Capitolo 28

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"Marta svegliati"

"Ancora 5 minuti mamma"

Chissà che ore erano. Mia madre già rompeva.

"Sbrigati sono le 9 e tra poco dobbiamo uscire"

Feci un respiro profondo e aprii gli occhi. Perché dovevamo uscire la mattina "presto"?

"Mamma dove dobbiamo andare?" chiesi con il tono di voce di uno zombie.

"Dobbiamo andare dal medico su sbrigati o mi arrabbio"

Dal medico? E a fare cosa? Scoppiavo di salute. Però per non far incavolare mia mamma, mi vestii molto velocemente e scesi al piano di sotto. Presi un paio di occhiali per nascondere le occhiaie. Quella notte avevo dormito si e no 3 ore e mezza.

"Mi spieghi perché devo andarci? Sto benissimo"

"Routine" disse con aria soddisfatta. Cosa diamine aveva in mente?

Salimmo in macchina e io mi addormentai. Quando mi svegliai eravamo ferme davanti a un cancello che sicuramente non portava a uno studio medico.

"Mamma dove siamo?" chiesi preoccupata

"Zitta e scendi tesoro". Quel comportamento iniziava a farmi innervosire. Già mi ero svegliata troppo presto e avevo dormito poco; poi ci si metteva anche mia mamma a fare la misteriosa. Io odio le sorprese. Quando scesi dalla macchina notai qualcosa di familiare in quel posto. Era un maneggio.

Ero sempre andata a cavallo fino ad un anno prima, quando avevo smesso perché era troppo impegnativo. Mi mancava sentire l'aria tra i cappelli, l'ebrezza della velocità, seguire i movimenti del cavallo e tutto il resto.

"Mamma perché siamo in un maneggio?"

Mia mamma tacque e arrivammo a un box nel quale c'era un cavallo nero.

"Lei è una cavalla di quattro anni" disse il proprietario del posto

"Che bella" risposi, senza capire la ragione per la quale fossi li.

"È tua" disse mia madre

"Cosa?" dissi senza fiato. Se fosse stato uno scherzo non era divertente. Riguardo a certe cose non si scherza.

"Perché?" chiesi semplicemente.

"È il tuo regalo di compleanno. Tra un mese neanche compirai 18 anni. Sono parecchi anni che io e tuo padre risparmiamo. Avevamo pensato a qualcosa di più adatto ad una ragazza come un gioiello, ma per te questo è più adatto"

A quelle parole a stento rimasi in piedi. Il mio regalo..! Una cavalla, quello che da sempre desideravo. Abbracciai mia mamma

"Grazie, è il più bel regalo del mondo" dissi senza fiato. "Come si chiama?" chiesi.

"Non ne ha uno, devi darglielo tu"

"Ci devo pensare" risposi.

"Adesso vuoi stare un po' con lei e conoscerla?" chiese l'uomo.

"Certo" risposi io.

Così presi una striglia, entrai nel box di ... e la spazzolai un po'. Nel frattempo dovevo riflettere sul nome. Ne avevo pensati tanti da bambina, quando volevo un cavallo, ma ora non me ne veniva in mente nessuno. Volevo darle un nome che fosse significativo.

-Favolosa, il nome della cavalla che montavo in vacanza e che amavo. Però mi sembrò inadeguato

-Shamira? Il nome della prima cavalla su cui ero salita.

Erano nomi importanti, ma copiati. Per la mia cavalla, che scoprii essere purosangue inglese, ne volevo uno unico. La prima persona che mi veniva in mente era Emiliano. E se avessi chiamato la giumenta Killa? Si, ci stava! Killa..

"Ehi piccola tu ti chiami Killa" le sussurrai. Non era una cosa normale parlare ai cavalli, ma l'avevo sempre fatto. Dopo poco tornò mia mamma

"Marta hai scelto come chiamarla?" chiese

"Si, Killa"

"Per caso è ispirato ad Emiliano?" chiese divertita

"Si mamma. È un nome unico e di una persona che per me è fondamentale"

"E la tua mamma?"

"Mamma tu sei sempre la mamma" dissi abbracciandola.

Passai qualche ora con Killa e poi inviai un messaggio ad Emis, che probabilmente dormiva ancora

"Da oggi Killa non sei solo tu, buongiorno amore❤️"

In vino veritasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora