~ Philosopher's Stone ~

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"Sei tutto per me.
Il destino mi è piovuto
addosso come una stella,
e mi ha permesso di incontrarti.
Nel mio cuore di ghiaccio,
c'è posto solo per te.
Sei tutto per me."

You Are My Everything
Gummy


Taehyung

Il giorno che tanto stavo aspettando era arrivato. Le luci erano pronte, il palcoscenico allestito al meglio, il pubblico carico. Come ogni anno la preside si era venuta a congratulare con me per tutto ed io ero così fiero. Ma non era per questo che stavo aspettando il concorso. Jungkook non mi aveva detto niente riguardo lo spettacolo se non un unico indizio: Euforia; ed io ero troppo curioso di sapere. Aveva compiaciuto tutti così tanto che nessuno osava dirmi nulla. Ancora adesso sono incredulo davanti all'amore che provo per quel ragazzino; avevo sempre pensato di bastarmi, che fosse inutile credere nell'amore se tanto poi questa ti distrugge. Eppure, Jungkook aveva aperto dentro di me una porta che pensavo non fosse mai esistita. Quando quel ragazzino varco la soglia dell'auditorium il fiato mi rimase nei polmoni; pareva un divinità per quanto fosse elegante e leggiadro il suo portamento. Mi raggiunse, senza staccare i suoi occhi da quelli miei. - Sei anche più bello degli altri giorni hyong. - sussurrò. Non ero un tipo timido, ero consapevole del mio viso e dell'effetto che facevo: Jungkook, riusciva a farmi diventare rosso e intimidirmi.

- Posso dire la stessa cosa su di te Kookie. - risposi, carezzando piano il suo volto. Chiuse gli occhi seguendo lento la mia mano. Nonostante fossi io il più grande tra i due, mi faceva sentire così protetto che spesso dubitavo che Jungkook fosse realmente il più piccolo. Purtroppo passai poco tempo in sua presenza, tra le varie scalette e preparativi, non avevo abbastanza tempo da potergli dedicare. Quando Hoseok aveva fatto la sua esibizione, il palco tornò libero e i ragazzi poterono allestirlo per Jungkook. Il mio cuore stava impazzendo, la mente figurava scene create appositamente dalla mia immaginazione. Quello che vidi in seguito, superò di gran lunga la mia fantasia.

Senza alcuna musica, l'unica parola che Jungkook mi aveva sussurrato una sera, si espanse per tutta la sala. Quando si accesero le luci, pronte ad incorniciare quel piccolo ma talentoso ragazzo, una musica orecchiabile partì. La sua voce, chiara e calda, cominciò lo spettacolo, con sei ragazzi che aprirono le danze accanto a lui, come fossero le ali di una farfalla. Niente c'era più intorno a me, nemmeno le pareti di quella struttura pesante e cementata. I miei sensi, erano completamente devoti a lui. Pareva fluttuare in ogni passo di danza che faceva, il suo sorriso felice, mi dava piccole scosse della stessa; mi resi conto di stare piangendo. Piangevo perché non avevo mai provato niente di così intenso in tutta la mia vita. Pareva avessi nausea, giramenti di testa, batticuore e adrenalina tutti nello stesso frangente. Jungkook si era preso il mio cuore e ne aveva fatto stelle incandescenti. Quelle parole mi davano conferma di ciò che lui provava per me e che il nostro rapporto si sarebbe solo intensificato. Quando ebbe finito, tutti in sala applaudirono, entusiasti della sua esibizione. Dovettero chiamarmi non so quante volte perché io mi svegliassi dal trans in cui quel piccolo angelo mi aveva condotto. Salii sul palco, mi avvicinai a lui e ringraziai le luci spente. - Non appena... Ti darò... - non riuscivo a pronunciare nessuna parola. Lo sentii sorridere e la sua mano carezzò il mio viso: - Lo so hyongnim. - quei piccoli boccioli rosa e caldi si posarono sulle mie labbra ed io trattenni il fiato. - Sanno di buono TaeTae. - e così come salii, dovetti scendere senza poter dire o fare nulla.

La scenografia che aveva chiesto era semplice: una luce soffusa che dava sul viola illuminava il palco; lentamente una musica più lenta della precedente fece da sipario alla sua voce, che graduale cantava una canzone in inglese. Capii quando l'aveva scritta, ricordai i giorni in cui non gli prestavo attenzione; troppo preso da un'altra persona o semplicemente troppo preso da me stesso. Sentii scorrere altre lacrime e quando ebbe finito, aspettai che scendesse dal palco per avvolgere il suo corpo tra le mie braccia. - Sei perfetto così come sei. - sussurrai cercando di nascondere il mio viso rigato. Ricambiò l'abbraccio e sorrise timido:
- Lo voglio essere per te, hyong. -  sussurrò di rimando e accorciai la distanza che ci separava baciandolo come mai avessi fatto. Perché quello che sentivo era mutato un'altra volta; era divenuto più solido, come fosse stato un palazzo antisismico; qualcosa che non si sarebbe più potuto distruggere. Era divenuto un esigenza; come i polmoni necessitano di ossigeno. Era divenuto un desiderio impellente; sfamarmi di lui non avendone mai abbastanza.

Finalmente, era tutto finito. Sentivo la necessità di stare da solo con il mio Jungkook e sperai che anche lui sentisse lo stesso bisogno. - Andiamo tutti a cena? - chiese quando fummo tutto insieme. Arricciai le labbra ma non dissi nulla. - Anio. - rispose Yoongi e lo ringraziai in silenzio. Erano talmente chiare le sue intenzioni che Hoseok arrossì e noi ridemmo. - L'idea non sarebbe affatto male! - rispose Jungkook subito dopo e quella volta l'unico che non sorrise fui io. Non perché non volessi, anzi; rimasi di sasso nel sentirgli pronunciare quella frase con tanta tranquillità. Quando Yoongi e Hoseok scapparono via, anche gli altri salutarono per proseguire la serata come meglio credevano. Mi voltai verso di lui: - Hai fame? - chiesi. Mi regalò uno sguardo talmente penetrante che mi sentii nudo: - Si, ma poi di qualcosa che non si mangia. - sbattei le palpebre un paio di volte deglutendo rumorosamente. Prese la mia mano e camminò veloce verso la macchina, quando sentii la mia schiena sbattere contro lo sportello mi si mozzò il fiato. Fiato che non riuscii a riprendere perché le labbra di Jungkook mi impedivano di respirare. La sua "fame" fu tanto contagiosa da farmi venire l'acquolina in bocca, acquolina che per altro, necessitava di essere saziata da un po'. Il gusto di Jungkook era afrodisiaco; ogni papilla gustativa danzava la Hula venerando ciò che quel ragazzo mi stava donando. Se questo era quello che sentivo con un solo bacio, non osai immaginare cosa sarebbe accaduto se avessimo fatto l'amore.

Una volta arrivati nella mia camera, non ci prendemmo la briga di accendere neanche la luce, ci bastava quel poco chiarore che faceva una luna timida. Le mie mani esperte si trovarono a disagio e quasi incapaci di fronte al corpo perfetto di Kookie. Per la prima volta mi sentii impacciato: - Che c'è hyong? - chiese stranito di fronte alla mia inaspettata inesperienza. - E che... - come avrei potuto spiegare a quel ragazzino che era la prima volta che facevo l'amore? Abituato ad usare il corpo altrui per sfogare i miei istinti? - Sei vergine Taehyung? - chiese divertito. Deglutii: - No ma di fronte a te, è come se lo fossi. - quando comprese le mie parole, sgranò gli occhi. Nel modo più delicato possibile, Jungkook prese a spogliarmi, toccandomi come se fossi stato la cosa più preziosa che avesse mai avuto. Fu la prima volta più bella di tutta la mia intera esistenza. Capii cosa significava amare qualcuno, riverire il suo corpo tanto da pensare di avere tra le mani il nettare proibito. La pietra filosofale. Jungkook divenne questo per me: un elisir di lunga vita in grado di conferirmi l'immortalità, costituendo la panacea universale per qualsiasi malattia. L'onniscienza, mi parve di acquisire la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male. Jeon Jungkook ebbe il potere di trasformami da metallo vile a oro.




"E quell'amore che
in passato non era nemmeno
potuto iniziare, ora posso dirlo,
È una favola che
non è concessa a nessun altro."

You Are My Everything
Gummy

𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora