Capitolo trentatre.

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CAPITOLO 33.



Parlo IO.


E’ quasi ora di cena e siamo ancora tutti riuniti in salotto, i ragazzi hanno proposto di cantare altre canzoni, per passare il tempo e per la felicità della piccola Francesca. Magari non è proprio una bambina, a dodici anni inizia l’adolescenza o almeno così ho sentito dire. Li ricordo quegli anni, a mio parere i migliori; ero innocente, piccola, non capivo il motivo delle mie azioni e mi sembrava tutto totalmente giusto, non era mai sbagliato ciò che facevo o ciò che dicevo, non pensavo prima di esporre una mia idea e mi andava bene così. Non ho mai avuto rimpianti, finchè non sono cresciuta e maturata.

Guardo Victoria al mio fianco, il suo sguardo rivolto al suo ragazzo, sorride.

Sembra un sincero sorriso, di quelli malinconici ma veri, di quelli turbati ma rafforzanti.

Sposto lo sguardo su Olivia, che diversamente da Victoria, ha uno sguardo più rilassato e un sorriso da ebete stampato sulla faccia, incantata nel guardare Zayn..Chissà il futuro cos’ha in serbo per loro.

E per me ed Harry? Come sarà il nostro destino? Accantoneremo il nostro orgoglio per dare spazio ai nostri sentimenti, se mai dovessero esserci anche da parte sua?

O magari io non lo bramerò più in questo modo. Magari è questione di tempo prima che succederà.

Non amerò più le sue labbra, la sua voce rauca e sexy, il suo mordersi il labbro inferiore, il suo modo di toccarsi i ricci, il suo modo di sussurrare facendomi rabbrividire tutto il corpo, forse..Dovrei smetterla con tutti questi forse.

‘In effetti, dovresti proprio. Pensi troppo.’

Non è una mia colpa se è sempre nella mia testa, è il mio chiodo fisso.

‘E allora diglielo, non nascondere più nulla dentro di te. Esponi ciò che provi, faglielo sapere, poi si vedrà cosa accadrà.’

Per te è semplice, non sei tu quella che deve parlare e stargli di fronte e poi non è mio diritto. Deve fare lui il primo passo.

‘Ma se te lo sta dimostrando da tantissimo tempo. E ti ricordo che se soffri tu, soffro anch’io.’

Dettagli. Ed io voglio i fatti.


Queste continue lotte con i miei pensieri, un po’ mi aiutano. Mi spingono a fare ciò che più desidero. Il mio sguardo cade sul diretto interessato. E’ così dannatamente bello, come posso lasciarlo andare? Come posso pensare di poter solo lontanamente vivere senza di lui?

Ritorno in me quando mi accorgo delle sue iridi verdi concentrate sul mio viso, mi infuoca con un solo sguardo e mi sento immediatamente avvampare. Mi guarda stranito, forse confuso, magari cerca di leggermi attraverso gli occhi, magari vuole capire i miei pensieri.

Con un sorriso incoraggiante ed un segno della mano, mi incita ad andare da lui, senza pensarci troppo lo faccio. Quando mi siedo accanto a lui, mi sorride lievemente, con quel sorriso che illumina le giornate più buie, quel sorriso che mi riporta in superficie. ‘Torn’ è l’ultima canzone che cantano, Harry mi accarezza la guancia destra per poi spostarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sembra così confidenziale. Come se fosse abituato a farlo, come se fra noi ci fosse un buon rapporto ma non voglio fermarlo, anzi. Gli sorrido intimidita, arrossendo come faccio troppe volte in sua presenza.

Terminata la canzone mi strizza l’occhio per poi abbassare il capo, un po’ imbarazzato. Adoro questa sua versione, è così adorabile. Ridacchio, scompigliandogli i ricci ribelli, dimenticando totalmente del nostro precedente litigio.

My demons burn.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora