20.

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Brett's pov.

Dopo una lunga giornata passata in campo, ad allenarci, stavo tornando nella mia stanza. L'unica cosa che desideravo era stendermi nel mio letto e riposarmi.

Ero sul punto di entrare quando sentii le grida di Bryan provenire dall'interno. Mi bloccai e stetti in silenzio, origliando spudoratamente.

"Sei stata tu?!" Strillò.

Alcune cose caddero per terra, probabilmente aveva colpito la scrivania.

"No, Bryan." Riconobbi immediatamente la voce acuta di Crystal.

"Cazzate! Mi stai dicendo solo una marea di cazzate! Tu eri l'unica a sapere a parte me. Che diavolo ti è preso? Ti sei scordata di tutto quello che ti ha fatto?!" Continuò a gridarle contro.

"Se avessi continuato a tenerla prigioniera qualcuno avrebbe parlato sicuramente! Era troppo pericoloso! Dovresti smetterla con questa faccenda, non serve a niente. Tu hai già tutto!"

"Tu dovevi starne fuori! Decido io cosa fare e quando, hai capito?!" Urlò furioso.

Crystal emise un gemito di dolore e stupore.

"Hai capito?!" Ripetè.

"Che ti sta succedendo? Non sei più tu." Gli chiese. La sua voce tremava. Capii che stava piangendo.

"Ora ti farò vedere cosa accade a chi osa tradirmi o disubbidirmi." Disse lui con un tono perfido.

Sconcertato, decisi di intervenire.

Spalancai la porta ed entrai nella stanza.

Lo beccai con le mani nei suoi Jeans, pronto per sbottonarli. Crystal, poco distante da lui se ne stava accovacciata. Aveva uno sguardo a dir poco terrorizzato.

Avanzai verso di Crystal, la presi per un braccio e l'aiuto ad alzarsi.

"Non provare a riavvicinarti a lei, come a nessun'altra." Lo minacciai.

"È la mia ragazza! Se voglio avvicinarmi a lei lo farò eccome. Non sarai certo tu ad impedirmi di farlo." Rise.

"No, non è la tua ragazza. Tu la tratti come una bestia. Non ti sei nemmeno reso conto che preferirebbe evitarti?"

"Sciocchezze. Digli che mi ami Crystal!" Gridò.

"Io non voglio stare con una persona così." Disse Crystal.

"Così come!?" Urlò fuori di se.

"Così disgustoso." Risposi io, al posto suo.

"Te la farò pagare!" Mi disse a denti stretti. Aveva una vena sulla tempia che gli pulsava. Stringeva sempre più forte pugni.

"Ho sentito questa frase fino alla nausea." Alzai gli occhi al cielo.

"Crystal, Se uscirai di qui sappi che non avrò pietà neanche per te. Per nessuno!"

Aprii la porta e con lei al mio fianco, ancora avvinghiata al mio braccio, me ne uscii. Bryan lanciò contro al muro alcuni oggetti che produssero un rumore abbastanza forte da sentirsi dalla fine del corridoio.

"Stai bene?" Le chiesi, una volta lontani a sufficienza.

Lei si strinse le braccia. Con lo sguardo basso, annuì.

"Crystal? Ti ha fatto male?" Le domandai.

Strinse gli occhi e volto il viso. Alcune lacrime le scesero lungo le guance.

Un senso di angoscia mi invase il petto. Vedere Crystal piangere era tanto raro quanto orribile.

La presi per le spalle e l'attirai a me. Non dissi nulla, mi limitai ad abbracciarla e lasciai che si sfogasse.

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