Capitolo 44

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Al solo ricordo di lei che esce dalla Carrington's sconfitta, mi sale il buon umore.

|Ci sarò. V|

"Alla fine, che sarà mai una festa? Cosa può andare storto?"

Continuo a ripetermi nella mente.

"Era la prima volta che vedevi i suoi amici, è andata male. Ma non è detto che vada sempre così"

Basta preoccuparsi per così poco, ho problemi più grandi da affrontare.

Senza ulteriori paranoie cerco di continuare quello che stavo facendo prima: prendo in mano i bozzetti e li metto in ordine.

Dopo diverse combinazioni, sono abbastanza soddisfatta.

Nell'arco del pomeriggio ricevo anche due visite da parte di soci, amministratori e un nostro cliente fisso che compra sempre gli abiti in anteprima.

Tutto questo correre da una parte all'altra mi fa passare di mente, la festa e questa strana sensazione che è da giorni che mi perseguita.

Tom, mi ha detto che la situazione di Lily ora come ora è stabile. E allora perché continuo a pensare e a preoccuparmi per il nulla? Forse è lo stress accumulato.

Avrei preferito di gran lunga andare in ospedale, ma proprio non posso mancare.

Apro la cabina armadio e prendo il primo tubino che mi capita e decido di arricciare i capelli, so che i giornalisti saranno anche dentro al ristorante.

Per mia fortuna il padre di Kessy sta bene, quindi non dovrò sentire la sua voce stridula per tutta la serata.

Quando salgo in macchina e il mio autista mette in moto, sono in ansia.
Ma non per questa sera, deve esserci qualcos'altro.

Il ristorante si trova proprio nel cuore di Los Angeles, frequentato solo da uomini d'affari per cene di lavoro.

Appena entro, la sala è enorme ma riconosco subito i miei soci già seduti in un tavolo al centro della sala: c'è solo un posto vuoto a capo tavola, il mio.

La cena trascorre normalmente, tutto va liscio come l'olio e lo stesso per il giorno seguente in ufficio. Tutto normale, ordinario.

Ora però, niente sta filando liscio perché sono davanti all'armadio a cambiarmi per la terza volta per andare a questa benedetta festa con Tom.

Smetto di cambiare le scarpe ogni due secondi quando sento il campanello suonare e allora decido di restare con quelle nere che ho ai piedi.

Quando apro la porta, Tom è qualcosa di bellissimo, i capelli sono sparati all'insù con il gel e la camicia nera è leggermente aperta.

<<Tutta questa eleganza? Mi devo preoccupare?>>Dico mentre lo faccio entrare ed io vado a prendere la borsa.

Passo davanti allo specchio e sono abbastanza soddisfatta del mio outfit: pantaloni neri eleganti non troppo aderenti, un top verde e dei tacchi neri.

<<Io? Vogliamo parlare di lei signorina?>>Lo sento borbottare mentre io prendo la borsa e metto dentro il portafoglio e il telefono.

Mi sento abbracciare da dietro <<Sei bellissima>> Mi sussurra all'orecchio.

<<Ah sì?>>Sibilo senza voltarmi.

<<Sì>>Sussurra mentre mi lascia un bacio sul collo.

<<Dovremmo andare>>Gli ricordo ma lui non sembra abbia voglia di lasciarmi.

<<Mi è passata la voglia>>Replica facendomi girare e dandomi un bacio sulle labbra.

<<Dopotutto il tempo che ci ho messo per prepararmi, che manco per andare in ufficio ci metto tanto, noi ci andremo>>Sbotto con un sorriso tirato mentre gli accarezzo una guancia.

<<Uff, come vuoi>>Dice alzando le spalle.

Prendo la piccola borsetta a tracolla e faccio per uscire, Tom mi segue. <<Quindi ci hai messo tanto tempo per preparti, per me>>Mi fa notare con aria soddisfatta intanto che scendiamo con l'ascensore.

<<Non sentirti importante per questo>>Lo avviso puntandogli il dito contro.

Lui si mette a ridere <<Ovvio che no>>

Durante il tragitto in moto, in cui ho cercato di non soffocarlo con la mia  stretta intorno alla sua vita perché mi sentivo volare via, non ho fatto domande sul luogo della festa o quanto sia grande.

Tom mi ha detto che è una festa "normale" quindi non dovrebbero esserci giornalisti ma solo ragazzi che si vogliono divertire.

Mi sento un po' scema, ad non essere mai stata una festa prima o almeno non come la intende ogni comune ragazza di 22 anni.

Quando sono Tom mi sento come un adolescente spensierata che fa esperienze per la prima volta.

<<Eccoci>>Dice Tom mentre si alza il casco.

Io faccio lo stesso e mi volto subito per vedere il locale: è una villa, piuttosto grande se non la si paragona a quella di Ryan.

<<La villa è di chi ha organizzato la festa?>>Chiedo mentre gli porgo il casco.

<<No, è stata affittata ad Austin, solo lui poteva permettersi l'affitto di una villa simile>>Mi spiega Tom.

Mi ricordo di lui, il biondo alto che mi ha messo subito in imbarazzo alludendo a qualche mia campagna pubblicitaria in intimo.

Tom mi prende la mano<<Divertiamoci e basta. Metà delle persone saranno già ubriache, non ti riconosceranno>>Mi dice mentre mi bacia velocemente.

<<Okay.>>Sibilo anche se non sono per niente tranquilla.

Ho paura succeda un casino.

Più ci avviciniamo alla villa più posso dire che Tom aveva ragione, tutti sono già mezzi ubriachi.

Però, appena arriviamo sento tutti gli occhi su di me lo stesso. Tom, mi ha lasciato la mano, forse per non destare sospetti.

Lo ripeto, ho un brutto presentimento.

Un ragazzo dai capelli rossicci vieni dalla nostra parte barcollando e saluta Tom abbracciandolo. <<Amico, pensavo non venissi>>Biascica con il bicchiere in mano.

<<Ho fatto un po' tardi, ma non potevo mancare>>Risponde Tom mettendo una mano in tasca.

<<Lei chi è? La tua ragazza?>>Chiede il ragazzo a Tom indicandomi con il bicchiere.

<<Sono Vic>>Dico prima che Tom possa dire qualcosa.

Non abbiamo mai parlato di come gestire questa cosa: se per lui è qualcosa di importante, se per lui sono la ragazza e non mi sembra il momento adatto.

<<Giurerei di averti già vista da qualche parte. Ci conosciamo, tesoro?>>Dice con un sorriso sghembo.

<<Non saprei>>Ridacchio un po' nervosa.

Poi, non mi calcola più e riprende a bere dal bicchiere che ha in mano.

Mi guardo attorno mentre lui continua a farfugliare qualcosa all'orecchio di Tom.

Individuo il bar degli alcolici e senza pensarci due volte, mi faccio spazio per raggiungerlo.

Devo sciogliere i nervi, voglio stare tranquilla e divertirmi come diceva Tom.

Non sono mai venuta a feste di questo tipo, tutti ridono e sono felici. Mi sembra di essermi persa una delle cose più belle per un sacco di tempo, di essere vissuta in un'altra dimensione.

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Mi sembra tutto perfetto, come si dice solitamente, cosa potrebbe andare storto?

Chi non mi segue ancora su Instagram, questo è il mio nickname: esetidicessino

//AnanasDaiTropici 🍍.

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