Capitolo 1

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Appena attraverso la porta d'ingresso, tiro un sospiro di sollievo e la solita indifferenza mi pervade. 

<<Finalmente anche questa giornata è finita>> Sbuffo appena apro la porta e lancio la borsa sul tavolo.

 <<Anche io sono contenta, signorina Carrington>> Dice Claire con quel tono pacato che mi dà ai nervi. 

<<Basta per oggi, ora sono solo Vic>> Preciso io. Ed anche oggi sono arrivata al limite della sopportazione.

Odio essere chiamata in quel modo:  Mi dà quel senso di sofisticato e snob che non mi appartiene per niente. Infatti appena Claire si togli le vesti da assistente e indossa quelle da amica, ne sono sempre felice.

 <<Grazie, non ne potevo più>> Esulta lei mentre sistema l'agenda con i miei impegni sullo scaffale. <<Domani per fortuna non avrai troppi impegni. Magari troviamo il tempo per uscire>> dice mentre si toglie i tacchi a spillo e scioglie i capelli.

 <<Già, uscire. Non sarebbe male>> dico mentre mi siedo sul divano enorme del mio salotto e accendendo la TV.

Con tutte le interviste e sfilate dell'ultimo periodo, lo svago è finito all'ultimo posto nella lista dei miei impegni. Vedo Claire prendere il telefono e sedersi vicino a me mentre sorride fissando lo schermo. <<Chi è? Carter?>> Ridacchio.

<<No, David>> Dice e mi guarda.
Sta aspettando una mia reazione.

<<Non il David che penso io, vero?>> Faccio una smorfia.

 <<Sì, quello che pensi tu>> Ammette in modo serio, ma poi si mette a ridere. 

<<Ma perché ti scrivi con il nemico?>> Mi lamento. 

<<David non è il nemico. Non chiamarlo così>> lo difende.

 <<È uno degli assistente di Ryan Ward, quindi è logico che è il nemico. O la concorrenza, chiamala come vuoi>> Mormoro mentre inizio a cambiare canale. 

<<Okay, però Ryan ti viene anche dietro da una vita>> Dice puntandomi il dito contro.

Lo sapevo, me lo fa notare sempre. <<Si interessa a me solo perché vuole collaborare con la nostra casa di moda.  A nessun uomo interessa veramente una donna per quello che lei è>> sibilo. 

<<Non è sempre così Vic.>> Mi fa notare. Come no, il mio passato dimostra l'esatto contrario.

<<Allora diciamo che preferisco non crederci più>> dico e sento il campanello suonare. 

<<Chi è ora?>> Sbuffo. 

<<Le pizze. Vai tu>> Dice Claire incrociando le braccia.

Parla tutto il giorno con banchieri e fornitori che non conosce ma va in panico se deve ritirare le pizze dal pizzaiolo. Tutto nella norma, insomma.

Roteo gli occhi e mi alzo.  Sistemo la maglia lunga e apro la porta: Un ragazzo moro e altissimo è davanti a me. Mi scruta con quei occhi neri per un po'. Che diavolo fa?

<<Mi vuoi dare o no queste pizze?>> Sbotto.  Ho fame e tu mi fissi da cinque minuti come un ebete.

Lui alza un sopracciglio e sorride. <<Che caratterino, tieni>> Dice porgendomi i due cartoni.
Faccio un passo indietro e prendo il portafoglio sullo scaffale. 

Gli porgo la banconota e prendo le pizze. <<Tieni il resto>> Sibilo e sto per chiudere la porta. 

<<Adesso fai pure beneficienza?>> Lo sento parlare nuovamente e allora apro la porta e guardo la banconota da cinquanta che gli ho appena dato.

DopotuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora