April's pov.
Martin, l'amico di Bryan, camminava lentamente per la stanza dentro la quale ero rinchiusa. Mi aveva ammanettata ad un letto, in modo che non potessi muovermi e mi aveva tappato la bocca con un pezzo di nastro adesivo.
Indossava il cappuccio di una felpa grigia che gli copriva metà del viso. Non aveva un'aria trasandata o da cattivo ragazzo tuttavia. Sembrava una persona per bene.
E dal modo in cui mi guardava, potevo quasi esserne certa.
Si avvicinò a me e mi tolse con cautela il nastro dalla bocca. Raccolse una bustina marrone da terra e me la posò sulle gambe. Era calda.
"Ti ho portato da mangiare." Mi disse.
La aprì e dalla busta uscì un buonissimo odore di pollo fritto.
Nonostante il mio stomaco cominciò a brontolare dalla troppa fame, girai la faccia e mi appoggiai con la testa contro il muro alla mia destra.
Lui sospirò.
"Bryan mi aveva detto che avrei avuto abbastanza difficoltà a tenerti a bada. Ti ha descritta come una insopportabile e impossibile da gestire. Eppure non hai ancora aperto bocca o accennato segni di volerti ribellare." Osservò, scrutandomi.
"Senti, non ho intenzione di farti del male. Non so neanche perché abbia accettato di fare questa assurdità. Gli dovevo semplicemente un favore, ecco. Perciò non aver paura, presto sarai libera."
"Ti sembro una che ha paura?" Gli chiesi.
Sussultò nel sentire la mia voce.
"No." Mormorò. "In effetti non mi sembri tanto spaventata."
"Questo non è il peggio che io abbia passato." Commentai, scrollando le spalle.
"Cioè?" Si accigliò.
"Questo posto non è niente dopo aver trascorso tre mesi per strada, dove la cosa più comoda su cui dormire era l'erba sotto ad un albero. Qui c'è un letto, un tetto che mi ripara e una persona che mi da anche da mangiare."
Lui sembrò ancora più scosso.
"Come sei capitata per strada? Insomma, da quel che so... hai una buona famiglia..."
"Si vede proprio che Bryan non ti ha messo per bene al corrente." Ridacchiai. "Margot non è mia madre biologica. Tempo fa, prima ancora che arrivassi al collegio avevo un padre. Un padre che anche se non era perfetto volevo molto bene. Hanno inscenato una rapina e l'hanno ucciso. Sono finita nelle mani di mia madre, che mi ha abbandonata quando avevo solo cinque anni. Non ha esitato due volte a rifarlo. Se n'è scappata con il suo compagno e sono rimasta da sola. Sono riuscita a cavarmela comunque. È stata la direttrice a salvarmi, ad adottarmi e a prendersi cura di me. E so che mi starà cercando, o che lo farà presto. Non devo preoccuparmi più."
"Sembri sotto maledizione." Si lasciò sfuggire.
"Già, lo penso anche io. Ma questa volta ho voluto io che finissi in questa situazione."
"In che senso?"
"Ci sarebbe potuta stare la mia migliore amica qui, farei di tutto purché non le capitasse nulla."
"Sei stata coraggiosa April."
"Credo che chiunque l'avrebbe fatto."
"No, non chiunque. È proprio fortunata ad avere una migliore amica come te." Mi sorrise.
"Ma cosa c'entri tu con la faccenda di Bryan? Hai cercato di ostacolarlo in qualche maniera?" Mi domandò ancora.
"Tempo fa mi rifiutai di aiutarlo a conquistare la ragazza di cui è ossessionato ed è così che sono finita nella lista di persone a cui farla pagare."
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Rebel 2
RomanceSeguito di Rebel La vita di April, un adolescente dallo spirito libero, cambia imprevedibilmente quando il padre decide di portarla in un collegio per insegnarle le buone maniere che secondo lui non è riuscito a farle apprendere. Durante la sua per...