Capitolo trentasei.

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CAPITOLO 36.

Mi avvicino lentamente alla mia classe, ad ogni passo le urla all’interno di essa diventano più rumorose. Spalanco la porta e scoppio a ridere quando si girano tutti sconvolti verso di me.

IO: Sono solo io, tranquilli. – Sospiro, dirigendomi al mio posto.
Lancio la mia borsa sul mio banco e a passo svelto raggiungo il termosifone, oggi si gela davvero.

George: E' acceso? – Chiede, dal suo primo banco, mentre interrompe una sua conversazione con Mark. Annuisco alla sua domanda e lui cammina verso di me, per poi occupare maggior parte del termosifone.

IO: Vai più in là. – Lo spintono, sbuffando.
George: Fa troppo freddo. – Ricambia la spinta, sospirando.
IO: Ci stiamo entrambi, non essere egoista. – Gli sorrido manierosa e lui annuisce, scrollando il capo.
George: Con chi sta parlando il professore? – Chiede, a tono piuttosto basso.
IO: Con mio cugino Zayn. – Distolgo lo sguardo, mentre i miei occhi cadono su Harry, troppo vicino a Chloe.
George: Tra te e il professore c’è stato qualcosa? Diciamo, una relazione? – Borbotta, forse insicuro sul da farsi.
Lo guardo perplessa, donandogli tutta la mia attenzione.

IO: Come fai a saperlo? – Sussurro, a denti stretti.
George: Si vede che ti muore dietro, non sono cieco. – Ridacchia.
IO: Sì, ma è finita perché.. – Non mi fa terminare la mia spiegazione perché mi interrompe.
George: Perché ti piace il riccio. – Sbuffa, scrollando il capo.
IO: Che cosa? No, perfettamente errato. Perché lo pensate tutti? Come può solo piacermi un ragazzo che prima mi bacia e poi si struscia su un’altra? – Il mio tono è così disgustato mentre la rabbia ribollisce nelle mie vene, la scena di una Chloe che passa la sua lingua sul collo di Harry appare ai miei occhi.

Una morsa mi sta stringendo lo stomaco, lo sta dannatamente lacerando. Questa è l'ennesima dimostrazione che lui è un bastardo. Devo fare proprio come lui, baciarlo per poi infilare la lingua nella bocca di un altro, proprio di fronte  a lui, voglio illuderlo, voglio farlo dannare, voglio fargli passare notti insonni, voglio che si penta di tutto ciò che mi sta facendo.
George: Uhm..magari lo fa solo per capire se sei gelosa? – Evita il mio sguardo.
IO: Lo fa perché è uno stronzo. – Sbuffo, indignata.
George: Se vuoi parlare, io ci sono. – Strizza l’occhio per poi tornare da Mark.

Avevo davvero dimenticato di avere il suo numero, non ho mai ricorso ad esso.

George era il mio migliore amico, molti anni fa, ma delle vicende ci hanno separato, distruggendo tutto ciò che c’era tra noi.

All'improvviso entra il bidello, il nostro più fidato alleato. Si chiama Brup , non so se è il suo vero nome. Lui è sempre disposto ad avvisarci all'arrivo del professore e quando quest’ultimo chiede se ci fossimo comportati male lui lo assicura sempre che siamo stati in silenzio, la maggior parte delle volte non era vero.
Ancora una volta ci avvisa e noi come vere mucche alla riscossa,corriamo a sederci. Correre ognuno al proprio posto non è molto semplice, ogni volta ci sono dei feriti: chi ti tira gomitate allo stomaco, chi ti salta sui piedi, chi ti strappa i capelli, chi salta sui banchi quando non riesce a trovare la strada libera per arrivare al proprio posto, chi cade dalla sedia e c'è anche gente che rischia di cadere giù dalla finestra. Credetemi se vi dico che sembriamo beduini.
Alla fine, tra risate e urla di dolore per chi si è fatto male,ci ricomponiamo e Burp esce dalla nostra aula dopo aver assicurato il professore di aver tenuto l’ordine. Mr. Corna nere si accomoda al suo posto, dietro alla cattedra, tirando un lungo respiro.

Prof: Ragazzi, questo è l’ultimo giorno prima delle vacanze natalizie, quindi avete del tempo libero, ciò che voglio lo sapete, non date fastidio. – Sospira, afferrando il cellulare e entrando nel suo mondo, ignorandoci.

My demons burn.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora