Capitolo 7

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Tom

<<Il tavolo sette chiede tre Martini e un Mojito. Tom, preparali subito>> Mi urla il mio capo mentre io continuo a saltare da una parte all'altra del bancone.

Odio quando è presente alle serate del locale, mette ansia inutile a tutti i dipendenti. Come se in questo modo, svolgessimo gli ordini più velocemente.

<<Subito>> Replico cercando sempre di mantenere la calma. Questo lavoro ti serve, mi ripeto sempre.

Metto i Martini su un vassoio e mi volto per preparare anche il Mojito. E la menta? Inizio a cercarla e questo mi fa perdere tempo prezioso.

<<Un angelo azzurro>>

Come se non bastassero le ordinazioni dei trenta tavoli, mi volto cercando di abbozzare un sorriso, ma ci riesco con scarsi risultati.

Se non fosse per il piercing al naso e i capelli più corti, giurerei di avere davanti agli occhi Victoria Carrington.

<<Che diavolo hai da guardare?>> Sbotta lei alzando il sopracciglio.

No, vabbè. Questa proprio potrebbe farle da controfigura in un film.

<<Niente, te lo preparo subito>> Rispondo e mi volto per prepararlo, due minuti dopo mi volto per porgerglielo. <<A te>> 

<<Sei lento>> Sbotta e lascia un pezzo da cinquanta sul bancone. 

Sto avendo un dejavù, non c'è altra spiegazione. <<Non accetto mance>> Mormoro mentre le metto il resto sopra il palmo della mano. 

<<Peggio per te>> Sibila con il drink in mano e la vedo scomparire tra la folla. 

No, non era lei. Potrei scommetterci.

Ancora adesso mi chiedo se ho fatto bene a presentarmi al suo attico per parlare con lei. Siamo così diversi, che è solamente assurdo pensare di trovare un punto di incontro.

Abbasso lo sguardo e vedo le foglie di menta spuntare dal  contenitore. Ecco dov'eri.

Finisco di preparare il Mojito e afferro il vassoio per passarlo a Grace che lo porta al tavolo. Lavora qui solamente da due settimane e tutte le sere sbraita dicendo che è l'ultima, ma io la conosco bene e non se ne andrà prima di avere trovato qualcos'altro. 

Quando andavamo al liceo,ogni settimana faceva una scenata davanti ai suoi per riuscire ad ottenere il consenso ad abbandonare la scuola. Per questo le sue scenate non mi stupiscono più.

<<Tre Angelo azzurro al tavolo quattro>> Sibila Grace mentre appoggia il vassoio vuoto sul bancone. 

<<Ricevuto>>

<<Hai visto Austin?>> Mi chiede subito dopo aver lanciato un'occhiata ai tavoli.

<<Perchè stasera veniva? Non sapevo niente>> Chiedo e mi rendo conto che anche questa volta i miei amici si sono organizzati per venire qui senza avvisarmi.

<<Sì, l'aveva detto ieri che veniva, insieme a Cole. Non ti ricordi?>> Replica lei sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<<No, ieri non ero al pub.>> Rispondo e mi rendo conto di essermi appena incastrato da solo. 

<<E dov'eri? Ieri era il tuo giorno libero?>> Esclama tutta curiosa.

Ero da Victoria, ecco dov'ero. La verità però è che voglio tenere questa "cosa" per me.

<<Ero con una ragazza>> Borbotto mentre mi volto per prendere la bottiglia di vodka.

<<Oddio davvero? Chloè non mi ha detto nulla>> Inizia a strillare lei.

<<Infatti non ero con lei>> Ribatto  voltandomi per guardare la sua espressione stupita.

Chloè è la sua migliore amica e so bene che vorrebbe mi mettessi insieme a lei. Purtroppo lei non sa che io non mi metto con le mie amiche e che non mi piacciono le ragazze acide.

Okay, forse la seconda condizione è un po' una bugia. O forse no? Vic, non è acida. Solo fredda con chi non conosce, vero?

<<Non ci stava provando con Austin?>> Chiedo fingendo di non essermi accorto di nulla.

<<Cosa ho fatto?>> La voce di Austin interrompe la nostra conversazione ed io tiro un sospiro di sollievo.

<<Tu niente, Tom invece ci deve delle spiegazioni su una misteriosa ragazza che vede di nascosto.>> Sbotta Grace e mi punta il dito contro.

<<Dov'eri?>> Replico ignorando la domanda, concentrandomi solo su di lui.

<<Di quale ragazza parla?>> Compare un sorriso sghembo sul viso del mio amico dal ciuffo biondo.

Ho capito non ho scampo, dove sono le mille ordinazioni che tengono tutti impegnati quando servono?

Ah, ecco: un cliente. Faccio per raggiungere l'altra parte del bancone per prendere l'ordinazione ma sento comunque la voce di Grace che urla "Dopo ci racconti tutto, noi non ce ne andiamo"

E so bene che nasconderle qualcosa è praticamente impossibile.







Tutto sommato, il lavoro al locale non è male. Fra i tre lavori che per forza di cose devo fare è quello che preferisco. L'unica pecca è quando i clienti ti chiedono drink conosciuti solo in Botswana e quando sono talmente ubriachi che non pagano il conto. 

Da quando sono stato assunto qui, la vita della mia famiglia è migliorata. O meglio, è qualcosa in più rispetto a quella di prima. Con l'ultimo stipendio sono riuscito a comprare dei nuovi quaderni a Lily e delle scarpe nuove per mia madre. 

Piccole cose che  avrei fatto fatica a comprare con gli altri due miseri stipendi.

In momenti come questi, dove mi rendo conto della mia situazione economica, mi chiedo ancora di più perchè io sia tornato in quel maledetto attico.

Cos'ho io da offrire?

Cosa potremmo avere in comune?

Perchè dovrebbe essere diversa da tutte le altre come lei? 

Ma soprattutto, perchè dovrei insistere su una ragazza come lei quando ne conosco a centinai qui al locale?

Los Angeles è la seconda città più popolata degli Stati Uniti, perchè proprio lei?


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Parto col dire che è il secondo capitolo che scrivo dal punto di vista maschile, quindi non penso di avere molta dimestichezza. Ci ho provato 😂🤗, spero che non vi faccia schifo del tutto perché era l'ultimo dei miei obbiettivi.

Martedì, non è uscito nulla perché ho avuto bisogno di più tempo per scrivere questo, ma dalla prossima settimana i capitoli riprendono il MARTEDÌ e il SABATO 🍍.

Ultima domanda, sono stati presentati anche gli amici di Tom che rivedrete in seguito. Come vi sembrano?

//Ananas DaiTropici🍍







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