Capitolo 23

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<<In quanti letti sei dovuta entrare per avere la tua posizione attuale?>>Dice una voce alla mia sinistra.

Mi volto e vedo Chloé con un ghigno malefico.

Respira.
Fammi capire, se ne sta zitta per tutta la serata e poi, dal nulla spara sentenze.

<<Come scusa?>> Dico cercando di restare calma ma il sangue sta già ribollendo nelle vene.

<<Non vorrai farci credere che hai fatto tutto da sola>> Inizia a ridere. <<Chloé, ma ti sembra il caso?>> Sbotta Tom ma io lo fermo.

<<E tu? Perché mi sembri un'esperta>> Sibilo.

Restare zitta e fare finta di niente poteva essere una buona opzione.
Ma ormai non l'ho fatto.

Con gli occhi mi fulmina. <<E perché? Cosa te lo fa capire? Ma tranquilla, ti perdono, "paladina della moda?>> Afferma senza scomporsi troppo.

<<Chloé, ora basta>> Sbraita Tom tra i denti.

<<Volevo darle un benvenuto come si deve. Non può pretendere di essere accettata solo per i suoi soldi>> Ribatte lei.

<<Ci sono modi e modi. E tu hai scelto quelli sbagliati>> Dice lui fulminandola con lo sguardo.

<<Meglio povera che una poco di buono>> Sibila con voce tagliente riprendendo a guardare me.

Vic, la tua reputazione, non puoi picchiarla.

<<Vado a prendere una boccata d'aria prima che ti spacchi la faccia>> Sbotto e mi alzo senza salutare nessuno.

Non è vero, non è vero.

Intravedo lo sguardo di Tom ma sono decisa ad uscire da lì. Sto per crollare.

Mi faccio spazio  fra i tavoli e trovo la porta d'ingresso. Appena esco, le lacrime appaiono da sole.

Lo sapevo che era una pessima idea.

Cerco di scacciarle via con le mani ma continuano a scendere.

Non è questo il mio posto, ma nemmeno quello fra le persone facoltose. In quale posto mi sentirò davvero a casa?

Che illusa Vic, non esiste.

Inizio a camminare, non so nemmeno dove siamo, ma voglio allontarmi da lì. Mi tolgo i tacchi e continuo a piedi nudi.

Non può darmi della poco di buono.
Io ero troppo piccola, non è colpa mia.

Non è colpa mia.

<<Vic, ferma>> Sento la voce di Tom in lontananza.

Mi giro e lui mi raggiunge subito.
Di colpo mi abbraccia. <<Non devi ascoltare Chloé, è solo invidiosa>> Dice mentre mi stringe a sé.

Io non riesco a smettere di piangere.
È ammettere che è vero.

<<Ha ragione, lo sono stata>> Sussurro tra i singhiozzi.

<<Non è possibile, non ti credo. Ora calmati>> Dice subito mentre inizia ad accarezzarmi i capelli.

<<Invece sì>> Ribatto.

<<Adesso ti riporto a casa>> Afferma deciso, senza mai sciogliere l'abbraccio.

🍍🍍

Apro la porta dell'attico e appoggio il cappotto nell'ingresso. Tom fa lo stesso.

Vedo la mia immagine riflessa nell'enorme specchio appeso sopra al mobile e mi viene di nuovo da piangere. Mi faccio schifo da sola.

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