- Probabilmente non si ricorderà di me. - dissi una volta letto i risultati. Sentii un sospiro pesante accanto a me. - Ma sei tu a ricordarti di lui, cosa cambia? - rispose il mio migliore amico. - Non vi siete neanche mai parlati, magari questa è l...
"Dicono che siamo fuori controllo e che in qualche modo siamo peccatori ma, non lasciare che rovinino i nostri bei ritmi. Perché quando mi spogli e mi dici che mi ami e guardi nei miei occhi sei la perfezione, la mia unica direzione è fuoco su fuoco."
Fire On Fire Sam Smith
La sera precedente, avevo puntato la sveglia alle sei. Calcolando l'orario di partenza, il mio prepararmi e dover svegliare Yoongi, mi serviva il tempo per essere pronto psicologicamente. La sveglia però, non arrivò a suonare mai. Alle quattro ero già bello che pimpante. Sospirando, guardavo il soffitto della mia camera, maledicendomi in tutte le lingue che conoscevo. Ero terrorizzato all'idea di partire con Yoongi e, al tempo stesso, speravo di passare più tempo possibile in sua compagnia. Considerando che non c'era il ben che minimo verso di addormentarmi di nuovo; mi alzai cominciando a sistemare tutto. Vedendo ciò che mancava, e scegliendo accuratamente gli abiti da indossare. Accuratamente: scelsi dei semplici jeans neri tagliati al ginocchio; maglia di ugual colore e Nike, sempre nere. Quando tutto fu pronto e l'ora era quella esatta, presi borsa e valigia scendendo al piano di sotto. C'era silenzio lungo i corridoi, era quasi rilassante passeggiarvi eppure, il mio cuore, non mi dava tregua. Mentre prendevo respiri profondi, lui grattava e premeva contro il petto: - Per favore, calmati! - lo pregai. Ed eccola, la sua porta, la mia fine.
Bussai un paio di volte prima che un Yoongi ancora addormentato, aprisse la porta. Avete presente quelle gif che rappresentano degli adorabili orsacchiotti? Ecco, Yoongi era così! Il viso gonfio, gli occhietti mezzi chiusi, bocca rossa e broncio; era la visione più adorabile, bella e si, anche sexy, che avessi mai visto! Se da principio, corrugò la fronte guardandomi di lato, appena comprese chi fossi, sgranò gli occhi e scappo da qualche parte, lasciando aperta la porta. Ridacchiai divertito, portai dentro la valigia ed entrai. Questa volta era io nel suo mondo. Avevo sempre immaginato questo momento, di poter guardare il vero Min Yoongi attraverso i suoi oggetti. Per quanto fosse piena di niente, la sua stanza appariva più grande della mia. Un enorme scrivania era posta nell'unica parete libera; ogni genere di apparecchi tecnologici ne facevano da protagonista. Una tasterai grande quanto un pianoforte, era stata posizionata nella parete accanto alla porta della veranda.
Ricordai tutte le volte che lo seguivo nell'aula di musica e mi beavo della sua bravura. Mi mancavano terribilmente quei pomeriggi. Sedutomi sulla poltroncina posta davanti ad esso, come accadeva ogni volta che la mia mente pensava a lui, pigiai delicatamente sui tasti e suonai la melodia che avrebbe accompagnato il mio secondo pezzo. Fu facile come fare un passo di danza, respirare l'aria a pieni polmoni, prendere un boccone e sfamarsi. Ogni cosa che comprendeva Yoongi per me era divenuta facile. - Non immaginavo sapessi suonare così bene. - spostai le mani dai tasti e mi voltai verso di lui. Credetemi, non riesco a trovare parole adatte per quello che il mio corpo sentì. Anche lui aveva optato per il nero. Camicia aderente messa all'interno del jeans, anch'esso nero che metteva in risalto il suo incantevole corpo. Deglutii cercando di riprendere coscienza di me. - Ho avuto un ottima musa. - risposi e, non capii perché, ma sorrise timido. - Grazie per essere venuto. Me n'ero completamente dimenticato. - disse con ancora le guance arrossate.
