Capitolo 28

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Non riesco a dire altro ma lui ha già capito tutto.

🍍🍍

Mi stropiccio gli occhi e mi siedo stordita. La parte sinistra del letto è vuota.

Sul cuscino, un foglietto.

[Il lavoro mi chiama e io devo rispondere. Ci vediamo il prima possibile. Grazie piccola, grazie...Presto❤ T]

Il fatto di non trovarlo qui, mi lascia un certo senso di vuoto.

Ieri ho raccontato a Tom, una parte importante della mia vita, avrei voluto fosse ancora qui stamattina.

Mi alzo a fatica e vado in cucina dove sento Rose preparare il caffè.

<<Buongiorno>> Dico appena la vedo.

<<Buongiorno>> Dice lei. Il suo sorriso beffardo dice tutto.

<<L'hai visto andare via?>> Chiedo imbarazzata.

<<Proprio mentre io arrivavo. Non ha voluto nemmeno un caffè>> Borbotta.

Che vergogna.

Ciò mi fa sorridere perché è tipico di Tom. Non accettare nulla dagli altri se non è costretto a farlo.

<<Per favore Rose, niente ramanzina>> La ammonisco.

Odio quando Rose si improvvisa mia madre per darmi lezioni di vita. So che lo fa per il mio bene ma sono ancora scossa.

In testa ho ancora Lily, Hannah e..Tom.

<<Quale ramanzina? A me piace quel ragazzo!>> Esclama lei tutta esaltata.

Mi esce una piccola risata. <<Wow>> Sibilo.

<<È quello giusto, tesoro te li meriti>> Mormora mentre mi mette il caffè davanti.

<<Grazie>> Sussurro.

Faccio colazione in fretta e poi mi vesto per andare in ufficio. Oggi ho tante cose da fare, lavorativamente parlando.

Quando sono pronta, Claire è già in salotto. <<Ehi>> Dico facendole segno di andare.

Si alza all'istante. <<Eccomi capo>> Sussurra per non farsi sentire da Rose.

Rido e lei mi guarda stranita.
<<Tu che sorridi di mattina? Cosa devi dirmi?>> Mi guarda in tono malizioso.

<<Sono felice perché devo preparare un regalo. Hai presente una specie di scatolone con colori e quant'altro? Devi farlo preparare per stasera>> Dico.

Non voglio raccontargli di Tom in questo momento. Magari un'altra volta se ci sarà di nuovo l'argomento.

<<E per chi sarebbe questo regalo?>> Alza un sopracciglio capendo che non le ho raccontato tutto, ma non ne ho nemmeno avuto il tempo.

<<Per la sorella di Tom>> Rispondo, vaga.

<<Che dolce che sei>> Afferma mentre mi dà una leggera stretta alla spalla mentre entriamo in macchina.

<<Smettila, non sono dolce>> La riprendo anche se mi viene da ridere.

<<Come vuoi tu>> Ridacchia.

Appena arriviamo vengo fermata da due amministratori delegati che volevano informazioni sulla sfilata imminente.

Informazioni che non ho, dato che ho la testa totalmente da un'altra parte.

DopotuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora