"Per te sono disposto
a sopportare tutta la
tristezza del mondo.
Anche se il mondo
è abbandonato,
mi fido di quel tuo sguardo.
È la mia verità."Truth
Yuna ItoDiciamo che l'università era diventata la mia seconda casa. Quando avevo ripreso gli studi e le lezioni, il mio tempo in camera era solo ed esclusivamente riservato al sonno. Per il mio Yoongi era la stessa cosa, considerando anche il fatto che cercava in tutti i modi di non lasciarmi mai da solo. Credetemi, gliene ero infinitamente grato. Nonostante mi sentissi bene, tutti i dolori e le ferite erano guarite; avevo il terrore costante che qualcuno mi osservasse. Quando capitava di dover passare da una classe ad un'altra e rimanere da solo, giravo lo sguardo alle spalle per vedere se la mia sensazione era sensata o frutto della mia immaginazione. Non c'era nessuno, a parte qualche universitario che gironzolava per infatti suoi. Yoongi non lo sapeva, così come Namjoon e nessun altro. Come potevo dire una cosa di questa alle persone che mi amavano e aspettarmi che il loro comportamento rimanesse sempre lo stesso? Non potevo dire nulla, avevo deciso di tenermi tutto dentro e sopportare da solo quel peso che sentivo perennemente nel mio petto. Ma quanto sarebbe durata quella farsa? Quanto tempo prima che qualcosa mi facesse uscire allo scoperto?
Letteratura era terminata; era stata la lezione più pesante di sempre, o semplicemente ero io che non stavo bene. Quasi tutti i miei compagni erano usciti dall'aula, rimasi da solo con l'insegnate. Presi tutto quello che avevo disposto sul tavolo ed uscii; dovevo raggiungere la sala di musica. Come ogni volta che i corridoio mi apparivano vuoti, sentivo crescere in me quella sensazione di malessere. Riuscivo a sentire ancora il rumore della macchina che, a tutta velocità, si avvicinava a me. Il mio cuore prendeva a battere così velocemente da far male. Passai una mano sul petto, cercando di alleviare almeno in parte, quel dolore incessante. Quando una mano, che senza la paura che sentivo addosso, avrei riconosciuto tra mille altri uguali; toccò la mia spalla, quello che avevo cercato di tenere ben nascosto mi tradì. Fu tutto veloce ed istintivo: chiusi di scatto gli occhi, portando le mani al viso come per proteggermi da quello che sarebbe potuto accadere. Le ginocchia si piegarono ed io mi sedetti sui talloni, in quel modo qualsiasi cosa mi avrebbe preso in punti meno dolorosi. Perché era questo quello che sentivo; quella fottuta macchina che mi colpiva lasciandomi senza fiato.
- Hobieshi. - la sua voce era un misto tra terrore e tristezza, mi figurai il suo viso ed evidentemente aveva gli occhi lucidi. Spalancai i miei e rimasi pietrificato; quale giustificazione avrei trovato? Quando la sua figura fu alla stessa mia altezza, i miei occhi sorressero i suoi: - Namjoonie. - sussurrai. Per certi versi fui felice che quella scena non fu vista dagli occhi di Yoongi. Sarebbe stato un grandissimo casino se così fosse stato. - Miane. - soffocò un Namjoon affranto. Cercai di sorridergli ma dalla sua espressione pareva avessi messo una maschera di Halloween. Mi prese per mano e aspettando che mi alzassi, mi trascinò via dai corridoi. - Ho lezione Nam, ne parliamo dopo. - cercai di dire, ma sapevo di stare parlando con il muro. Chiusi in una delle tante aule vuote, le braccia di Namjoon mi avvolsero in un abbraccio ed io mi sentii bene e male allo stesso tempo. Non volevo farli soffrire. - Da quanto va avanti questa situazione? - chiese, passando una mano sul suo volto. La mia immaginazione aveva avuto ragione.
- Da un po'. - risposi sospirando. Era inutile mentirgli o credere che mi avrebbe lasciato andare così facilmente. - E nessuno ne è al corrente. - non fu una domanda. Affermava quella che era la mia verità. Abbassai gli occhi, codardo fino a quel punto. Il mio migliore amico non parlava; ero certo che la sua mente stava pensando a cosa non aveva fatto caso, colpevolizzandosi. Stava parlando ma lo fermai: - Non è colpa di nessuno Nam. So cosa vuoi dire e non posso lasciartelo fare. - dissi e lui abbassò le spalle arreso.
- Sapevo che la mia calma era solo apparente. Attendevo la tempesta e questa è arrivata. - insolente, traditrice è devastante avrei voluto aggiungere ma l'espressione sul suo viso mi faceva male al petto. - Ti prego Nam, non devi dire niente a nessuno. Tanto meno a Yoongi, non lo sopporterebbe! - finii. Aveva il viso corrucciato, guardandomi come se non li riconoscesse. - Che cazzo vuol dire non lo sopporterebbe? Deve essere il primo a doverti sostenere altrimenti che razza di ragazzo hai accanto? - sapevo che si sarebbe innervosito; che non avrebbe capito il perché del mio silenzio. - Mi sostiene Nam. Ma non voglio dargli anche questo peso. - era anche vero che il tutto era stato creato da me. Era talmente forte il desiderio di vederlo felice che fui disposto anche a mentire pur di guardare il suo splendido sorriso.- Se Seokjin avesse problemi vorrei essere il primo a saperlo. Sono convinto che sia così anche per lui. Non puoi tenerlo in una bolla di vetro per sempre! - e nel dire queste parole spostò con un calcio il banco di fronte a lui e sul viso un dolore che non conoscevo. - Namjoon io non. - ma non potei finire perché il mio cellulare prese a squillare. - Yoongi? - sapevo che era lui ma non capii il motivo della chiamata. - Vita, ho lezione fino alle venti. Dice che siamo indietro con il programma e cose varie. Puoi aspettarmi? Puoi anche stare in aula con me, la professoressa ha detto che non ci sono problemi. - lo disse speranzoso. Sorrisi, bastava sentire la sua voce per stare meglio. - Se per te non è un problema ti aspetterò al dormitorio. Mi darà un passaggio Namjoon che è già qui con me. - dissi e ovviamente accettò, bastava che non rimanessi solo, fu la sua risposta. Gli occhi di Nam erano posati su i miei. - Stai facendo una grande cazzate! - disse ed usci, con me alle spalle.
Il tragitto fino al mio dormitorio fu silenzioso e carico di tensione. Namjoon era arrabbiato e non potevo fargliene una colpa. Mi ero convinto di avere ragione così come sapevo che anche lui ne aveva; forse più della mia. Quando gli chiesi se voleva salire scosse la testa e in completo silenzio, andò via. Era quello che avevo voluto evitare, rischiare di allontanare le persone che amavo. Non capii subito che la sua lontananza era stata causata dal mio silenzio. Come facevo sempre quando Yoongi non era in camera con me, per fortuna molto raramente, chiusi due volte la porta a chiave. Accesi tutte le luci e guardai dietro ogni porta, fuori in veranda e sotto il letto. Finito l'ispezione sospirai affranto e mi gettai di faccia sul letto. Mi aspettai che Namjoon mi dicesse che avrei dovuto parlare con qualcuno, che non potevo tenermi tutto dentro e altre cose che si dicono agli amici. In quel momento mi arrabbiai con lui, perché era talmente convinto delle mie ragioni che non riuscivo a vedere al di là del mio naso. Mi addormentai ancora prima che arrivasse Yoongi, quella giornata era stata pesante più del dovuto.
"Voglio suonare per te
questa melodia.
Credere al miracolo
che mi è capitato.
Anche se perdessi tutto,
questo sentimento
rimarrà per sempre.
È la mia verità."Truth
Yuna Ito
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𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦
Fanfiction- Probabilmente non si ricorderà di me. - dissi una volta letto i risultati. Sentii un sospiro pesante accanto a me. - Ma sei tu a ricordarti di lui, cosa cambia? - rispose il mio migliore amico. - Non vi siete neanche mai parlati, magari questa è l...