~ Sleep with me? ~

115 13 11
                                    

"Tu chi sei?
Tu, chi sei?
Non posso nascondere
questa felicità.
Ho girato il mondo
per trovarti, tu,
che sei venuto nei miei sogni.
Dove sei?"

Who are you
Sam Kim





La sera del ritorno
Seokjin

Non era facile per me accettare quello che sentivo per Namjoon. Io che ero sempre stato quello cercato, quello bello che tutti volevano. Fare i primi passi, aspettare una risposta dall'altra parte, mi snervava e non poco. Eppure farlo, era la cosa più bella e gratificante di sempre, non immaginavo ci si potesse sentire così. Non credevo neanche alla storia di Namjoon che non si ricordava di me ma mi intrigava la situazione che si era creata. Quando quella sera che dormì in camera con me fu strano, non avevo mai diviso la camera con nessuno all'infuori di Yoongi o, comunque, non avevo "dormito". Conobbi molte cose sul suo conto, ad esempio che gli piaceva leggere prima di dormire; scrivere sul taccuino in modo talmente veloce che mi chiesi se davvero stesse scrivendo. Mi disse che amava il mare perché lo tranquillizzava dalla vita frenetica della città. Scriveva e cantava le sue canzoni, o meglio, reppava; come era solito dire. Tutto mi ero immaginato ma non questo, perché Namjoon poteva apparire benissimo come un presidente di qualche società importante; un leader insomma. Ne aveva la stoffa.

Quello che di più mi piaceva, a parte l'aspetto fisico, era il suo rapporto con Hoseok. Vedevo me in lui e non lo so, aveva scatenato in me sensazioni che non avevo avuto il piacere di provare. Quando ci fermammo e vidi Hoseok salire con Yoongi, sperai davvero che lui seguisse l'amico. Le mie speranze furono ripagate, meglio, si sedette accanto a me, nonostante ci fossero altri posti liberi.
- Quei due mi faranno impazzire. - disse, lasciandosi andare sul sedile. Sorrisi, osservando il suo meraviglioso profilo. - Sono innamorati. - risposi, facendo spallucce.
- Non è che ci creda molto sai! Odio vedere Hoseok soffrire. - lo capivo, odiavamo la stessa cosa. - Credimi, Yoongi ha sofferto anche di più. - ricordai la sera precedente, Yoongi pareva fosse un bruco, tutto rannicchiato su se stesso. - La colpa è soltanto sua. - rispose Namjoon. Non lo disse con cattiveria, pareva avesse capito quello che intendevo. - Proprio per questo ci soffre di più. Credimi, nemmeno a lui piace fare soffrire quel ragazzo. -

Un infinità di ricordi riaffiorano nella mente, uno in particolare però si fece più presente degli altri. "- Perché non sei sincero con te stesso Yoongi. A me non importa chi ti porti a letto. -" gli dissi quel pomeriggio di cinque anni fa. "- Seokjin, il solo pensare di toccare un uomo mi fa vomitare. -" aveva risposto lui. Lo vidi chiaramente quanto sforzo gli causasse dirlo ad alta voce. Sentimmo un rumore, qualcuno correre e quando uscimmo fuori dalla classe, Yoongi recuperò qualcosa da terra. Fu quel pomeriggio che capii cosa realmente il mio migliore amico provasse per quel ragazzetto dagli occhi vivaci. E fu quel pomeriggio che vidi, per la prima volta, la sofferenza negli occhi di Yoongi. - Miane hyong. Non volevo essere offensivo. - disse, abbassando lo sguardo. Scossi la testa e sorrisi: - Avrei avuto la stessa reazione, non hai fatto niente che non avrei fatto io. - mi sarei fatto uccidere per Yoongi. Il viaggio fu tranquillo, gli chiesi se voleva condividere una delle sue cuffie e ascoltai la sua musica. Namjoon era qualcosa di astratto, come uno di quei quadri che, hanno un senso, ma devi studiarli a fondo per comprenderlo.

E io volevo conoscere Namjoon sotto tutti i punti di vista e, quando dico tutti, intendo proprio tutti. Non sarebbe stato facile, l'avevo capito e mi stava anche bene. Per la prima volta volevo che qualcuno mi vedesse anche al di là dell'aspetto esteriore; volevo che Namjoon facesse l'amore con me vedendo chi fossi realmente. Fu proprio questa certezza a darmi il coraggio di continuare, ero certo che il ragazzo accanto a me mi avrebbe dato più di quello che immaginavo. Finalmente arrivammo al parcheggio dell'Università, Yoongi andò via con Hobie e non mi sarei aspettato niente di diverso, quello che mi stupì fu Namjoon. - Sei non hai altri con chi andare posso accompagnarti io. - vi chiederete cosa c'era di così sorprendente nella sua richiesta. Nulla, ma solo il fatto che l'aveva chiesto senza avere ombra di irritazione sul viso, prerogativa che assumeva quando parlava con me, mi fece piacere e mi sorprese. - Mi farebbe piacere passare ancora del tempo con te. - lo vidi sorridere e scuotere la testa.

- Vuoi entrare? Ho del cibo in camera a meno che sei troppo stanco. - scossi la testa ed entrai nella sua stanza. Gli oggetti che conserviamo, quelli che mettiamo esposti; foto o libri che posizioniamo in una determinata maniera, sono i nostri biglietti di presentazione. Le camere degli alloggi erano questo per me; quindi essere lì nella camera di Namjoon mi diede l'accesso, in parte, alla vera essenza di quel ragazzo che stava riempiendo i miei pensieri. Mentre lui faceva non so cosa, io mi persi nei suoi scaffali, sulla scrivania e si, anche sul suo letto. Me lo figurai mentre leggeva uno dei suoi libri che non comprendevo; o con le cuffie alle orecchie, mentre scriveva un suo pezzo. Mi sarebbe piaciuto cantare con lui. - Perché non facciamo una canzone? - chiesi raggiungendolo poco dopo. Aveva preparato la cena con le poche cose che aveva. Mi guardò stranito, come se la mia domande richiedesse un quoziente intellettivo fuori portata. Sorrisi e sfiorando di proposito la sua mano, presi i noodles e mi avviai nel divano. - Vuoi fare una canzone con me? - che c'era di insolito nella mia domanda? - Si. Tu fai la parte rap ed io quella lirica. - mi chiesi il perché della sua espressione.

- Canteresti qualsiasi cosa scrivessi? - chiese e lo vidi nei suoi occhi ancora prima di percepirlo nella sua voce. Mi stava sfidando! Una volta tirati su gli spaghetti, feci si con la testa: - Qualsiasi cosa. - nessuno doveva sfidare Kim Seokjin. Lui non faceva eccezione. Sorrise sghembo, pregustandosi già il momento in cui mi avrebbe teso la sua trappola. - Comincerò già stasera a scriverla. - disse sornione. Credeva che mi sarei tirato indietro? - Pensi che non ne sia capace, Kim Namjoon? - chiesi stizzito, quasi offeso dalla sua poca stima di me. Voltò lo sguardo verso il mio e sbatté le palpebre un paio di volte. - È propio il contrario. Sono certo che sei capace di molte cose. - avete presente quella sensazione di formicolio al basso ventre? Quando qualcosa vi eccita al tal punto da sentirlo anche all'esterno del vostro corpo? Il tono della sua voce nel dire quella frase, mi fece salire un calore improvviso per tutta la mia figura e qualcosa, che paresse camminasse, aggirarsi nella mia intimità.

Deglutii cercando di rilassare ogni centimetro del mio corpo. Sarei impazzito, ne ero certo.
Parlammo ancora, di tutto; fui talmente preso da lui, dalle sue movenze, dal modo in cui mi descriveva ogni cosa che non mi resi conto del tempo passato. Quando guardai l'orologio appeso sopra il letto sgranai gli occhi. - È tardissimo. - Nam seguì il mio sguardo e sbadigliò: - Vuoi dormire qui hyong? - cosa aveva chiesto? Sgranai gli occhi, sentii le orecchie andare in fiamme. Mentre aspettava una mia risposta cominciò a spogliarsi, rimanendo in boxer. Ne fui da una parte lusingato, significava che si sentiva a suo agio in mia presenza. Dall'altra parte invece volevo morire, forse non gli era chiaro quanto mi eccitasse? - Hyong? - chiamò. Feci si con la testa incapace di proferire parola. Mi passò una sua maglietta ed entrò nel letto. Per la prima volta in tutta la mia vita, mi sentii in imbarazzo, ciò nonostante privai il mio corpo dei vestiti ed indossai la maglia, raggiungendolo. - Buona notte Seokjin hyong. - notte? E chi avrebbe dormito?


"Io ricorderò.
Ti guarderò.
Anche quando non sei qui,
Anche quando passano
molti tramonti;
Non ti dimenticherò."

Who are you
Sam Kim

𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora