31.

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"April!" Strillò Lis, spingendomi via.

Non fece a tempo a spostarsi che lo scaffale le cadde sopra. Il rumore che produssero i vetri frantumati per terra e il ferro contro al pavimento fu assordante.

Rimasi a bocca aperta con gli occhi spalancati.

"Lis." Mormorai. Gattonai verso di lei, sotterrata da quelle macerie. "Lis." Ripetei, cercando disperatamente di alzarle di dosso quel peso.

Il panico percorse tutto il mio corpo.

Logan si precipitò ad aiutarmi. Gridò disperato, cercando in ogni modo di spostarglielo da sopra.
Wesley si chinò e con uno sforzo enorme riuscirono a rialzarlo.

"Lis." La scossi. Mi chinai sopra di lei e le tenni il viso fra le mani. Aveva schegge di vetro ovunque. Il volto le sanguinava.

Le espressioni agghiacciate degli altri mentre in silenzio, terrorizzati guardavano la scena.

"Chiamate qualcuno!" Strillai.

Crystal arretrò di un passo, ancora incapace di staccare gli occhi dal corpo di Lis. Uscì dalla cantina, sentii i suoi tacchi contro la superficie in ferro delle scale.

Logan era ancora impietrito.

"Non preoccuparti, adesso si sveglierà. Ha solo... preso un brutto colpo. Andrà tutto bene." Cercai di rassicurarlo.

"April." Sussurrò Wesley. Si chinò e mi prese per le spalle, costringendomi ad alzarmi.

Feci l'errore di guardarlo in viso. Il suo sguardo era carico di dispiacere mentre scuoteva lievemente la testa.

"No." Sussurrai. "No." Ripetei, incapace di credere che potesse esser accaduto per davvero. Che potesse esser accaduto proprio a lei.

Il respiro si bloccò. Sentii il mio labbro tremare.

"No." Gridai. Le gambe mi cedettero e caddi in ginocchio. Presi fra le mie braccia il suo corpo inerme e la strinsi forte contro con il mio petto.

Una lacrima mi scivolò e si schiantò sul suo viso. Sul suo bellissimo ed angelico viso.

Logan, davanti ai miei occhi si accovacciò il un angolo e nascose la testa fra le sue braccia. Il suo corpo tremò tutto.

Qualcuno corse di sotto. Sentii varie voci, erano vicine, ma io non le stavo ascoltando. Niente aveva più importanza in quel momento.

Mia madre apparì nella mia visuale. Scrutò la scena terrorizzata. Vidi la paura passare nel suo sguardo. Smanettò freneticamente il suo telefono, si passò una mano fra i capelli. Lo faceva sempre quando c'era qualcosa che non andava.

"April." Mi chiamò Wesley. "Devi lasciarla andare." Mi disse.

Io scossi la testa in senso di negazione e la strinsi più forte a me.

"Portala via." Disse mia madre.

Sentii tirarmi su con forza. Mentre mi allontanavo guardai per l'ultima volta la mia migliore amica, adagiata su quel pavimento freddo di quella dannata cantina.

Sentii il mio mondo cadermi sopra in pezzi, assieme ad esso il mio cuore. Lei se l'era appena portato via, le apparteneva.

Una volta fuori, da soli, Wesley mi abbracciò senza dire una parola. Non ne servivano. Era veramente diventando ormai troppo tardi.

Piansi contro la sua spalla come mai avevo fatto prima in vita mia. Piansi a dirotto per non so quanto tempo, fino a finire le lacrime, fino a sentirmi esausta. Fino a non aver più le forze per oppormi. Mi sentivo vuota, come se mi avessero strappato l'anima.

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