- Se non andiamo, faremo tardi. - più continuavo a rimanere lì a fissarlo, più avrei avuto il desiderio di buttarmi addosso a lui. Così mi alzai, misi gli occhiali e mi avviai verso la porta. - Mi terresti queste? - chiese, passandomi le cuffie. Era inevitabile toccare le sue mani, mi sentii mancare l'aria, come quando vai sott'acqua e devi, improvvisamente, trattenere il respiro. I nostri occhi si incrociarono subito dopo, anche lui aveva sentito tutto? Ci mettemmo poco a raggiungere gli altri, gli hyong che avevano deciso di venire, salirono tutti sul bus. Namjoon ed io sedemmo vicini, come era ovvio. - Ho una sensazione strana. - disse Namjoon, massaggiandosi lo stomaco. - Che vuoi dire? - chiesi allarmato. Ero io quello che vomitava. - Niente, sarà che ho dormito male. - e detto questo, mise le cuffie e chiuse gli occhi. Maledetto Namjoon. Per metà percorso, il viaggio andò bene; mi sentii male poco e niente e il mio migliore amico dormì tutto il tempo. Quando l'autobus si fermò per permetterci di andare al bagno, scesi prima di tutti e salii prima di tutti. Rimasi sorpreso nel vedere Yoongi sul bus.
- Non ti sgranchisci le gambe, hyong? - mi guardò, nonostante avesse mascherina e capello, vidi chiaramente i suoi occhi cupi. - Stai male? - chiesi avvicinandomi a lui. - Quell'animale di Seokjin ha russato tutto il tempo. - disse atono. Morsi il labbro inferiore trattenendo una risata. Gli passai una bottiglietta di succo e mi sedetti al posto di Seokjin. - Che fai? - il tono della sua voce era tra il sorpreso e lo spaventato. - Ti permetto di dormire! - dissi. Ovviamente ne lui ne Seokjin dissero nulla, ero certo che quest'ultimo fosse felice di dividere il posto con Nam; di lui mi sarei occupato dopo. Una volta saliti tutti, ripartimmo per la destinazione, Yoongi non ci mise molto ad addormentarsi poggiando il suo viso sulla mia spalla. Senza il cappellino a tenere a bada quei capelli lisci è incredibilmente soffici; ebbi la possibilità di accarezzare il suo viso usando una scusa plausibile. Tutto era come me l'ero sempre sognato, anche se consapevole che lui non fosse mio, quegli attimi che passavamo insieme, sarebbero rimasti nei miei ricordi per l'eternità.
Quando arrivammo in albergo, il corpo scolastico ci distribuii nelle nostre camere, per fortuna io e Namjoon finimmo nella stessa stanza. - Sei un bastardo! - mi disse una volta chiusa la porta. Serrai le labbra cercando di non ridere. - Questa me la paghi! - e una volta finito mi prese di peso gettandomi sul letto. Il mio punto debole? I fianchi. Lui ne era a conoscenza? Ovvio che si. Se non avesse smesso, pensai di morire soffocato dalle mie stesse risate. - Aveva bisogno di dormire, Nam. - dissi a mo di scusa. - Cosa vuoi che me ne importi? Quello hyong vuole entrarmi nelle mutande! - l'avevocombinata grossa ma questo non mi fermò dal ridere ancora di più. Non sentimmo la porta aprirsi o richiudersi l'attimo dopo, sentii solo la sua voce. - Vi ho disturbato? - immobili, io supino e Namjoon a cavalcioni su di me, voltammo lo sguardo verso di lui. - Hyong? - dicemmo all'unisono. - Uno di noi deve stare in camera con alcuni di voi. - disse. Non sapevo cosa dire, ogni conoscenza della lingua coreana mi si era cancellata all'improvviso. Guardò il divano e si avvicinò ad esso: - Io starò bene qui. Siete voi quelli che hanno più bisogno di riposo. - disse e una volta lasciata valigia e borsa, uscì esattamente come era entrato. - Merda! - anche questo lo dicemmo insieme, non appena sentimmo lo scatto della porta.
"Mia madre ha detto che sono troppo romantico, ha detto "stai ballando nei film". Quasi ho iniziato a crederle poi ho visto te e ho capito. Forse è perchè sono diventato un po' più vecchio. Forse è tutto quel che ho passato mi piacerebbe pensare che è per il modo in cui ti appoggi sulla mia spalla e per come mi vedo con te."
Fire in Fire Sam Smith
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Mi sono ispirata a queste foto per descrivere il loro abbigliamento. Non posso mica morire solo io!
Certe volte avere il cuore che fa male ti aiuta a scrivere più di quanto sta apparentemente bene!