~ Can i have you, hyong? ~

109 13 2
                                    

"Ho trovato l'amore in te
ed ho imparato ad amare me stesso.
Non ho mai sentito di
poter essere tutto quello che vedi.
È come se i nostri cuori si fossero intrecciati
in una perfetta armonia.
Ecco perche' ti amo"

Why i love you
Major Johnson Finley




Dopo cinque lunghi anni, sperando che lui mi notasse, cercando in tutti i modi di potergli parlare o avere la possibilità di dirgli anche solo ciao; gli avevo detto che l'amavo. Quello che mi diede più gioia fu la sua risposta: anche lui amava me. Era possibile? Poteva una così perfetta creatura provare qualcosa per uno come me? Quando Yoongi andò via avevo promesso di prendermi cura di me stesso; diventando più forte, più bravo, più bello. Per due anni avevo portato il mio corpo a sforzi quasi disumani; in primis per piacere a me stesso, poi nella speranza di frequentare quell'università, poter finalmente piacere a lui. Credo che quello sia stato il giorno più bello di sempre. Non riuscivo a dire nulla, immobile sprofondavo dentro quell'occhi che avevo sempre sognato. - Ci sei riuscito a lasciarmi senza parole. - sussurrai. Sentivo ancora il suo respiro su di me e questo causava emozioni che non ero capace di controllare. - Se avessi saputo che bastava questo l'avrei fatto prima. - rispose, abbassando il suo sguardo sulle mie labbra. Non avevo più padronanza del mio respiro, la gabbia toracica si apriva e chiudeva ad un ritmo innaturale: - Hyong, non rispondo più di me se continui così. -

Rise, era probabilmente il più bel suono che avessi mai sentito. Portai le mie mani sulla sua bocca, passando lento il mio indice su di essa. Si bloccò, forse smise anche di respirare; erano perfette. Morbide, gonfie al punto giusto, di un rosso melograno, con sfumature sulle parti che che venivano a contatto tra di loro. Yoongi aveva un gusto tutto suo, era vero che non avessi mai fatto niente con nessuno, ma questo non comportava i baci. Era come mangiare kimchi caldo in una giornata di metà agosto insieme al Hwangnam-ppang. Mano nella mano, salimmo fino in camera mia ma non arrivai nemmeno ad aprire la porta. - Yoongi? - Jimin, in maglietta e tuta, era apparso sull'uscio della sua. - Jimin. - sentivo l'aria divenire pesante. M'inchinai per salutare ma lui non ricambiò. - Perché non rispondi alle mie chiamate? - il tono triste che aveva rivolto al ragazzo di fianco a me non combaciava con lo sguardo rude che mi aveva riservato. Deglutii: - È meglio che vada. - e voltandogli le spalle, entrai in camera mia.

Non ero a conoscenza di quello che successe in gita, sapevo solo che dopo quel giorno, la presenza di Yoongi fu costante. Odiavo Jimin e odiavo sentire quelle emozioni, non ero così. Era difficile che qualcosa o qualcuno non mi piacesse, capace di adattarmi com'ero. Eppure quella persona minuta faceva uscire fuori una personalità che non conoscevo. Ero fottutamente geloso! Era questa la verità e non ero abituato a quelle forti emozioni. Dopo una ventina di minuti sentii bussare, piano andai alla porta ma non risposi ne aprii. - Hoseok? Apri per favore? - la sua voce dolce, sussurrata appena mi faceva tremare quell'arto che non smetteva di battere. Mi portai la mano al petto massaggiandomi. "Calmati su." pensai. - Lo so che sei lì, ti prego, fammi entrare. - sospirai e aprii, incapace di resistere al diavolo in persona. Rimasto dietro la porta, vidi i suoi piedi entrar piano e il viso cercare me, nel trovarmi la sua bocca si estese in un sorriso di scuse. Distolsi lo sguardo e chiedendo la porta portai il mio corpo sul divano. Il mio silenzio aveva riempito una camera buia, per tutto il tempo in cui vi ero entrato non avevo acceso nessuna luce.

- Quando mi scelsero per la gara non ero pronto. Troppo insicuro di me stesso. - cominciò. Corrugai la fronte e lo guardai negli occhi. Non mi ero mai accorto che sentisse questo, per me era l'essere umano più sicuro di se che avessi mai conosciuto. - La sera delle esibizioni, mi prese un attacco di panico. Non riuscivo a respirare, mi batteva così forte il cuore che pensai di stare avendo un infarto. - i suoi occhi si erano velati di un patina di tristezza. Desideravo ardentemente abbracciarlo ma mi limitai a sfiorare la sua mano, rimasta poco vicina alla mia coscia. Abbassò lo sguardo su di esse e, prendendola tra le sue, continuò a parlare. - Seokjin non c'era e l'unico che davvero se ne accorse fu Jimin. Portandomi lontano da tutti e tutto, mi aiutò a riprendere la calma. Mi accudì fin quando non toccò a me. - colui che credevo essere una persona forte, mi stava confessando la paura del palcoscenico. Mi sentii più legato a lui, perché capivo esattamente cosa significava. Jimin, cominciò a farmi quasi simpatia; quasi. - In verità anche dopo e per puro egoismo, lo lasciai fare. Perché mi piacevano le sue attenzioni, perché qualsiasi cosa avessi avuto bisogno lui era pronto a darmela. E nonostante mi resi conto che la cosa stava diventando più grande di me, lasciai che tutto rimanesse com'era. - disse, scuotendo la testa. Giocava ancora con la mia mano.

