di piedi" dissi "Ma mi sa che mi tocca mettere ste decoltè nere". Quasi mi rifiutai pensando al male che facevano quelle scarpe. Ma ad un privè il tacco è d'obbligo no?! Se no sarei sembrata una cameriera.

"Fra adesso tocca a te! Stupiscimi"

Così mi mostrò il vestito che avrebbe indossato. Era nero, tempestato di perline.

"Vuoi fare conquiste?" chiesi scherzando.

"Ma se ho ancora per la testa quel coglione di Andrea!" disse, facendo una smorfia.

"Non pensarci più, pensa al presente e al futuro"

"Giaaa" disse quasi gridando; "conoscerò Guè". Si trattene dal saltare di gioia, ma le fu davvero difficile.

"Zia Guè ha 33 anni, tu 19" le feci presente "non farti strane idee"

"Lasciami almeno sognare" disse fissando il vuoto.

"Dai adesso sistemiamoci che tra due ore Emis ci passa a prendere".

"Io sempre la terza in comodo" disse Francesca

"Ma va scema".

Così ci vestimmo. Infilai il vestito che avevo scelto, quasi non riuscivo più a respirare. Mi truccai e in meno tempo del solito fummo pronte.

"Dio solo sa come farò tutta la sera con queste cazzo di scarpe" dissi preoccupata

"Aspetta e vedrai" mi derise Francesca, che indossava le zeppe. Perché non ci avevo pensato?

Alle 10 in punto Emiliano suonò al citofono.

"Marta? Francesca? Siete pronte?" chiese Emi dal piano di sotto.

"Si un secondo e scendiamo" risposi gridando.

"Fra cosa manca?" le chiesi

"Mmh.. Il rossetto" rispose

"Giusto. Tu mi salvi sempre"

"Lo so Marta"

"Ok, pronta?"

"Si"

Francesca era un po' nervosa, come sempre quando non conosceva la gente che doveva incontrare.

"Qualunque cosa succeda stasera, non morire" dissi ridendo. Sapendo quanto reggeva l'alcol era meglio ricordaglielo.

"Tranquilla Marta non bevo"

"Vedremo" dissi afferrando la mia borsa, se così si poteva definire. Era una pochette talmente piccola che facevo prima a lasciarla a casa. Scesi le scale e vidi Emiliano che mi fissava.

"Buonasera amore" dissi raggiungendolo.

Lui come sempre era stupendo. Il suo stile era davvero invidiabilie. Indossava dei jeans neri, rigorosamente a cavallo basso e una maglietta a stampe, che si confondeva con i tatuaggi. In mano aveva una giacca e la scelta delle scarpe era da lui: le sue immancabili Diadora rosse.

"Hai scelto il vestito per le mie scarpe?" chiese Emi sorridendo

"Certo, apposta per te"

"Andiamo bellessa" disse "Francesca" e fece un cenno a mo' di saluto.

Salimmo tutti e tre sulla limousine. Era veramente spaziosa.

"Champagne?" chiese Emis

"Volentieri" dissi io

"Meglio di no và" rispose Francesca.

"Amica astemia?" mi chiese Emis

"Non regge" risposi io

"Ma dai su, cosa vuoi che sia un bicchiere?"

Così, invogliata da Emi, anche Francesca prese lo champagne.

"A questa serata" disse Emi.

In vino veritasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora