Capitolo 25

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Se non si ricordasse più di me?
Se non fosse più come la ricordo?

È passato tanto tempo.

Inizio a fissare le lancette dell'orologio.
Pregando al tempo, di fermarsi.

🍍🍍

Claire non è venuta come al solito nell'attico per andare in ufficio insieme.
Le ho detto di non venire, voglio andare da sola.

Sono in condizioni pessime perché non ho chiuso occhio ma è il male minore. Mille paure mi ronzano in testa.

La più grande? Che non voglia vedermi.

Quando la vedo, cosa le dico?
Come mi presento?
Lei mi ha mai cercato?

Riflettendoci, no.

Sono un personaggio pubblico, non c'è bisogno di fare molte ricerche.
Al solo pensiero mi tremano le mani.
Non le interessa incontrarmi, forse.

<<Tesoro, non fare così. Sono certa che sarà felice di vederti>> Sento la voce di Rose e mi volto.

È sulla porta della mia stanza.
Sono sempre stata consapevole ed è sempre stato così, con lei non riesco ad avere segreti. <<Non ne sono tanto sicura>> Replico chiudendo i bottoni della camicetta.

Varca la soglia e si avvicina.
Mi mette una mano sulla spalla. <<Sei una ragazza molto buona anche se poche persone lo sanno. Hai fatto tutto il possibile per stare con lei, a prescindere da tutto>> Sospira con un sorriso sghembo.

<<Grazie>> Dico accennando un sorriso.

Rose mi ha trasmesso quel briciolo di forza che mi serve per mettermi le scarpe ed entrare in ascensore.

Ce la posso fare.

Entro in macchina e non dico nulla per tutto il tragitto, l'autista non è da meno. Sa già tutto quello che deve fare.

Siamo in commissariato in poco tempo. Troppo poco tempo, non sono pronta.

Appena entro dall'entrata principale, vedo Don appoggiato ad una porta col telefono in mano. Sentendo il rumore dei tacchi alza lo sguardo e fa un cenno.

Ricambio e mi avvicino. <<È già qui?>> Sibilo.

<<Sì, seconda porta a destra. Se vuoi puoi limitarti al vetro>> Mi rassicura.

<<Okay>> Annuisco.

<<Vuoi che venga con te?>> Chiede.

<<No.>> Scuoto la testa.

So che è qualcosa che devo fare io.
Sono qui e lo farò.
È quello che ho sempre voluto.

Potrebbe essere un nuovo inizio, insieme.

A piccoli passi seguo le indicazioni di Don e vedo un vetro davanti a me.

Il fatto che lei non potrà vedermi mi rassicura almeno un po'. Okay, è arrivato il momento.

Un ultimo respiro e poi mi avvicino al vetro.

E poi la delusione.

Mi metterei a piangere, ma non io non piango in pubblico.

Sto fissando una ragazza con i miei stessi lineamenti: gli stessi capelli ondulati. Non gli stessi occhi.

Una ragazza che potrebbe benissimo spacciarsi per me.

DopotuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora