"Penso di essermi perso,
questa è un'isola remota
lasciata da sola.
Non importa quanto corro,
sono sempre in questo posto.
Giro intorno ed intorno,
non posso mai scappare."Take me to you
Got7Avete presente quella sensazione di vuoto; quando vi sembra che la terra si sia aperta sotto ai vostri piedi? Quell'intenso dolore al petto che più passa il tempo e più sembra aprirsi in una gigantesca voragine? Era esattamente così che mi sentivo. Ogni piccola cellula del mio corpo pareva congelata e pronta alla distruzione. Riuscivo a sentire i rumori di ogni singola crepatura che si stava formando.
- Siamo una coppia io e te Hoseok. Soffri tu, soffro io. Ma se preferisci rimanere da solo allora io qui non ho più senso. - non solo le parole pronunciate avevano dilaniato la mia carne, il vederlo muoversi verso la porta, parve come se due enormi artigli mi avessero trafitto il petto. Sapevo com'era stare senza Yoongi, quel giorno che scappai via da lui, non lo rividi più e passarono due anni prima che potessi rincontrarlo. Ma adesso, consapevole dell'amore che provavamo l'uno per l'altro; l'aver fatto l'amore con l'unica persona che avevo sempre aspettato: mi metteva una realtà davanti che non ero pronto a vivermi. Se fino a quel momento ero rimasto immobile a capire se stavo davvero perdendo la persona che amavo, quando vidi che stava per andare via mi alzai di scatto raggiungendolo. Posizionai il viso sull'incavo del suo collo: - Non andare. - sussurrai, mantre le mie braccia avvolgevano i suoi fianchi.Quando le sue di braccia, strinsero il mio corpo, capii che avevo ancora speranza. Piansi, per tante cose: l'incidente, i lunghi anni lontano da lui, tutta la storia con Jimin, la mia costante paura di rimanere solo. Buttai fuori ogni goccia che avevo tenuto dentro per non rischiare di far vedere le mie debolezze. Si mosse, portandomi nuovamente sul divano; dal canto mio non lo lasciai andare neanche quando la posizione divenne scomoda.
- Raccontami tutto Hobieshi. Posso combattere mille guerre con te al mio fianco, mi basta sapere che ci sei per affrontare anche l'inferno! Parlami. - disse quasi supplichevole. Alzai il mio viso guardando il suo, sapevo quanto bello fosse ma quel giorno, mi parve di avere una delle visioni più belle di sempre. Raccontai tutto. I momenti in cui restavo solo e pareva avessi mille sguardi addosso. Quando in lontananza sentivo una macchina e mi portavo in un luogo che ritenevo sicuro. Il mentire a tutti, anche a me stesso che ogni cosa era al suo posto. Gli raccontai il giorno dell'incidente; quando prima di chiudere gli occhi vidi il suo viso nella mia mente chiamandolo con un filo di voce. Gli dissi che quando non riuscii a capire più dove fossi e cosa mi circondava, pensai di averlo perso per sempre.In silenzio, aveva ascoltato ogni parola, cercando di trattenere quelle goccioline che, ogni tanto, riuscivano a scappare. Mi sentii leggero, pareva volassi e fu una sensazione piacevole. Dopo tanto tempo mi sentivo bene. Capii di aver sbagliato; che per non perderlo, l'avevo tenuto all'oscuro e stavo perdendo me. Capii che era bello poter parlare con qualcuno, dirgli come ti senti e riuscire a stare meglio.
- È tutto. - finii, quando finalmente avevo buttato fuori ogni singola lettera. Presi a giocare con una delle sue mani, piccoli pezzi rari di porcellana finissima. - Ti chiedo scusa se non ho capito cosa stava davvero succedendo. Volevo vederti felice e mi sono convinto che tutto andava bene. - disse, cercai di controbattere ma non me lo permise. Poggiò un dito sulla bocca impedendomi di parlare. - Piccoletto hai parlato abbastanza e se non devi aggiungere altro ti pregherei di fare silenzio! - sentenziò cercando di trattenere un sorriso. Sentii il mio cuore riprendersi a poco a poco; siccome non spostava il dito cominciai a lasciare piccoli baci su di esso. I suoi occhi si accesero di una luce differente, una luce che conoscevo abbastanza bene.- Mmm. D'ora in avanti dobbiamo dirci tutto. - continuò ma aveva difficoltà. Stavo passando la mia lingua su tutta l'altezza del dito. Deglutì sbattendo le palpebre: - Jung Hoseok vorrei parlare seriamente. - disse ed io mi fermai. - Prometto che non terrò più niente per me! Qualsiasi cosa mi infastidisce o mi fa male sarai il primo a saperlo. E chiederei scusa anche io. - risposi. Non avrei mai più permesso alle mie paure di prendere il sopravvento; anche se banale, avrei detto ogni cosa alla persona che mi stava di fonte e quelle che mi volevano bene. Finalmente sorrise, carezzando piano il mio viso. Mi allungai verso di lui, finendogli quasi di sopra; la mano che dapprima aveva costeggiato tutto il mio volto, premette delicata sui miei fianchi. - Cosa vuoi Hoseok. Dimmelo! - sussurrò. Inumidii le mie labbra e, avvicinandomi ancora di più, strofinai il naso contro il suo. - Mi piacerebbe continuare a dirti quello che non ti ho mai detto. - sussurrai di rimando. Quella luce, se pur impossibile, parve farsi più luminosa e il respiro di Yoongi divenne ancor più pesante. - Ti ascolto. - disse in un rantolo. Non ci fu delicatezza nei gesti, quella volta non ne richiedeva. La mia esigenza fu lussuriosa, quasi violenta. Lo privai di ogni forma di impedimento, volevo Yoongi completamente nudo. Senza muovermi dalla mia posizione, divoravo ogni centimetro della sua bocca, della sua mascella; scendendo per tutto il collo fino a raggiungere quella porzione che aveva ospitato il mio pianto. Parve ancor più sacra.
Sentire Yoongi gemere era il più bel concerto a cui avevo mai assistito. Quella voce che amavo sembrava cantare una canzone solo per me. Cercò di togliere i miei di vestiti ma l'unica cosa che volevo sparisse furono i miei boxer. Ancora nel divano, ancora seduto; mi misi cavalcioni su di lui e quando capì quali fossero le mie intenzioni, spalancò gli occhi e cercò di dir qualcosa, invano. Mi ero già seduto su di lui in tutta la sua interezza. Entrambi trattenemmo il respiro: lui per l'inaspettato gesto, io per quell'attimo di dolore. Non era comunque importante, volevo fosse così, volevo sentire la carne di Yoongi dentro la mia. Volevo sentire quel male, come a togliermi tutto anche la disperazione. Quando aprì gli occhi, erano due pozzi neri e incandescenti; sentii di nuovo le sue mani sui fianchi e prendendomi le labbra, iniziò a manovrare i miei movimenti. Ero suo, totalmente ed incondizionatamente! Gli lasciai fare ogni cosa, anche quando prese il mio membro tra le mani, lasciai che fosse lui a condurre il gioco, era questo che volevo. Lasciarmi andare, pensare solo ed esclusivamente a Yoongi; senza remissioni. Si spostò poco più avanti ed io incrociai le gambe dietro la sua schiena, sentivo tutto e fu la cosa più bella che avessi mai provato in vita mia. Amare Yoongi ed essere amato. - Ti venero Min Yoongi. - sussurrai tra un gemito e un respiro affannato.
- Saranghaeyo nae nun-ui bich. - rispose e con il suono di queste parole, entrambi toccammo le stelle, chiamando l'uno il nome dell'altro."Se passo il mare e
attraverso l'orizzonte,
forse posso incontrati laggiù.
La ragione sei tu,
tu mi guidi.
La mia sola risposta sei tu.
Portami da te.
Prendimi.
Il vento soffia oltre l'orizzonte
e mi dice che l'unica ragione
per cui il mondo è unico,
sei tu!"Take me to you
Got7Nae nun-ui bich : tecnicamente dovrebbe significare "luce dei miei occhi"
Spero vi piaccia anche questo capitolo e che vi dia le stesse sensazioni che ha dato a me nella sua stesura. 💜
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𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦
Fiksi Penggemar- Probabilmente non si ricorderà di me. - dissi una volta letto i risultati. Sentii un sospiro pesante accanto a me. - Ma sei tu a ricordarti di lui, cosa cambia? - rispose il mio migliore amico. - Non vi siete neanche mai parlati, magari questa è l...