Capitolo otto.

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CAPITOLO 8.

Quando Nick apre la porta resta immobile a fissarmi ed anche io, mentre i capelli gocciolanti mi bagnano il viso, gli compare un piccolo sorriso al lato della bocca e lo abbraccio, sentendo che è la cosa giusta..ora come ora ne ho bisogno, è anche il 18 Dicembre e fa molto freddo. Il Natale è molto vicino e di conseguenza anche il compleanno di Louis. Ho davvero bisogno di calore.

Noto ancora una volta, con crescente fastidio, che è iniziato a piovere solo quando ho iniziato a litigare con Harry, non è la prima volta che mi succede. E’ come se qualcuno lassù avvertisse il mio dolore, ma forse è solo una mia sciocca fantasia. Non so neanche spiegarlo.

Nick continua a stringermi forte tra le sue braccia come se non volesse separarsi da me e io lo lascio fare, come se non conoscessi altro modo per consolarmi. Siamo sull'uscio della porta mentre lui mi stampa piccoli baci sul collo e mi sussurra frasi come ‘Tranquilla, non pensarci.’

Anche se non sa nemmeno cosa mi sia accaduto, lo ringrazio mentalmente per questo.

‘Dovrebbe essere Harry quello ad abbracciarti, lo sai? Lui ti ha fatto del male.’

Non lo è, Harry è storia finita, adesso. E’ un libro fottutamente chiuso e farò in modo di non rileggerlo più.

Mi allontano di poco dal suo corpo, le sue mani scendono lungo i miei fianchi mentre le mie si muovono sulle sue guancie. Mi guarda con quel grigio che mi fa voltare la testa, è davvero un uomo bellissimo. Porto lentamente le mie labbra sulle sue, unendo le nostre bocche in un dolce ed intenso bacio.

Harry, cazzo. Quel bacio in auto è stato tutt’altro, ho sentito qualcosa di maledettamente unico ed inspiegabile che in questa bocca non riesco a trovare.

Non riesco più a pensare a lui, quindi mi stacco dalle labbra del mio amante e sento le gambe tremare, mi piace credere che sia per il freddo e non per quello che continuo a pensare. Nick mi sussurra di seguirlo dentro, io annuisco e lo seguo, quando mi volto per chiudere la porta mi fermo ad osservare Harry ancora nella sua auto. Sta dando di matto; piange e tira continui pugni al volante, se non si ferma potrebbe facilmente romperlo. D’un tratto si immobilizza e si gira verso la mia direzione, respira con affanno e con la bocca aperta, gli occhi sono sbarrati e totalmente rossi per le troppe lacrime e il troppo nervosismo.

‘Non azzardarti neanche a pensare di andare da lui. Lascialo solo, cadresti nella sua trappola.’

Lo guardo rimuginando sulle sue parole e decido di chiudermi la porta alle spalle e con essa, ogni risentimento. Raggiungo Nick nel salotto e sorrido osservando la sua casa ben curata. Mi siedo accanto a lui, di fronte ad un caldo e confortante camino e lui mi porge il suo piumone, facendomi cenno di avvolgermelo addosso, vicino a lui.

IO: Hai una casa davvero molto bella. – Sorrido, per spezzare l’imbarazzo creatosi fra noi.

Nick: Grazie mille. – Mormora, afferrandomi la mano sotto al piumone.

IO: Di cosa dovevi parlarmi? – Sussurro, ricordando del motivo per cui sono qui, cazzo, sono l’una di notte e sono a casa del mio professore/ragazzo. Chi l’avrebbe mai detto.

Nick: Di quello che è successo stamattina..Perchè hai strappato i fogli? – Chiede, curioso.

SERIAMENTE VOLEVA PARLARMI DI QUESTO? LO AMMAZZO, LO AMMAZZO.

Se non fosse stato un affar suo, Harry non avrebbe dovuto accompagnarmi a casa sua, io non sarei dovuta uscire ed io ed Harry non avremmo dovuto fottutamente litigare.

Inspiro e espiro lentamente dentro di me, urlare anche contro di lui, non mi aiuterà e risulterebbe da immaturi.

IO: Perchè era una cosa di cui stavamo parlando io e..e..- Penso al suo nome, non riesco a pronunciarlo, un nodo mi sale alla gola.

My demons burn.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora