Capitolo quarantadue.

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CAPITOLO 42.

Nel momento in cui sto immergendo per la millesima volta il cucchiaio nel barattolo del gelato, suona il campanello. Senza controllarmi allo specchio,corro alla porta.George compare alla mia vista con un sorriso luminoso e malandrino, ridacchio, salutandolo. 

Lo abbraccio mentre un dolore allo stomaco mi tramortisce, è il solito fastidio di quando ho pessimi presentimenti. Alzo lo sguardo e c’è un ragazzo dietro George, mi stacco velocemente dalle sue braccia.

George: Lui è Max. – Lo indica, per poi spostarsi.

IO: Piacere, io sono Sofie. – Gli porgo la mano e lui mi rivolge un sorriso mozzafiato.

Max: Piacere di conoscerti. – La sua voce è roca e dannatamente sexy, mi stringe la mano fredda e non posso fare a meno di notare quanto sia affascinante.

IO: Potete scusarmi un attimo? Sono da voi tra un minuto.- Entro nuovamente in casa e mentre loro annuiscono, afferro il mio barattolo di gelato per poi riporlo nel freezer, successivamente li raggiungo. - Possiamo andare. – Sorrido, per poi chiudermi la porta d’ingresso alle spalle. 

Iniziamo a camminare e parliamo del più e del meno, Max sembra un ragazzo davvero simpatico e sensibile. Mi ha raccontato che è appena uscito da una relazione durata un anno e da come ne parla sembra esserne ancora innamorato, probabilmente è stato lasciato e credo non ci sia cosa più odiosa di chiudere una relazione dopo una così grande lasse di tempo con la persona che ancora ami, pensi, desideri.

Adora lo sport, in particolare il Football ed ha un fratello minore, credo che in mezz’ora mi abbia raccontato tutto di lui.

Max: E di te? Cos’hai da dirmi di te? Sei così bella, è difficile da credere che tu non abbia un ragazzo. – Mi guarda dall’alto, perché come ogni ragazzo che conosco è davvero molto alto.

Abbasso lo sguardo, colta in fallo. Non so cosa voglio dirgli, se raccontargli tutto. È un estraneo ma lui mi ha detto tutto della sua vita,dovrei fidarmi?

George: Ragazzi, io purtroppo devo andare, da soli potete anche conoscervi meglio. – Fa per andarsene, indietreggiando da noi.

IO: Dove stai andando? – Lo afferro per un braccio, bloccando i suoi passi.

George: Ho un appuntamento, mi dispiace. – Fa spallucce.

IO: Okay..mi racconterai. – Decido di lasciargli il braccio anche se non erano questi i nostri piani.

George: Stasera ti chiamo, non addormentarti perché se non mi rispondi, ti uccido. – Il suo sorriso adorabile fa contrasto con il suo tono minaccioso.

IO: Cercherò di restare sveglia. – Con una giornata come questa, tutto ciò che voglio ora è dormire.

George: Brava, ciao ragazzi! – Scuote la mano a mo’ di saluto.

Noi ricambiamo ed iniziamo nuovamente a camminare.

Max: Allora? Rispondi alla mia domanda? – Mi sorride dolcemente.

Inizio a torturarmi lentamente le mani e una ventata di gelo mi assale in pieno viso.

IO: Andiamo in un posto tranquillo a parlarne? - 

Forse ho bisogno di sfogarmi con qualcuno che vede la situazione dall’esterno, magari mi schiarisco le idee.

Andiamo nel parco più vicino e immediatamente mi colpisce la visione di un ragazzo seduto da solo su di una panchina, la sua figura è molto simile alla sua..i capelli ricci sono molto simili a quelli di Harry ma non può essere lui, fra tanti è l’unico che non mi aspetterei mai di sorprendere in un parco da solo a meditare sulla sua vita o su qualcosa che lo turba fortemente. Non è da Harry.

My demons burn.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora