~ Care ~

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"Lascia soltanto che ti ami.
Dal momento della
creazione dell'universo,
tutto era già stato deciso.
Lascia soltanto che ti ami"

Serendipity
Park Jimin



Quella sera non dormii affatto. Il commento, il suo profilo, l'idea che potesse essere lui; m'impedivano di prendere sonno. Si stava buttando? Voleva farmi capire qualcosa? Ma soprattutto, era davvero lui? Mi sentii un coglione totale, non riuscire a capire se quel ragazzo era la mia cotta da anni oppure qualcuno che gli somigliava. Eppure, il mio cuore, diceva che avevo capito perfettamente. Come da previsione, mi svegliai tardi e quando raggiunsi l'università, il servizio fotografico era già cominciato. - Non hai sentito la sveglia? - chiese Seokjin quando lo raggiunsi. Non riuscii nemmeno a proferire parola. Lui era lì, che sorrideva timido all'obiettivo, ammiccava provocante e poi scoppiò a ridere. Li, ebbi la conferma che Hoseok o Hobie, erano la stessa persona che aveva riempito il mio cuore e vi aveva costruito una appartamento. Mi sentii mancare e sollevare allo stesso momento; mi tenni stretto al braccio di Seokjin e mi godetti lo spettacolo.

- Mi sa che abbiamo avuto la conferma che cercavamo. - disse il mio Seokjinie. Avrei riconosciuto il suono della sua risata ovunque. Ricordai quando, di nascosto, lo spiavo; lui sorrideva in compagnia del suo amico, lo stesso che cercava di metterlo a suo agio adesso. Finalmente l'avevo ritrovato ed ero stato un perfetto odiata. - Cosa vuoi fare adesso? - e cosa potevo fare? - Prendermi cura di lui. - mi ero fatto una promessa: se il fato avesse deciso di far incrociare di nuovo le nostre strade; non avrei permesso a nessuno di portarmelo via. Con fare naturale, mi avvicinai a Taehyung poggiando una mano sulla sua spalla. - Hai già pensato al cibo per questi ragazzi? - dissi, sbirciando nelle carte che teneva tra le mani. - Omo, il mio misterioso Yoongi. - disse quasi urlando. Sorrisi divertito. - Credimi, proprio questo aspetto mi è sfuggito di mente. Saresti così gentile da farlo tu per me? - chiese, carezzando la mia guancia. Mi scostai di poco e scossi la testa. - Certo. - mi disse dove potevo prenderli e mi diede i soldi.

Preso ciò che dovevo prendere per tutti i ragazzi che stavano in palestra, comprai il suo a parte. Sperando di vederci bene, acquistai le cose che più avevo visto pubblicate da Sunshine. - Credi davvero che quel profilo sia il suo? . - disse Seokjin che aveva deciso di seguirmi. -Visto che mi sto buttando a testa in giù da un palazzo alto 20 metri. - risposi e lui sorrise.
- Quindi vuoi proprio cominciare alla grande. - finì. - Ho da farmi perdonare due o tre cosette. E poi, Seokjin, parliamoci chiaro; se avesse ancora lo stesso pensiero di quel giorno, non intendo farlo andare via di nuovo. - e il mio migliore amico sorrise ancora. Avevo deciso e avevo deciso di andare avanti ma questa volta con lui.

Quando tornammo, il servizio era giunto quasi alla fine. Poggiai le cose da mangiare su un tavolo messo lì per l'occasione e avvisai Taehyung. Poi mi presi di coraggio e, sempre con il mio migliore amico vicino, raggiunsi Hoseok. - Tieni. Riposa un po', tanto penso che per oggi avete finito. - dissi, passandogli il sacchetto. Non aspettai che vi guardasse dentro, quel poco di coraggio che avevo accumulato per andare dritto da lui, era svanito non appena i suoi bellissimi occhi si posarono sui miei. Uscii dalla palestra e buttai tutta l'aria fuori, perché era così difficile? Non mi accorsi che Seokjin era rimasto dentro, non era importante, avevo bisogno di aria.
La giornata passò così in fretta che quasi mi dispiaceva dover andare via e aspettare il giorno dopo per rivederlo, ma era giusto così. Nonostante avessi la certezza di chi era, dovevo comunque andarci con i piedi di piombo.
Andai sul profilo dell'Università ma ancora non avevano messo alcuna foto così sbirciai un po' in giro quando mi apparve una delle foto più eccitante che avessi mai visto.

