Mi mancate.
Ora che l'ho detto, mi mancate ancora di più. Persino quando guardo le vostre foto,
mi mancate.Spring Day
BTSMi chiamo Jung Hoseok, ho vent'anni e vengo da Gwangju. Diciamo che sono stato lì fino alle medie, dopo di che, i miei si sono dovuti trasferire per lavoro e ho finito per fare le superiori a Daegu ed qui che l'ho conosciuto. Fu proprio lì che tutto ebbe inizio, incontrai il mio attuale migliore amico e m'innamorai perdutamente del ragazzo più popolare della scuola. Nonostante fosse freddo e ridesse poco, aveva tutti praticamente ai suoi piedi, compreso me. Ma lui questo non lo sapeva e non lo seppe fino alla fine dei tre anni scolastici. Quando andò via, ogni mia speranza di potergli anche solo parlare si spezzò del tutto e non mi rimase che concentrarmi nello studio e riuscire ad entrare nella sua stessa università. Oltre al fatto che lo avrei incontrato, era una delle migliori a Seul. Penserete che sia pazzo, arrivare a tanto per qualcuno che, molto probabilmente, non sa nemmeno il tuo nome. Cosa posso farci? Il mio cuore palpita ancora quando, per caso, io pronunci il suo nome. O semplicemente sorrido come un ebete quando, i miei pensieri, producono immagini della sua persona in svariate attività.
E qui che comincia la mia storia, con una semplice e formale email. Rimasi a guardare lo schermo del pc per ore, incredulo di quello che leggevo. - Sono venuto appena ho potuto. Miane. - disse una volta raggiuntomi al tavolo. - Sei in questo stato catatonico da quando? - chiese quando si sedette accanto a me. Aveva preso due aloe vera alla pesca e qualche snack: - All'incirca un ora. - risposi fissando ancora lo schermo di fronte a me. - È una buona cosa no? - disse, pulendosi le mani sul pantalone dopo aver fatto fuoriuscire un po' di bevanda. - È esattamente quello che volevi. - finì. - Probabilmente non si ricorderà di me. - dissi una volta letto i risultati. Sentii un sospiro pesante accanto a me. - Ma sei tu a ricordarti di lui, cosa cambia? - rispose il mio migliore amico.
- Non vi siete neanche mai parlati, magari questa è la volta giusta. - disse, dandomi una pacca sulla spalla. Per uno come me, che crede nell'amore, che spera nell'amore, quelle parole furono come un giorno di primavera! Quando finalmente arrivai a Seul, con la musica alle orecchie mi godetti lo spettacolo che quella grande città, aveva da offrire. Sarei stato indipendente, avrei conosciuto nuove persone e, forse, avrei rivisto colui che, ancora adesso, mi dava quelle sensazioni che si hanno quando si ama qualcuno intensamente.Ogni cosa era stata portata nella mia camera, rimanevano due scatole che mi rifiutai categoricamente di lasciargliele portare e con sorrisi allegri, i dipendenti di mio padre mi lasciarono davanti l'ingresso del mio dormitorio. Sospirai e una volta che voltai lo sguardo rimasi senza fiato. Era li, in divisa e che fissava me. - Vuoi una mano con quelle? O lo fa quello che è rimasto in camera tua? - disse con tono derisorio, quasi infastidito che quelle brave persone mi avevano aiutato. - Non credo siano affari che ti riguardano! - si, per la prima volta dopo tanti anni, finalmente parlavo con lui e lo facevo nel modo più sbagliato possibile.
- Dovresti portare rispetto alle persone più grandi di te. - disse, avvicinandosi pericolosamente, a me. Deglutii rumorosamente: - Non vedo perché debba farlo quando neanche la persona più grande di me lo fa. - risposi indispettito. Sgranò gli occhi, non pensava che potessi rispondergli? Quando riuscii a sentire il suo respiro su di me, strinsi le scatole e mi scostai: - Adesso scusami ma devo andare a dare da mangiare alla persone che è rimasta in camera! - e scappai, lentamente ma scappai. Non guardai neanche quale espressione avesse assunto, ma potevo immaginarla.Una volta che fui al riparo nella mia stanza, feci scivolare la mia schiena lungo la porta e chiusi gli occhi. Per quanto possibile, era diventato ancor più bello di quello che ricordavo. Scossi la testa e sorrisi, avevamo parlato finalmente. Ricordai quei giorni in cui, di nascosto, guardavo ogni cosa che facesse. Quando giocava a basket con i suoi amici; quando si chiudeva in classe di musica a suonare il piano e non esisteva più niente; quando, con tracolla sulla spalla, usciva da scuola e tornava a casa. Fui disturbato dal suono del telefono, non guardai nemmeno chi fosse: - Pronto. - dissi quasi stordito. - Piccola stella. - rispose quella voce inconfondibile. - Non riesci a stare lontano da me neanche mezza giornata? - risposi fintamente infastidito. Rise: - Lo sai che ti amo tanto, come potrei? - disse languido. Risi anche io e scossi la testa. - Come sempre sei un gran coglione Nam! - dissi e lui emise una specie di fischio. - Non capisco perché devi trattare così il tuo migliore amico. Ad ogni modo. - disse senza permettermi di controbattere. - Ho una splendida notizia. - tutto entusiasta. - Ti sei fatto la ragazza? - chiesi e lui sbuffò. - Se dovessi trovarmi qualcuno dovrà avere l'uccello più grande del mio! -
Per quelli che mi parvero ore, non riuscii a formulare alcuna frase. - Finalmente hai chiuso quella bocca! - disse per spezzare quel silenzio che avevo creato. - Ho chiesto in giro chi fosse il ragazzo più interessante in tutta l'università. Mi hanno detto che l'unico con un alta rilevanza è il rappresentante della facoltà di musica. - disse d'un fiato. - E perché dovrebbe essere una splendida notizia per me? - risposi quando riuscii a ritrovare le parole. Sbuffò pesantemente:
- Quando ho chiesto il nome alla ragazza, mi ha tirato per un orecchio avvicinandosi a me e, a bassa voce, ha detto Min Yoongi. Come se mi stesse confessando un segreto di stato. - finì ed io persi di nuovo le proprietà di linguaggio. Anche all'università si era fatto un nome. Se alle superiori avevo avuto il due percento di probabilità, qui, in questo universo troppo grande per uno come me; ero spacciato.
- Hobie mi stai ascoltando? - urlò Namjoon, spostai poco il telefono e sbattei le palpebre. - Miane. - riuscii a dire. Potei immaginarmelo, con gli occhi al cielo che scuoteva la testa. - Frequenta la tua stessa facoltà, avrai finalmente la tua occasione. Non sei contento? - chiese. Ero contento? Certo che lo ero, esattamente come a due anni fa, avrei potuto spiarlo di nascosto. Troppo codardo per fare altro. - Ti aiuterò io, sono stanco di vederti perdere occasioni perché vuoi aspettare! - disse Nam, sorrisi. - Saranghaeyo Namjoonshi. - lo sentii sghignazzare. - Non fare il romantico adesso. Notte piccola stella! - non mi diede nemmeno il tempo di rispondere, che brutto vizio che aveva.Superata la fine di un gelido inverno.
Finché non arriverà un giorno di primavera.
Finché i fiori non sbocceranno,
rimanete lì ancora per un po'.
Vi prego, restate la.Spring Day
BTSEd eccoci con una nuova storia. Per chiunque abbia mai seguito 2Moons si accorgerà che mi sono ispirata a questo telefilm per scrivere la storia. Ho adorato il bl e mi è venuta la strana idea di metterlo per iscritto ma con protagonisti la mia amata Sope.
Spero vi piaccia e che aspetterete gli aggiornamenti di cui, mi scuso già in anticipo, non saranno frequenti.Un bacio e I purple you 💜
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𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦
Fanfiction- Probabilmente non si ricorderà di me. - dissi una volta letto i risultati. Sentii un sospiro pesante accanto a me. - Ma sei tu a ricordarti di lui, cosa cambia? - rispose il mio migliore amico. - Non vi siete neanche mai parlati, magari questa è l...