~ You are my lifeline ~

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"Se potessi essere me,
vedere quello che vedo;
fai un respiro e
capirai cosa intendo.
Sarò sempre tuo."

Always be yours
Nathaniel



Il giorno della competizione era arrivato. Mancavano poche ore e tutto sarebbe finito. Il mio cuore aveva deciso di andare in fibrillazione una volta si e pure l'altra. Dovevo essere abituato ad esibirmi davanti a tanta gente, non era di certo la prima volta che succedeva; eppure in quell'occasione c'era lui. Nonostante la nostra storia andasse anche meglio di quello che mi aspettavo, avevo una certa fifa. Quello che avevo scelto, era esclusivamente dedicato a Yoongi; gli sarebbe piaciuto? Mi avrebbe considerato troppo sfacciato? Certo, non è che nascondevamo quello che eravamo l'uno per l'altro ma questo non significava spiattellare tutto davanti all'intera università. Il giorno precedente fu un normale giorno; gli insegnanti non ci avevano dato lezioni o cosa da studiare. Eravamo tutti in palestra a finire le ultime cose, imparare le scalette e via dicendo. La sera, Yoongi aveva preparato una cena solo per noi: - Come mai tutto questo? - ero felice e sorpreso. Sorrise, quel sorriso che mi toglie anni di vita ancora adesso. - Perché domani è il tuo giorno e sicuramente sarai agitato. - disse, versandomi un po' di vino nel calice. Scossi la testa e mi accoccolai sulla sua spalla, mettendomi comodo. Mi resi conto che la mia casa era diventata lui; la mia tranquillità derivava, principalmente da lui. Bastava uno sguardo e tutto mi appariva chiaro e ben distinto. Se avessi anche solo pensato di cadere giù, bastava allungare una mano e sentire la terra sotto piedi, riprendere forma. 

Non rimase in camera con me, disse che dovevo riposare tranquillo perché domani era troppo importante. Chi glielo diceva che la mia tranquillità stava uscendo dalla stanza? Chiamai Namjoon, anche lui era in fibrillazione ma per motivi differenti; nonostante questo aveva parole di conforto e carica nei miei riguardi. Mi addormentai forse per due orette, dopo di che il mio cervello, decise che era ora di svegliarsi e vedere l'alba. Seduto in balcone, sulla poltroncina posta davanti la porta finestra, guardavo il sole sorgere. Seul era incantevole quel giorno, pareva si fosse vestita a festa per il grande giorno. Sentii due leggeri colpi alla porta e sorridendo, andai ad aprire. Non mi aspettai la persona che mi trovai di fronte: - Jimin? - dissi, nonostante fosse più grande di me, non riuscivo ad usare nessun onorifico nei suoi riguardi. - Chiedo scusa se ti ho svegliato. Volevo augurarti buona fortuna per oggi. - rispose sorridendo imbarazzato. Mi sarei mai abituato a quel nuovo Jimin? - Ero sveglio da un po', sarà l'agitazione. - dissi, passandomi una mano sulla nuca. - Ci vediamo a scuola Hobishi. - e andò via.

Lo guardai andare via, con una nuova sensazione allo stomaco, che puntualmente si capovolse quando vide la meravigliosa figura che avanzava verso di me. Io non penso possa esistere tanta perfezione al mondo. Sono dell'idea che nemmeno il più grande artista di tutti i tempi saprebbe riportare su tela quanto etereo sia Min Yoongi. Sorrideva, vestito di tutto punto, avanzava verso di me: - Che ci fai fuori? - chiese incuriosito. Dovevo dirglielo? Mi morsi il labbro inferiore: - Sentivo che stavi arrivando. - risposi. Mi sentii in colpa quando vidi i suoi occhi illuminarsi di luce propria. Aspettò che mi prepararsi, i vestiti che avevo scelto per le esibizioni erano già all'università. Tae aveva detto che era meglio, per i truccatori, avere già tutto a portata di mano. Quando arrivammo a scuola parve che il mio cuore volesse uscirmi dal petto, ci siamo, era arrivato il momento che più temevo.
- Hyong. - chiamai prima che scendesse dalla macchina. - Mh? - disse, guardandomi stranito. - Lo sai che ti amo vero? - domandai e la confusione nei suoi occhi parve aumentare. - C'è qualcosa che non va amore mio? - chiese preoccupato. Aveva tute le ragioni del mondo ma volevo che rimanesse comunque una sorpresa.

Lo baciai, poggiandomi in quelle piccole e morbide labbra, calde e già in attesa. Se l'idea era quella di un piccolo saluto, non avevo calcolato la persona che mi stava di fronte. Una delle sue mani, raggiunse la mia nuca tirandomi poco di più verso di lui. La lingua: umida e morbida, passo sul mio labbro; chiaro segno di ciò che chiedeva. Aprii le labbra lasciando che il suo gusto percorresse tutta la strada che voleva. Sentii necessità, desiderio e amore in quel bacio. Il mio cuore che non aveva smesso di battere, aumentò fino a far male. Controvoglia mi staccai e sorrisi imbarazzato: - Prima o poi mi farai finire all'ospedale hyong. -sussurrai sorridendo. Ricambio, poggiando la fronte sulla mia:
- Credo che ci farebbero dividere la camera. - sussurrò di rimando. Scossi la testa e scesi dall'auto, dovevo prepararmi. Quando entrai in palestra, c'era il caos. Jungkook e Namjoon mi vennero incontro: uno annoiato l'altro con lo sguardo perso. Risi divertito:
- Pensavamo che non arrivassi più. - disse Kookie. Scossi la testa scompigliandogli poco i capelli. - La star non può mica mancare. - risposi ed entrambi scoppiarono a ridere.

Truccatori, parrucchieri, costumisti, persone addette al cibo, alle bevande e chi più ne ha più ne metta; Taehyung aveva preparato tutto nei minimi particolari. Ogni ragazzo avrebbe avuto la sua personale scenografia; nonostante fossimo tanti, aveva tutto già pronto. Stavo facendo i capelli quando vidi la sua figura, ancora più bella di quello che mi ricordavo, avanzare verso di me. - Mi raccomando, trattamento speciale per questo ragazzo. - disse, rivolgendosi alla ragazza che mi stava acconciando. Quest'ultima divenne rossa e prima di continuare sbatté le palpebre un paio di volte. Ridacchiai: - Finalmente mi parli. - dissi, guardando i suoi occhi attraverso lo specchio. Arricciò il naso:
- Anche se ci provo non riesco a stare troppo tempo senza la tua presenza. - rispose ed io divenni rosso, abbassando lo sguardo. Passò un mano sul mio braccio allontanandosi poco dopo. Da quando era successa quella cosa con Jimin non avevo più visto lo hyong e quando chiedevo a Jungkook, faceva spallucce. Il pomeriggio era arrivato, la scuola si stava popolando e la mia ansia cresceva sempre si più. - C'è il tuo hyong che ti sta cercando. - fu la voce di Dahye a distogliermi dai pensieri. Voltai il viso verso la sua voce e rimasi senza fiato. Vestito di tutto punto, capelli sistemati e, probabilmente, avevano truccato anche lui. - Mi dai un pizzico? - chiesi alla mia compagna che era rimasta accanto a me. La sentii sorridere e un dolore all'altezza del fianco. - Sei sveglio tesorino. - sussurrò andando verso quella che era diventata la sua ragazza.

- Mi fai sentire bello quando mi guardi cosi. -disse una volta raggiunto. Lo facevo sentire bello? Perché non si rendeva conto di quello che era? - Potessi, ti farei vedere con i miei occhi. - risposi e lui arrossì ancora di più. - Non potevo restare ancora senza vederti. - disse, prendendo la mia mano. Ci allontanammo da tutti quegli occhi che non smettevano di fissarci. - Sei strano amore mio, c'è qualcosa che non va? - chiese, giocando con le mie dita. Deglutii:
- Stamattina è venuto Jimin a farmi gli auguri, ecco perché ero fuori. - risposi, non ero capace a tenermi le cose dentro ma non aspettai che rispondesse: - Ma non è per questo che mi vedi strano. Ho paura. - dissi di un fiato. Corrugò la fronte e ringraziai il suo ignorare la prima parte. - Andrai benissimo. Per quello che ho visto sei il migliore tra tutti. - rispose, alzando il mio viso verso il suo. Quegli occhi mi tiravano fuori dagli abissi. Erano il mio salvagente. Mi sentii meglio e quasi più carico di prima. - Amerò ogni scelta che farai amore mio, sii te stesso. Fai quello che sai fare alla grande. Io sarò li a tenerti per mano. - concluse. Accorciai le distanze abbracciandolo forte. Lo sentii sorridere e stringermi a sua volta. - Saranghaeyo. - sussurrai. Quando giunse l'ora di lasciarci, sentii una nuova consapevolezza dentro di me, tutto quello che avrei messo in scena sarebbe stata una prova in più del mio forte sentimento verso di lui. Poco importava di quello che le persone avrebbero detto, non era una novità per nessuno il nostro stare insieme. - Tra cinque minuti tocca a te. - mi disse uno ragazzo dello staff. Presi un gran respiro, sistemai la giacca bianca; passai una mano sui pantaloni di egual colore e chiudendo gli occhi, buttai fuori tutta l'aria. "Per te amore mio" e salii sul palco.







"Dai luce all'oscurità,
dai vita a tutto questo.
E io,
Io sarò sempre tuo."

Always be yours
Nathaniel

𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora