Mentre affondo a lama nella mia pelle, sento la campanella suonare. Velocemente, infilo la lametta nella mia pochette nera e mi guardo allo specchio. Faccio una smorfia: i miei capelli marroni sono arruffati, i miei occhi grigio-azzurri sono spenti con delle "meravigliose" occhiaie e le labbra sono secche.
Comunque mi chiamo Elizabeth Wright, Sfigata se incontrate qualcuno che vi chiede chi sono (cosa molto improbabile). Sono bassa e magra, poco sviluppata. Ho un passato difficile, vivo con i miei genitori, molti sensi di colpa e voglia di sparire. Il presente è ancora peggio: demoni che ritornano, prese in giro, delusioni, tradimenti e autostima pari a zero.
Esco dal bagno e mi dirigo nella mia classe. Un briciolo di fortuna sta dalla mia parte: sono in ultimo banco. Prendo un foglio e comincio a disegnare quello che provo. Ragazze tristi, cuore spezzato, il mare, la scogliera, la voglia di poter scappare oppure anche solo cominciare a vivere. Perché è questo che mi manca: provare emozioni nuove, travolgenti, da togliere il fiato. Alzo lo sguardo e tutti stanno chiacchierando, tanto che la prof li richiama almeno venti volte in un secondo. Alzo gli occhi al cielo e spero che queste lunghe ultime due ore finiscano in fretta.
Appena suona la campanella, metto la matita e il foglio dentro lo zaino, completamente a caso. Ammetto che come primo giorno di scuola è stato abbastanza tranquillo. Mi alzo, mi metto la cartella sulle spalle e mi avvio all'uscita da quell'inferno.
"Ehi, bellezza! Dove vai con così tanta fretta?" esclama un ragazzo ghignando, Jonathan Harris. Il ragazzo che tutti vorrebbero, ammetto anche che è figo, ma non fa per me. Capelli biondi, occhi grandi e verdi, bel fisico, piercing nero nel labbro inferiore, ragazzo superficiale e un sacco di ragazze che gli sbavano dietro.
Accidenti a me e alla mia boccaccia! Non potevo tirare un sospiro di sollievo appena arrivavo nel mio posto preferito?
Ed ecco che ricominciano, i ragazzi più popolari della scuola se la prendono con tutti, ma soprattutto con me. Sanno che li diverto, sanno che sono fragile.
"Da quando in qua ti fai gli affari miei?" chiedo, guardando intensamente il leader del gruppo.
"Volevo solo essere educato, sfigatella" non regge il mio sguardo e lo abbassa. Sembra quasi che arrossisca, ma è solo il frutto della mia immaginazione.
"Bell'educazione di merda" ribatto.
Ma che mi prende? Di solito non rispondo mai, preferisco scappare, cosa che dopo me la facciano pagare e li conosco abbastanza da poter dire che riuscirebbero ad umiliarmi davanti a tutti.
Noto che una ragazza si è fermata e mi sta osservando. Non l'avevo mai vista prima, credo sia nuova. Di solito, quando esco da scuola, cerco di osservare gli studenti, tanto per deprimermi ancora di più. Sono masochista, lo so.
Scappo prima che qualcuno possa dire una parola, corro a perdifiato fino alla scogliera, mi rifugio dietro una roccia, lancio lo zaino per terra, mi rannicchio con le gambe al petto e scoppio a piangere.
Ancora una volta, i ricordi e la consapevolezza che non sono niente di speciale hanno preso il sopravvento e sono crollata. Ma come può una persona andare avanti così?
*spazio autrice*
Spero che la storia vi piaccia! Mi sono accorta che l'inizio è un po' lento, ma pensavo almeno di presentare i personaggi. Se vi piace mettete una stellina e anche un commento se vi va ;)
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Save me forever🌹
Romance[IN CORSO♡] Questa è la storia di Elizabeth Wright. Lei non ha mai avuto una vita facile, anzi è piena di delusioni, tristezza e demoni che ritornano sempre. Ma una persona può sempre vivere solo nella tristezza? Esiste un angelo che può salvarti...