Capitolo trenta.

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CAPITOLO 30.



Mia zia mi si incolla addosso, mentre mi stampa numerosi baci sulla guancia, è adorabile sì, ma anche irritante. Cerco di scostarla dal mio corpo mentre lei resta immobile dietro di me.

Zia: Perchè non vai a conoscere i nuovi vicini? Potresti diventare amica delle nuove ragazze. – Mi sorride per poi accarezzarmi i capelli dolcemente.

IO: okay..vieni anche te? – Chiedo, accontentandola.

Zia: No, io ho molto da fare qui. – Mi rivolge un piccolo sorriso, indicandomi la cucina.

IO: okay, allora vado. – Sospiro, uscendo di casa.

Mi dirigo al vialetto affianco al mio, salendo sul piccolo scalino per poi bussare il campanello. Chissà che aspetto hanno queste nuove persone.

Dopo pochi minuti un uomo alto e robusto apre la porta, capelli bianchi e neri, barba folta dello stesso colore e occhi azzurri. E’ davvero molto affascinante, credo abbia sulla cinquantina d’anni.

IO: Ehm..piacere, io sono una vostra vicina, abito proprio nella casa affianco. Mi chiamo Sofie. – Mi presento, porgendogli la mano, un po’ imbarazzata.

x: Ciao, piacere di conoscerti, io sono Andres.  – Mi stringe la mano con calore, la sua è almeno quanto quella di Harry, davvero molto grande. – Vieni, entra pure! – Si scosta dalla porta, facendomi spazio.

Dubito del suo caldo sorriso e se sono una famiglia di assassini e mi tortureranno fino alla morte nel loro seminterrato?

Entro in casa, sentendo un’inebriante profumo di rose.

‘Possono essere tutto tranne che assassini.’

Andres si chiude la porta alle spalle, senza smettere di sorridermi e quando mi volto verso l’atrio mi si presenta una donna un po’ sciupata e magrolina sorridente. E’ possibile che siano tutti sorridenti? E’ inquietante.

Mi presento con l’anziana signora che, se non ricordo male, si chiama Carolina, ci stringiamo le mani dolcemente, trasmette un calore confortante.

IO: allora, ragazzi..vi piace qui? – Chiedo, passeggiando nei dintorni, osservo gli scatoloni colmi di oggetti e cianfrusaglie poco più lontano da noi, niente ancora è arredato, ma la casa è davvero in ottime condizioni. Tocco le pareti ricoperte da piccole pietre, mi piace tastare ciò che ho intorno e non m’interessa se posso sembrare maleducata o invadente, è un vizio.

Carolina: moltissimo, siamo qui da ieri sera e la casa l’abbiamo trovata già in ottimo stato, poi la gente qui sembra simpatica, almeno tu lo sei.  – Mi sorride dolcemente e ridacchio al suo accento italiano molto marcato, sembra una brava donna.

IO: Grazie..avete un delizioso accento italiano. – Sospiro, avvicinandomi alle loro figure.

Andres: Sì, siamo italiani, precisamente della Puglia. – Mette le mani sui fianchi, sorridendo.

IO: Io conosco la lingua. – Ricambio il sorriso.

Carolina: LORENA, FRANCESCA. – Urla avviandosi verso le scale, guardando oltre le scale, suppongo siano le due figlie delle quali mi ha parlato mia zia. –E’ davvero bello che tu sappia parlare la nostra lingua. – Sorride, tornando verso di me.

Annuisco e dopo pochi minuti scorgo due ragazze che scendono per le scale. Devono essere loro, sorrido automaticamente.
IO: Ciao..io sono Sofie, la vostra vicina. – Porgo una mano alla ragazza più alta, capelli neri e occhi castani, somiglia molto a sua madre, è una ragazza davvero carina e molto magra.

My demons burn.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora