Capitolo 13

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Esco dalla sala e vedo Claire a braccia conserte seduta. <<Cosa è successo a Tom?>>Mormoro.

Sono talmente in ansia che non la faccio rispondere e mi fiondo sulla scrivania dove vedo una copia dell quotidiano di oggi e una rivista di gossip con la stessa copertina praticamente.

No.
Non è come sembra.

<<A Tom nulla credo. A te piuttosto che è successo?>> Risponde Claire avvicinandosi a me che guardo la copertina esterrefatta.

Il titolo: Scintilla fra i due imprenditori? O storia di vecchia data tenuta nascosta?

Poi qualche foto incollata senza un ordine preciso.
Ci siamoRyan ed io: prima nella sua azienda mentre mi bacia la guancia, poi al ristorante.

Dimmi che non è vero.
Se scopro che questa è opera di Ryan, lo uccido.

D'istinto inizio a strappare il giornale.
Pagina per pagina. Come se potessi in qualche modo cancellare ed eliminare quello che c'è scritto sopra.

<<Non ti servirà. Ne saranno già state distribuite migliaia di copie, poi i siti web..>> Sospira.

<<I siti web?>> Strillo isterica.

Vic, calma.
Non ti servirà a nulla urlare come una pazza isterica.

Appoggio quel che resta del giornale e cerco di respirare lentamente. Non è la fine del mondo, è tutto okay.

<<Vic si può sapere cosa hai fatto?>> Sussurra.

Con una mano faccio cenno di fermarsi. <<Nulla, nella maniera più assoluta>>Sbotto continuando a respirare lentamente.

Mi sta per venire una crisi isterica.

Tutti, in tutto il mondo.
D'ora in poi, il mio nome a quello di Ryan Ward.

Spalanco gli occhi di colpo e quasi smetto di respirare.
Tom.
Gli avevo assicurato che fra me e Ryan non ci fosse nulla.
Queste immagini, invece, sono più che fraintendibili.

<<Claire chiama l'autista, fai qualcosa. Mi sto sentendo male>>Dico mentre mi siedo un attimo.

<<Subito. Rilassati Vic, sistemeremo tutto.>> Cerca di rassicurarmi mentre digita il numero sul suo telefono.

Intanto esce dall'altra stanza la responsabile ma Claire la ferma prima che possa dire qualcosa.
Lei annuisce e senza fare una piega, se ne va.

Ho fatto più volte la superiore con lui.
L'ho trattato come se dovesse fare sempre lui i passi verso di me: io non mi piego a lui e non gli dico niente di me.

So bene che non dovrebbe importarmene in realtà, non lo conosco. Ma è più forte di me.

Il numero.
Ho il numero, devo chiamarlo.

L'autista arriva in pochissimo tempo e sfreccia verso il mio attico.

Quando sono scesa dall'auto c'erano un paio di giornalisti all'ingresso. Ho fatto finta di niente e sono entrata.
Claire ha cercato di restare con me ma l'ho mandata via.

Ora sono sul letto con il cellulare in mano e il nome Tom sul Display.

In qualche modo, in un modo parallelo forse, speravo fosse qui ad aspettarmi. A urlarmi contro perché ero, in qualche modo uscita con Ryan.
Come la volta in cui gli ho dato buca.

Io ho bisogno del confronto, non sopporto il silenzio.

Senza pensarci ulteriormente lo chiamo e il telefono inizia a squillare.
Suona a vuoto per un sacco di tempo ma niente.
Decido di riprovare.

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