- Mi dispiace di essermi comportato così e avergli fatto credere cose che non sono mai esistite. Ma tu devi smetterla di scappare ogni volta. - disse, riportando la sua attenzione su di me. Serrai la mascella e allontanai la mano dalle sue. - Mi sento di troppo quando voi due siete insieme. - sembrava sempre che mi mettessi in mezzo a due innamorati. - Non ho sentimenti per Jimin. Non ho mai avuto sentimenti per nessuno all'infuori di un ragazzino sempre sorridente che sapevo si chiamasse Hobie e che stava nella 206. - finì sorridendo. Abbassai lo sguardo sentendo le guance in fiamme. - Devi credermi Hoseok. - pronunciando l'ultima frase, si era avvicinato pericolosamente. Alzai gli occhi incollandoli ai suoi: - È proprio questo il problema hyong. L'ho sempre fatto. - non c'era modo di spiegargli che tutte le volte che i nostri occhi s'incontravano, io sapevo cosa voleva dirmi. Ogni volta che per sbaglio ci trovavamo nello stesso corridoio e lui cercava di sorridermi, ero consapevole che quel sorriso l'ho dedicava solo a me. Come potevo dirgli, ad alta voce, che il mio cuore sapeva che un giorno saremmo stati nella stessa stanza, seduti accanto e mano nella mano? Le sue dita sfiorarono il mio viso, scendendo piano dalla tempia finì al mento. Il pollice si posò dedicato sulle mie labbra che sentivo bollire. - Ti sei preso il mio cuore tanto tempo fa. È tuo. - sussurrò e le sue labbra si avvicinarono alle mie.

Tenni gli occhi aperti, volevo guardare l'unico volto che aveva riempito, costantemente, i miei pensieri. Mi allungai di rimando azzerando la minima distanza che ci separava. Erano esattamente come le ricordavo, se non più buone dopo quello che mi aveva detto. Strinsi tra le dita i suoi capelli avvicinandolo più a me, lo sentii gemere e questo mi fece perdere completamente il controllo. Spingendolo nell'angolo del divanetto, mi portai sopra di lui, una gamba te le sue e l'altra a circondargli il fianco. Ripensai immediatamente alla sera in albergo, questa volta però, più consapevole di quello che stavo facendo. Le sue mani si portarono sui miei fianchi frizionando quanto bastava per farmi andare in tilt tutti i sensi. Sensi che non avevo mai avuto modo di sperimentare. L'udito ad esempio: era come se sentissi ogni piccola cellula del suo organismo spostarsi e contorcersi sotto di me. La vista: notai particolari del suo viso che mi erano stati celati fino a quel momento; particolari per altro, che lo rendevano ancor più splendido di quello che già era. Il tatto: i miei polpastrelli parevano ancor più sensibili tempestando i miei centri nervosi di piccole e piacevoli scosse elettriche. L'olfatto: Yoongi possedeva un odore lontano miglia da tutti gli altri che avevo sentito; sapeva di una giornata invernale al mare, quando l'odore dell'oceano è ancora naturale, senza contaminazione dell'uomo. Ed infine, forse per me quello più importante, il gusto. Baciare Min Yoongi era come mangiare un bastoncino intero di zucchero filato; immergere le fragole nel cioccolato e una volta fredde, assaporarne ogni piccola parte. Infine, perché non si è mai sazi di baciare Yoongi, somigliava ad una delle cioccolate calde più buone e mai assaggiate prima. Le mie sinapsi erano totalmente e incondizionatamente innamorate di lui.
- Posso averti hyong? -

"Ho trovato
l'amore in te
e nessun altro amore sarà.
Ogni momento che sorridi
scaccia via il dolore.
Per sempre e per un po'
nel mio cuore è dove starai."

Why i love you
Major Johnson Finley
















Hwangnam-ppang: sono delle piccole paste ripiene di crema di fagioli rossi, originarie del distretto di Gyeongju

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Hwangnam-ppang: sono delle piccole paste ripiene di crema di fagioli rossi, originarie del distretto di Gyeongju. Qui sono state create attorno al 1939, periodo in cui questa zona era ancora sotto il dominio dei giapponesi.

𝑆𝑝𝑟𝑖𝑛𝑔 𝐷𝑎𝑦Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora