Capitolo 30

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Salimmo in macchina e mi portò non so dove.

"Emi dove stiamo andando?" chiesi ansiosa

"In un posto che per me è stato fondamentale. Li ho un casino di ricordi"

"Tipo?"

"Aspetta e vedrai"

A me non piaceva aspettare. Ero una persona molto impaziente, ma dovetti resistere.

"Possiamo almeno mettere un po' di musica?" chiesi io

"Certo amore" mi rispose. "Cosa preferisci?"

"Come vuoi"

Emis accese radio deejay. Stavano trasmettendo "non cambierò mai" di Baby K. La adoravo! Quando guardai fuori dal finestrino mi accorsi che stavamo andando in una sorta di campagna, ma era vicina a Milano poiché era da poco che stavamo viaggiando.

"Siamo arrivati Marta" mi disse Emi ed accostò l'auto. Scesi ed attorno a me vidi praterie vedi, cosa molto rara a Milano. C'era un laghetto e vicino un albero con in cima una casetta di legno. Sembrava un paradiso confronto all'inferno della città. Guardai Emi che sembrava triste.

"Amore cosa c'è che non va?"

"Niente solo che..." fece un respiro profondo e riprese a parlare "..qui venivo da bambino con mio padre. È da quando è morto che non ci vengo. Quella casa l'abbiamo costruita io e lui." Sbuffò e fece qualche passo in avanti, verso l'albero. "Quando ero piccolo mi insegnò qui ad andare in bici. Pescavamo e correvamo. Poi quando sono cresciuto qua ci facevamo un tiro e chiacchieravamo. Poi mi ha insegnato a pescare ma non ci sono molto portato." Una lacrima gli rigò il volto. Doveva mancargli molto suo padre. Pensai a me e il mio di papà. Era una persona che la maggior parte delle volte in cui ci parlavo mi faceva "salire il crimine". Ma pensai al fatto di rimanere senza mia madre che per me era un'amica, la più importante. Rabbrividii solo al pensiero di farne a meno. Non osai immaginare quanto terribile fosse per Emis stare senza suo padre. Non l'avevo mai visto così fragile, così umano. Faceva sempre il duro, il bad boy. Probabilmente ero una delle poche persone che aveva visto quel suo lato.

"Mio padre sarebbe stato felice di vedermi insieme a te. Era uno che con le donne ci sapeva fare, ma si conteneva. Amava mia madre. Vorrei essere come è stato lui. Io prima di te andavo in giro e me ne facevo quante volevo. Mi dispiace" disse.

"Amore a me dispiace. Dispiace di non aver conosciuto tuo padre e mi spezza il cuore vederti così"

"Vieni qui".

Mi attirò a sé, mi baciò e mi abbracciò. Affondai la mia testa nella sua spalla. Mi sentivo come a casa.

Emi: "direi che possiamo tornare che dopo devo conoscere chissà chi"

Io: "giusto amore".

Salimmo in macchina e tornammo a casa mia.

"Grazie" dissi

"Di cosa?" chiese Emi

"Di avermi detto quelle cose. Tu ti fidi di me" dissi. Era un'affermazione e non una domanda. Lui si fidava di me e mi amava

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