Capitolo trentasette.

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CAPITOLO 37.

Zayn: Ehy,Sofie. – Mi sorride ampiamente.
Nick gli ha detto qualcosa di buono, sicuramente.
IO: Cosa ti ha detto Il professore? – Chiedo, manierosa.

Lui gira le chiavi e accende il motore, mi guarda, sorride e poi ritorna a guardare la strada.
Zayn: E' ancora così pazzo di te. – Ride.

IO: Questo è chiaro. – Sospiro, incitandolo a continuare.
Zayn: Ha continuato a giustificarsi per la sua ex ragazza, dice che non smette di pensarti neanche un momento, suppongo me l’abbia raccontato per fartelo sapere, avresti dovuto sentire il tono che ha usato, pietoso e totalmente perso. – Sembra deriderlo mentre sorride e ridacchia.
IO: Se non avesse fatto quell’errore, avrei potuto amarlo allo stesso modo. – Mento, ammirando il paesaggio che scorre al mio lato destro.

Le foglie che cadono lente dagli alberi posandosi sul suolo delicatamente. Quanto vorrei essere una foglia, essere libera..libera di volare, senza dover soffrire una volta caduta sul terreno..Invidio quegli esseri inanimati che non provano sentimenti. Ma la vita va avanti, nonostante tutte le delusioni, le gioie, i dolori, i cuori infranti, l'amore finito..Tutto ha un limite, no? Tutto ha una fine, anche la sofferenza, anche la vita stessa.  
Harry: Tu non eri innamorata di lui. – Sussurra per poi appoggiare il capo sul sedile su cui è seduto, riesco a vederlo dallo specchietto retrovisore.
Sta osservando anche lui il paesaggio fuori dal finestrino, le labbra socchiuse, lo sguardo perso, è così semplicemente bello. Amerei sentirgli dire che mi ama con tono disperato e colmo di passione.
IO: Non ho detto il contrario. – Mormoro, per poi abbassare il capo.
Restiamo per un po’ tutti in silenzio, riesco a sentire il rimbombo dei miei pensieri, è Zayn a distruggere quel momento agghiacciante e abbastanza pesante.

Zayn: Pranziamo a casa di Harry. – Sospira, tutto d’un tratto.
IO: Cosa? No, io non posso venire. L’ho già detto ad Harry.  – Rifiuto, testarda.
Zayn: Lo so, ma ci saranno anche le tue amiche, non puoi lasciarle sole tra cinque ragazzi. – Il suo tono è basso e sporge il labbro inferiore, rivolgendomi un piccolo sguardo.
IO: Okay, solo sappi che questo è un sacrificio.  – Gli punto un dito contro, mentre lui sorride soddisfatto.
Lancio uno sguardo allo specchietto e noto un piccolo e sereno sorriso sulle labbra di Harry, vorrei tanto sapere da cosa è causato. Vorrei sapere se anche lui mi pensa come lo penso io. Vorrei sapere se anche lui si arrabbia vedendomi accanto ad un altro. Vorrei sapere se anche lui prova qualcosa per me, ma appunto vorrei.

Dopo pochi minuti siamo a casa di Harry e appena varchiamo la porta, il mio cellulare inizia a squillare, rispondo sorridendo.
IO: Hey, George. -
George: Hey, bambola. Dove sei? -  
IO: A casa di Harry.. Perchè? – Mi reco in cucina, cercando di avere maggiore privacy.
George: Dovrei dirti una cosa. Con chi sei? -
IO: Con mio cugino ed Harry, tra poco vengono anche altri ragazzi, cosa devi dirmi? – Chiedo, camminando avanti e indietro, mi gira la testa.
George: Niente, solo che ho pensato che tu volessi conoscere qualcuno..è un amico, voglio solo toglierti Styles dalla testa, nonostante ora tu sia a casa sua. – Ride.
IO: No, George. Grazie per avermi pensato, ma no. Sai quanto sia difficile dimenticarlo.- Sospiro, ridendo con lui.
George: Dai, è solo un’uscita.. – Cerca di persuadermi.
IO: E' carino? -
George: Abbastanza.. -
IO: George, conosco il tuo "abbastanza" e so che equivale a dire che è brutto. -
George: Chi te l’ha detto? -
IO: George, quando, anni fa, volevi presentarmi un tuo amico dicesti che era abbastanza carino. -
George: E quindi? Non era carino? -
IO: Per favore, George. Era bruttissimo. Feci gli incubi per almeno due giorni di fila.  – Ironizzo mentre lui scoppia in una risata isterica.
George: Questo, giuro, è carino. Ti mando una foto. -
IO: Okay, ti farò sapere. -
George: Ciao, Sofie. -
Attacco la telefonata e mi dirigo verso il frigo, prendo un bicchiere di vetro per poi versarmi dell’acqua fresca, ben diversa dal calore di due mani che si poggiano sui miei fianchi.
Harry: Chi dovresti dimenticare? – Soffia sul mio collo, il suo fiato così caldo mi inebria.
Il mio cervello è in tilt e sono sicura che se non avessi poggiato il bicchiere sul bancone, mi sarebbe caduto, non può sconvolgermi all’improvviso. Il mio corpo risponde al suo, mentre mi giro verso di lui, faccio in modo che i nostri corpi siano sempre vicini, da questa prospettiva i suoi occhi sono ancora più belli, è troppo per me.  
IO: Non sono affari tuoi, Harry. – Non so da dove trovo il coraggio di dirgli queste parole, ma mi libero dalla sua presa e mi avvio verso Zayn, in salotto.
Mi vibra il cellulare e lo afferro, apro il messaggio con immagine di George. Il suo amico è molto carino, davvero. Occhi chiari, capelli biondi, fisico abbastanza palestrato. Ma la mia idea non cambia, non voglio avere nessun tipo di appuntamento, la mia mente sarebbe offuscata sempre da Harry e non voglio deludere un ragazzo qualunque.

Esclamo un piccolo ‘wow’, mostrando la foto anche a Zayn, lui ride, chiedendomi di cancellare la foto, adoro quando è così geloso. Dopo poco sento dei passi provenire dalle mie spalle.
Harry: Dai, molto carino. Magari lo porti a letto e tutto ciò che devi dimenticare, sarà eliminato dalla tua mente.. – Ride, come se non gliene importasse nulla.

IO:Io non sono come te, la mia prima volta dev’essere perfetta, con l’uomo che amo, non di certo con uno sconosciuto che potrebbe aiutarmi ad andare avanti con la mia dannata vita, ma cosa vuoi saperne tu? Non sei mai stato così innamorato. Non sai cosa voglia dire.  – Mi volto verso di lui con sguardo assassino, lo detesto, più di me stessa.

Harry: Tu non puoi sapere se io sono innamorato o meno.- I suoi occhi sono seri e sinceri, potrebbe essere innamorato di qualcuno? Lui?
IO: E tu non puoi venirmi a dire che io devo fare sesso quando non voglio. – Detto ciò, scrivo a George che non è il momento di un appuntamento, nonostante sia molto carino, lui mi risponde che non insisterà ancora e riposo il cellulare nella mia tasca.
Suonano al campanello ed Harry corre ad aprire, sono i ragazzi che sconvolgono la casa in men che non si dica.  Liam e Louis saltano sul divano accanto a Zayn che inizia a fare lo stupido in presenza di Olivia. Victoria bacia Niall sulla poltrona, Olivia li guarda quasi sconvolta, è una scena abbastanza comica.  

Mi avvicino ad Harry, quasi senza pensarci, e gli chiedo di parlare, annuisce e ci rechiamo in cucina, lontani dai ragazzi.
Harry: Allora? Cosa vuoi dirmi?  - Il suo tono è quasi stizzito e infastidito.
IO: Avevo pensato di fare qualcosa per Zayn e Olivia. Magari mandi Olivia a prendere qualcosa nel tuo sgabuzzino, io faccio lo stesso con Zayn, li chiudiamo dentro e aspettiamo che succeda qualcosa tra loro, ci stai? – Quasi lo supplico con lo sguardo e lui sospira.
Harry: Faranno mai qualcosa del genere anche per noi? Ops, avevo dimenticato. Io non so cosa sia l’amore, tu devi dimenticare qualcuno e mi odi troppo,giusto. – Un sorriso triste si dipinge sulle sue labbra, abbassa il viso.

Lo abbraccio dolcemente, lasciando che mi rinchiuda nelle sue braccia.
IO: Mi spiace se ho ferito i tuoi sentimenti con quello che ho detto prima, ma è solo quello che mi dimostri, Harry. Io non ti odio. – Sussurro, davvero in colpa.

Harry: Okay, non mi odi ma sono comunque la ragione dei tuoi pianti, le tue urla, ti metto sempre di malumore, io non voglio questo, davvero. – Appoggia la sua testa sulla mia spalla, con tono abbastanza basso. 

IO: Sei anche la ragione dei miei sorrisi. – Sussurro.
Mi stacco dal suo corpo e lui mi sorride, ricambio e aspetto che chiami Olivia per ordinarle poi di prendere delle birre nello sgabuzzino. Lo guarda stranita, chiedendogli dove fosse lo sgabuzzino, Harry successivamente chiede a Zayn di mostrarle la strada. Entrambi entrano all’interno della piccola stanza ed Harry mi porge la chiave, chiudo di scatto la porta, per poi infilare la chiave nella serratura, giro almeno due volte e porto la chiave nella mia tasca.
Olivia: Sofie.. Facci uscire! – Urla, preoccupata. Nessuno dei due soffre di claustrofobia, non moriranno.
IO: Avete mezz’ora per parlare, muovetevi. – Rido ed Harry mi segue a ruota, battendomi il cinque. Quando arriviamo in salotto tutti ci guardano straniti. 

My demons burn.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora