Capitolo 25

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Il mattino dopo mi svegliai un po' intontita. Fuori pioveva come gran parte di quell'estate.Ricevetti una chiamata da Francesca.

"Pronto"

"Ehi hai risolto tutto?"

"Si tranquilla"

"Ci vediamo oggi che ti devo parlare?" chiese con tono speranzoso

"Si, ma devo preoccuparmi?"

"No no tranquilla"

"Aaaah va bene.. Alle 14 da al bar sotto casa tua?"

"Ok"

"A dopo bella"

"Ciaoo"

Quando anche Emi si svegliò facemmo colazione e poi mi riportò a casa. "Amore oggi lavoro e finirò tardi" mi disse dispiaciuto

"Tranquillo vai a registrare io devo uscire con un'amica che tra l'altro devo presentarti"

"Va bene. Ci vediamo domani" mi disse e mi diede un bacio veloce

Quando entrai in casa trovai i miei genitori ad aspettarmi.

"Ciao tesoro" dissero

Io andai ad abbracciare mia mamma e tralasciai mio padre, come accadeva spesso.

"Dove sei stata?" chiese mio papà

"Da Emiliano"

"Il permesso non si chiede più?" disse mio padre infastidito.

"Tra un mese avrò 18 anni, è la mia vita" ribattei seccata

"La prossima volta avvisaci per favore" disse gentilmente mia madre.

"Ok.. Vi siete divertiti al mare?"

"Si" risposero all'unisono

"Dopo pranzo esco con la Francy" dissi con un tono che non ammetteva obiezioni e andai in camera mia. Non sapendo cosa fare disegnai un po' e poi andai a trovare Alfredo. Era un po' che non lo vedevo

"Ciao.. Ci sei ancora vedo"

"Per miracolo" dissi ridendo nervosamente.

"Sai che sei su un giornale di gossip?!"

"No.. Perché dovrei esserci?"

"Guarda" disse porgendomi la rivista. Sull'articolo c'era la foto mia e di Emis in giro per Milano. I giornalisti avevano scritto della mia storia con lui e questo mi dava sui nervi. Cosa fregava a loro? Volevo dirlo ad Emiliano ma stava lavorando quindi rimandai.

Io e Alfredo facemmo una partita a Risiko e alle due vidi Francesca. Parlammo un po' e poi andammo in centro a fare un giro nella zona in cui abitavamo.

Penso che Francesca sia sempre stata un punto fermo nella mia vita. Ci conoscevamo bene da poco, ma eravamo sempre state amiche. Lei era una di quelle ragazze molto unite alla famiglia, alla sorella e ai genitori. A volte sfollava con i suoi "dobbiamo andare di qui, dobbiamo andare di li", ma ci stava. Era una ragazza seria, un fidanzato le bastava. Non aveva mai cercato avventure al contrario di me. Le piaceva combinare disastri in cucina, nei momenti difficili c'era. A volte diceva e faceva cavolate, era molto smemorata -era riuscita anche a dimenticare la borsa con il cioccolato che aveva comprato alla casa dei suoi parenti in Svizzera-. Era l'unica amica "vera" che avevo. A lei dicevo tutto, con lei combinavo danni e non casini, con lei mi sentivo a casa.

"Fra stasera vieni da me?"

"Si. Ma dimmi.. Emiliano?"

"È al lavoro. Domani vieni a cena da me che te lo presento?"

"Ma non voglio sentirmi la terza in comodo"

"Non lo sei zia"

"Ok va bene. Però voglio un dolce fatto da te.. Torta mimosa?"

"Agli ordini capo"

La sera la passai con Francesca. Ci rilassammo guardando un film. "Rilassate è una grossa parola" perché era un film horror. C'era un hotel infestato che stava per chiudere e i proprietari volevano scoprire il fantasma. Tra l'altro Francesca metteva ancora più ansia di quanta non ne desse il film di per sé.

Quando Francesca se ne era andata da un pezzo mi chiamò Emi.

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