Capitolo 33

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Sono costretta a passare dopo pranzo in ufficio per vedere che i bozzetti che avevo selezioni siano stati portati in sartoria e che sia iniziata la produzione.

Ormai manca un mese e mezzo e il tempo davvero stringe per organizzare la sfilata.

<<È questo il vestito di punta? Con questo si chiuderà la sfilata?>> Mi chiede una collaboratrice della sartoria.

<<Sì, decisamente. Deve avere la precedenza sugli altri>>Sibilo mentre mi sistemo una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Guardo con soddisfazione l'abito: lo adoro.

<<Sarà fatto>>Dice annuendo e andando dall'altra parte dal tavolo sussurando qualcosa al ragazzo davanti alla macchina da cucire.

Lavorano con me da sei mesi e li ho assunti insieme.

Si sono spostati all'età di 18 anni per la gravidanza inaspettata di lei. Ora il bimbo ha un anno e resta con la nonna mentre lavorano.

Non mi hanno dato loro queste informazioni, non si sono presentati alla Carrington's chiedendo elemosina ma mostrando le loro capacità.

Ho avuto queste informazioni da Claire e dopo averli visti all'opera non ci ho pensato due volte.

Hanno bisogno di questo posto e tutte le volte che li guardo, attraverso il mio sguardo di ghiaccio che non trasmette emozioni, dentro di me, sorrido.

Sono troppo carini insieme.

Esco dalla stanza senza salutarli, pensando che deve essere bellissimo lavorare con la persona che si ama.

🍍🍍

Prendo il cartone di pizza e lo appoggio sul tavolino mentre con l'altra cerco il numero di Tom nella rubrica.

Risponde dopo tre squilli appena.
-Vic, sto bene. Ci siamo visti 12 ore fa- Dice appena risponde.

-Infatti non ho chiamato per sapere come stavi. Volevo notizie di Lily- Brontolo mentre prendo un pezzo di pizza in mano.

Diciamo che mi aspettavo una risposta ben diversa. Sono diventata così assillante?

-Ah sì? Quindi non ti interessa sapere come sto? Sei davvero crudele- Mormora mentre inizia a ridacchiare.

Sento un gran rumore in sottofondo.
Forse è musica.

-Da come parli penso tu stia benissimo quindi non me ne preoccupo-Replico.

-Altrimenti te ne preoccuperesti, quindi.- Ribatte lui.

Mi viene spontaneo alzare gli occhi al cielo. -Non ho nemmeno detto questo. Dai non fare il difficile, tutto okay?- Dico tornando sull'argomento principale.

Sento delle voci mischiate a quelle di Tom. Non capisco cosa si dicono c'è troppo casino.

Poi la musica smette dal nulla.

-Okay ci sono.- Mormora dopo un po'.

-Dove sei?-Chiedo mentre sto per iniziare a mangiarmi un'unghia per il nervosismo. Forse temo la risposta.

-Poco apprensiva la ragazza. Sto lavorando Vic.-Lo sento di nuovo ridere e io mi sento ancora più cretina.

È vero che fa qualche serata come barman al locale poco distante dal mio attico.

Mi sale una voglia irrefrenabile di raggiungerlo, vedere come si comporta con le altre ragazze.
Ma dopo la pessima figura tengo per me questi pensieri e non mi muovo di un centimetro.

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