***Francesca***
Me ne stavo a casa di Guè, abbracciati e tra parole dolci cademmo sul discorso Emiliano-Marta.
"Che ne dici di quei due?" chiesi a Guè.
"Lui coglione e lei tonta"
"Marta non è stupida, però è innamorata"
"Lui le avrà fatto le corna. Lo ha sempre fatto a tutte. È una testa di cazzo, pensavo che con lei fosse diverso ma no"
"Bah" dissi sconcertata. Io volevo bene a Marta e non potevo vederla stare male. Me la immaginai tutta sola nel suo letto a piangere. "Mi dispiace per lei"
"Anche a me, è una ragazza brava"
"Pensa che ha chiamato la sua cavalla Killa" dissi, sperando in un 'si risolverà tutto'
"Davvero? Emis, quella testa di Minchia mi sentirà"
"U.u Guè incazzato" dissi ridendo
"Non farci caso" mi disse e ritornammo al nostro 'discorso'.. "Dove eravamo rimasti?" chiesi, baciandolo
"Francesca non ti immaginavo così" mi disse lui. Non feci caso a quelle parole; continuai a stare con lui.
***Marta***
"Oddio che ore sono?" dissi disperata, svegliandomi all'improvviso.
"Sono le 11" disse Fede, già in piedi da un bel pezzo.
"Devo essere a casa per l'ora di pranzo se no mia mamma si incazza"
"Serve un passaggio?"
"No tranquillo" dissi, temendo di restare sola con lui in uno spazio piccolo.
Mi infilai il vestito della sera prima e tornai a casa. Mi sentivo abbastanza tanto fuori luogo, ma non mi importava. Il tragitto fu utile per pensare. Chi ero io senza Emiliano? Una ragazza normale in cerca d'amore, conscia di aver lasciato andare il treno senza averlo preso. Nel mio caso ero stata scaraventata fuori dal vagone su cui viaggiavo. Dio quanto mi mancava! Il suo profumo, il suo sapore e la sua pelle ricoperta di tatuaggi. Li conoscevo uno ad uno, come nessun altro. Arrivai a casa e c'era mia madre che mi aspettava.
"Finalmente arrivi allegra viandante" disse mia mamma
"Non è il momento" ribattei furiosa, fiondandomi in camera mia.
"Non fare così davanti agli ospiti" disse mio padre. Neanche mi ero accorta che ci fossero i vicini a pranzo. Ma in fondo, chi cazzo se ne frega? A me bastava stare in pace, nemmeno avevo fame. La cosa peggiore fu quando mio padre mi costrinse a mangiare con loro e gli ospiti. Spero che colse il 'ti odio' che gli grugnii. Mio fratello colse al volo la situazione e dopo aver mangiato venne da me a tirarmi su il morale.
"Che hai?" mi chiese
"Ho litigato con Emiliano" dissi, fingendo di fregarmene. Ma lo so, recitavo molto male.
"Perché?" chiese, quasi esitando
"Era in bagno con una troia"
Non rispose e non disse nulla. Giorgio mi abbracciò solamente. Ero stanca di abbracci di qua e di là. Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare.
"Hai mai avuto una scopamica?" chiesi a Giorgio, che divenne paonazzo.
"Perché mi chiedi questo? Non..". Io e mio fratello avevamo un bellissimo rapporto, ma di queste cose non parlavamo molto.
"Si perché?" Rispose lui
"Curiosità"
"Ed è stata una delle cose più sensata che ho fatto, perché comunque l'amicizia è sempre continuata" andò avanti. "Ma basta poco per innamorarsi, devi avere il totale controllo di te"
"Ok grazie" gli dissi, stringendolo forte a me. A qualcosa i fratelli servono. Quella settimana passò veloce. Quando ero a casa stavo in camera mia a pensare e demoralizzarmi. Francesca mi raccontava della sua storia con Guè. Ero felice per lei, ma mi demoralizzavo. Andavo a cavallo, anche se Killa me lo ricordava troppo. Lui non si era fatto vivo. A volte avevo visto Fede e J-Ax, che mi tiravano sempre su di morale. Ax stava diventando come un padre per me. Il mio papà adottivo, un papà alternativo: mi consolava, ma era mio complice. Con Fede invece portavamo avanti la nostra "storia", se così si poteva chiamare. Non mi piaceva molto quella situazione, ma mi rilassava sapere che c'era qualcuno a cui importava di me. Non mi piaceva "tradire" Emiliano con un suo amico, ma tanto non stavamo più insieme e anche lui l'avrebbe fatto.
***Emiliano***
Quella settimana non stetti a casa nemmeno un secondo. Di giorno lavoravo alla Blocco, mentre la sera andavo in giro in qualche locale. Bevevo, fumavo, scopavo. La vita dei vecchi tempi, quella che avevo amato e odiato. Una sera, prima di andare a fare casino, ero andato dal cavallo di Marta. Me la ricordava, ricordava la nostra storia e noi. Ce l'avrei fatta a dimenticarla un giorno? Odiavo i fraintendimenti e per colpa di quelli la nostra storia era finita. Ero incazzato all'idea di averle fatto male. Il giorno dopo al litigio avevo parlato con il direttore della blocco e mi aveva detto che non sapeva chi fosse la stripper. Qualunque cosa avesse voluto fare poteva farla, io dovevo riconquistare Marta.
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In vino veritas
FanfictionMarta, ragazza 17enne, si concede una vacanza in compagnia del fratello e dei suoi amici, ma ancora non sa ciò che la aspetta.. "Ci guardammo negli occhi, proprio quelli che poco prima temevo di incontrare. I suoi erano lucidi per il vino i miei per...