Capitolo 52

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<<Ditemi che è uno scherzo>> Mi alzo dal divano e mi lego velocemente i capelli con l'elastico che ho al polso.

Se non mi calmo, impazziró entro poco, me lo sento.

<<Sei un disco rotto, hai qualcosa di diverso da dire??>> A quelle parole mi volto, visibilmente infastidita ed esplodo

<<Si, ho qualcosa da dire. Dodici anni fa sei scomparsa nel nulla. Da quando sei salita su quel treno io non ho saputo più niente di te, niente. Ti ho cercata, per anni interi, tu non hai idea per quanto io ti abbia cercata. E, un bel giorno, trovo una tua foto con questo qui a bere un caffè tranquillamente alla luce del sole, fingendoti me. Quindi sì, penso che qualcosa da dire, ce l'abbiamo.>> Sbraito io.

Sarò anche pazza, ma non fino a questo punto. 

Tra parentesi, è così che si salutano due sorelle che non si vedono e sentono per decenni? Buono a sapersi.

<<Ma di cosa stai parlando?! Tu che mi cerchi per anni?! Guarda che internet prende dappertutto, non è difficile avere informazioni sulla "grandissima Victoria Carrington" e credimi, si legge di tutto tranne che cerca disperatamente la sua gemella scomparsa>> Replica lei, quasi infastidita.

<<Peccato che non sia altrettanto così semplice avere informazioni su Hannah Carrington invece, altrimenti ti avrei trovata da un pezzo>> Sibilo e quasi mi esce una risata, mi sembra tutto così assurdo.

Ma poi mi rendo conto che non sta scherzando.<<Seriamente pensi che io non ti abbia mai cercato?>> Dico subito dopo.

Ho voluto diventare qualcuno per avere i soldi per cercarla, per poterla riabbracciare: sapere che lei non mi creda, fa male.

<<I giornali mostrano tutti i giorni il modo in cui mi cerchi. Dai Vic, evita queste sciocchezze che non ci casco>>

<<Tu non sai niente di me>> Dico scuotendo la testa, mi viene da piangere. Deve essere diventata un'abitudine ormai.

<<Invece sì! Ti guardo tutti i giorni da due anni, da quando hai iniziato a debuttare con la tua casa di moda.>> La sua voce si spezza e gli esce un singhiozzo.

Vorrei abbracciarla, stringerla a me, dimostrarle  che non dico cavolate.

Ryan lo fa per me e in questo momento lo invidio, lui ha l'approvazione di mia sorella ed io no.

Si asciuga la lacrima sulla guancia destra e avanza verso di me.
<<Io, ero in mezzo ad una strada quando tu ti sei trasferita nel tuo bell'attico. Tu eri in ufficio mentre io cercavo qualcosa da mangiare>> Scandisce le parole con disprezzo, come se dovesse farmi soffrire almeno un quarto di quello che lei ha sofferto per tutto questo tempo.

E il suo tentativo va a buon fine, perché io sono qui, davanti a lei. A pezzi.

<<Ho passato più tempo a Los Angeles di quanto tu immagini e se non fosse stato per Ryan, non so dove sarei ora. Vuoi ancora farmi credere che mi hai cercato, che hai speso il tuo tempo per me e che non stavi sorseggiando champagne con i tuoi soci?>> Conclude lei.

Ho una morsa nello stomaco che non riesco a descrivere, che mi uccide. Ha dovuto affrontare tutto questo, senza il mio aiuto. Avrei potuto risparmiarle numerose sofferenze.

<<Non ti sto mentendo, ti ho cercata più di quanto tu ti immagini. Tu non sai quante volte i detective mi portavano ragazze che ti somigliavano e mi davano false speranze.>> Vorrei continuare ma non ce la faccio. Sto per crollare, di nuovo.

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