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Mono Quando un @Sunshine decide di uscire, illumina ogni cosa! #La notte delle stelle.

Non mi accorsi nemmeno dei commenti. Ingrandii la foto lasciando che i miei occhi memorizzassero ogni cosa riguardante il suo volto. Era cambiato dalle medie ma era rimasto comunque la cosa più bella che avessi mai visto. La mascella che contornava quasi la metà del suo viso, delineata perfettamente. Il naso, un po' all'insù, pareva scolpito nella pietra per quanto aureo appariva. E quelle labbra, rotonde e all'apparenza morbide; quante volte le avevo sognate? Chiusi gli occhi e presi a respirare lentamente, qualcosa sotto di me cercava di farsi largo tra gli indumenti.
Seokjin, come sempre, aveva un tempismo perfetto. - Ho una notizia importante da darti. - non aspettò nemmeno che dicessi pronto. - Immagino. - dissi sottovoce. Non parlò subito, cercava di capire in che situazione mi avesse beccato, sperai non ci arrivasse. - Ti stavi masturbando Yoongi-shi? - sprofondai la faccia sul cuscino. - Qual'è questa notizia. - avrei voluto dire ma uscì un lamento incomprensibile. Rise, di gusto. Cercava invano di trattenersi ma lo sentivo, ringraziai il cielo di essere al telefono.

- Mio piccolo tesoro, presto non farai più niente da solo. Ho il numero di Hobie! - finì ed io alzai lo faccia di scatto.
- Che hai detto? - chiesi, improvvisamente lucido. - È così un caro ragazzo. Sai che mi ha riconosciuto subito? Mi sono sentito quasi in colpa di non essermi ricordato di lui immediatamente. - era gioviale, quasi irriconoscibile. - Chi sei tu? Che ne hai fatto di Kim Seokjin? - chiesi fintamente preoccupato. - Se continui a fare il coglione ti puoi sognare che io te lo dia. - adesso lo riconoscevo. - Posso benissimo averlo da me. - e rise di nuovo.
- A proposito, ti ringrazia tanto. Aveva gli occhi che brillavano quando ha scoperto che il suo pranzo era differente. - e lo immaginai. Emozionato e timido allo stesso tempo, con le guance color porpora.

Il mattino seguente fu un dolce risveglio, sognai di lui e di qualcosa che sarebbe potuto accadere se tutto fosse andato per il verso giusto. Mi preparai e quando raggiunsi l'atrio del dormitorio, lui era davanti la porta. Mi bloccai a metà, incapace di muovere qualsiasi muscolo. Batteva piano le dita affusolate sul vetro di fronte a se, si vedeva che aspettava qualcuno, probabilmente il suo amico. La divisa dell'Università gli dava giustizia, rendeva il suo fisico ancora più longilineo. Scossi la testa e prendendo un gran respiro, mi avviai verso l'uscita, cercando di fare il finto tonto.
- Hyong? - quando mi chiamava per nome o era sfrontato; sapevo, più o meno, come gestirlo. Ma quando usava l'onorifico, con la sua voce incantevole, come potevo reggere? Mi tremarono le gambe, sbattei un paio di volte le palpebre e mi girai verso di lui. Porca puttana, avrei voluto togliergli quei vestiti di dosso per quanto eccitante era la sua figura. "Yoongi smettila di fare questi pensieri" dissi tra me e me. - Si? -

- Non ho avuto modo di ringraziarti per il pranzo di ieri. Sei stato gentile e premuroso. Davvero, kamsahamnida. - disse, unendo le mani e facendo un piccolo inchino. Sorrisi: - Sei il mio dongseng, è giusto che io mi prenda cura di te. - la sua espressione fu meravigliosa. Divenne rosso e sgranò gli occhi, incredulo a quello che aveva sentito. Sicuramente si accorse che avevo usato il mio e non un mio, perlomeno sperai fosse così. - Vuoi un passaggio? - chiesi guardando quegli splendidi occhi. Sorrise, un sorriso timido ma piacevole. - Se non ti è di peso, si, per favore. - sorrisi di di rimando felice della sua risposta. Sperai che quel secondo viaggio fosse diverso.

"Adesso ti prego,
rimani al mio fianco.
Per favore,
diventiamo un "noi."
Non voglio lasciare la presa.
Non posso semplicemente
affidarmi al destino."

Serendipity
Park Jimin

𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora