32.

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Logan era in piedi, in mezzo al corridoio. Immobile, se ne stava lì a guardare mentre Benny sgombrava la stanza che apparteneva a Lis.

Non mi sentì quando mi avvicinai a lui e lo affiancai. Mosse di poco le ciglia, un'azione quasi impercettibile, soltanto quando appoggiai la mano sulla sua spalla.

Lo superai. Benny si fermò con una scatola in mano e mi fissò.

"Signorina April, non dovrebbe stare qui." Disse. Era buffo come il suo atteggiamento nei miei confronti fosse cambiato radicalmente. Era buffo come il rispetto nei confronti delle persone cambiasse in base alla situazione famigliare.

"Cosa sta facendo?" Le chiesi.

"I suoi genitori hanno chiesto di riavere gli affetti personali di loro figlia indietro." Rispose.

Diedi uno sguardo alla scatola semiaperta, da essa spuntava la fascetta preferita di Lis. Era rosa con delle stampe a fiori bianchi. Spesso la teneva legata attorno al polso.

"Posso tenere almeno questo?" Domandai, tirandolo fuori.

Lei annuì. "Non ne farò parola." Disse, prima di uscire dalla stanza.

Rimasi sola. Circondata da pareti bianche, spoglie. Da un letto disfatto. Da mobili vuoti.

Tuttavia sentivo ancora il suo dolce profumo. Era difficile scordarselo. Spostai lo sguardo nel letto davanti a quello dove ero seduta, quello su cui dormiva e mi parve di vederla.

Era sorridente. Quel suo sorriso luminoso che la caratterizzava. I suoi capelli biondi le circondavano il viso candido. Si alzò e mi prese per mano. Il suo tocco era delicato.

Ogni cosa che faceva, la faceva sempre con leggerezza. Sembrava un angelo. Era sempre stata troppo per quel mondo.

Le nostri voci mi entrarono nel cervello. I discorsi che affrontavamo a notte fonda, le lamentele, le battute stupide, le litigate che sparivano il mattino dopo.

Quelle quattro mura racchiudevano tutto ciò che eravamo state. Dagli inizi a pochi giorni prima. Da quando a stento la sopportavo a quando non ne potevo più fare a meno, di lei. Da quando mi abbracciò quella volta e mi disse di volermi bene, lasciandomi spiazzata, a quando le avevo promesso che ci sarei sempre stata per lei.

"April." Sentii dire. La voce di Logan era angosciata.

Sotto agli occhi aveva due occhiaie profonde e violacee. Rossi e gonfi mi guardavano persi.

Mi risvegliò da quel miraggio che stavo vivendo e tutto scomparì. Davanti a me solo il mio amico distrutto.

Avanzai verso di lui e lo strinsi in un forte abbraccio. Lui scoppiò nuovamente a piangere contro la mia spalla, aggrappandosi alla mia maglietta.

Sentire la sua disperazione, vederlo in quello stato, ero assolutamente straziante.

"Non ho avuto neanche l'occasione per dirle un'ultima volta quanto la amassi."

"Non ce n'era bisogno Logan, lei lo sapeva già."

"È stata tutta colpa mia. Se io non l'avessi colpito, lui non mi avrebbe scaraventato su quel dannatissimo scafale e lei sarebbe ancora viva." Pianse più forte. Faceva fatica a respirare.

"Tu non potevi sapere che sarebbe accaduto! C'ero io là dietro, se lei non mi... avesse spinta, probabilmente avrei fatto la sua fine."

Lui inspirò.

Lis mi aveva davvero salvato la vita. Ma c'erano state tante volte. L'aveva fatto quando era diventata mia amica, quella era stata la prima volta. Aveva riempito le mie giornate, ormai spente, di colore. L'aveva fatto ogni volta che aveva creduto in me, ogni volta che mi aveva aiutata a riemergere da quell'abisso in cui a volte mi imprigionavo.

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