Capitolo 36

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Tutti dicono la stessa cosa: non c'è una cura sicura.

Dipende dai casi.

Tutti i siti parlano di probabilità e di eccezioni. Nessuna certezza.

E io mi conosco bene: l'incertezza uccide.

Al diavolo i casi, lei starà bene.
Deve stare bene.

Ho prenotato una visita con un dottore molto famoso di New York.

Parlando con alcune mie conoscenze, mi hanno assicurato che lui è il migliore. Quello che lui potrà fare, lo farà.

Quel giorno e il successivo non sarò al lavoro perché li accompagnerò.
Resteremo lì una notte per non affaticare troppo la piccola con voli aerei troppo ravvicinati.

Inoltre, New York e Los Angeles non sono vicinissimi, anzi, e loro non possono permettersi quelle cifre.

<<Tesoro tutto okay?>> Dice dopo un po' Rose mentre lava i piatti.

<<Perché non dovrebbe esserlo? Ho una vita perfetta>>Sbuffo.

<<Stavo pulendo il salotto e ho visto i fogli sparsi. Io non voglio farmi i fatti tuoi ma sono preoccupata...e..hai capito, no?>> Dice tutto di getto.

<<Rose, non sono per me. Tranquilla>> dico cercando di tranquillizzarla.

So che ha pensato immediatamente che la visita fosse per me.

Non dice altre e il suo silenzio, più di mille parole mi chiede di dirle dell'altro.

<<È per la sorella di Tom>> Ammetto.

Si volta con un piccolo sorriso. <<Quindi vi vedete ancora..>>Borbotta rallegrandosi.

Poi torna cupa. <<Sua sorella?>> Chiede mettendosi una mano sulla bocca.

<<Ha nove anni. Già>>Sussurro sciogliendo i capelli che mi coprono subito il viso.

Già.

<<Provera creatura..io..>>Farfuglia.

<<Già>> Ripeto mentre lascio la stanza.

"Sei truccata, dovresti rifare tutto da capo" dice una voce dentro di me che mi aiuta a ricompormi.

Mi vesto in modo meccanico e faccio nella stessa modalità tutte le altre azioni della giornata, senza prestare una particolare attenzione ma continuando a guardare le mail.

Sulle 14:30 mi arriva la conferma dei quattro biglietti aerei acquistati e sulle 18:00 anche l'ennesima conferma da parte dello specialista.

Deve essere un angelo caduto dal cielo dato che non mi ha ancora mandato a quel paese dopo che lo richiamo per la terza volta per sapere se è tutto confermato per domani.

"Non si preoccupi, Signorina Carrington, domani faremo un'analisi accurata." Mi ha ripetuto mentre io continuavo a farfugliare cose random che nemmeno ricordo.

Poi, richiamo l'Hotel e anche lì mi danno la conferma.

<<Victoria, hai sentito quello che ho appena detto?>> Sbotta Don.

La sua voce mi risveglia e alzo lo sguardo dal cellulare al suo viso. <<A dire la verità no, dicevi?>> Chiedo confusa.

<<Quando avete scattato queste foto tu e Ward?>> Esclama esasperato.

Inizia a sventolare il giornale davanti al mio naso così lo afferrò e guardo meglio le foto: ci siamo io e Ryan mano nella mano in una strada principale di Los Angeles scattata di sfuggita e un'altra ancora più mossa mentre beviamo un caffè ad un bar in cui vado raramente.

DopotuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora