Capitolo 17

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"In cosa consiste il gioco, prof?" Chiede un ragazzo.
"Cominceremo con una caccia al tesoro, ognuno avrà un colore diverso e si dovranno affrontare alcune prove. Se la prova riuscite a superarla, allora avrete il cartellino e proseguirete, sennò rimarrete bloccati in quello stand finché non superate la prova"
Insieme, cominciamo a camminare e cercare i cartellini. Sinceramente quest'attività mi mette ansia.

"Raga' sono tre ore che camminiamo, sono stanco" dice uno del gruppo di Jonathan.
"Non troviamo niente" dice lui di rimando.
"Non dicevano che gli uomini sono tenaci?" Chiedo con un sorriso.
"Solo per alcune cose" dice con un sorriso provocatorio Jonathan.
"Chissà quali..." risponde Alexa alzando gli occhi al cielo.
Sono tutta sudata, nel frattempo mi sono tolta la felpa e indosso una canotta rosa pesca.
"Dai, andiamo!"
Però più camminiamo, più sembra che i bigliettini del gioco si allontanino da noi. Comincio a sbuffare, non ne posso più di camminare. Ho giudicato i ragazzi, ma alla fine sono come loro.
Alla fine decidiamo di riposarci un'attimo e sgranocchiare qualcosa.
"Sei stanca tesoro?" Mi chiede Alexa osservandomi e mettendomi un braccio sulla spalla.
"Troppo"
Mangio una mela e intanto guardo i messaggi dal telefono. Solo uno da Thomas, ma sinceramente adesso preferisco stare in compagnia.
Ricominciamo a camminare e si fa sera.
"Ragazzi, non dovremmo tornare indietro?" Chiede Alexa.
"Si sta facendo buio..." dico esitante
"Uhm, avete ragione. Dai, ragazzi. Su le chiappe da terra!"
Scoppio a ridere per la battuta di Jonathan. In effetti ha ragione, i suoi amici si sono lamentati tutto il tempo. Appena ricominciamo a camminare il ragazzo mi si avvicina.
"Ehi bellissima" mi sussurra sensuale.
Ecco cosa stavo aspettando, ecco perché non ho risposto a Thomas, ecco perché ogni volta che bacio il mio ragazzo non mi sento felice. Perché io in realtà amo Jonathan. In realtà amo il modo in cui mi fa sentire, amo il fatto che mi fa sempre mettere in discussione, mi fa sempre spuntare nuove domande, mi fa buttare la lametta.
"Vedo tutte le rotelline del tuo cervello lavorare freneticamente" ride e io con lui "A cosa pensi?"
"Sai, ho appena ammesso a me stessa che io ti amo, ma so che tu non ricambi, sai che casino" penso.
"Niente di che" dico, non curante anche se dentro di me si sta scatenando una ballata di farfalle, che ballerini spostatevi.
All'improvviso inizia a piovere, tutti cominciano a correre e cercare riparo. Io no. Io amo la sensazione delle gocce che scivolano sulla mia pelle nuda, i brividi, i capelli che si appicicano al viso e alla schiena. Vedo che nemmeno Jonathan si è mosso e mi trascina via. Io lo seguo e lui mi mette tra il suo corpo e un tronco di un albero.
"Elizabeth...non so cosa mi fai sentire..." si avvicina ancora di più a me e mi prende per i fianchi "Ma non sai quante cose voglio farti. Voglio esserti più che amico"
Mi si avvicina e ci baciamo con foga, sento il metallo del piercing sulle labbra e metto la lingua tra i denti per sentire quel sapore metallico mischiato al suo. E in questo momento mi dimentico di tutto. Mi dimentico dei miei problemi, mi dimentico del fatto che io sia un problema, mi dimentico delle gocce di pioggia, mi dimentico che siamo in gita e ci possono scoprire a baciarci, mi dimentico del mio ragazzo. Ci siamo solo io e lui in una perfetta sintonia.
Lui mi accarezza i fianchi con irruenza e io gli afferro i capelli e li tiro. Fa scivolare la sua lingua nella mia bocca e comincia ad esplorare quest'ultima. Ansimo e lui mi prende in braccio. Vorrei che questo momento non finisse mai.
Quando ci stacchiamo, stiamo sorridendo. Ci guardiamo negli occhi e io mi perdo nei suoi. Adesso riesco a vedere il suo dolore, vedo i momenti brutti che ha passato e ho sbagliato a giudicarlo male. Adesso nei suoi occhi vedo una scintilla, un fuoco che crepita per me.
"Ti amo Elizabeth Wright, mi dispiace per l'inferno che ti ho fatto passare, ma era l'unico modo per attirare la tua attenzione. Lo capisci?" Sussurra con voce rauca. Mi fa impazzire.
"Sì..anch'io ti amo Jonathan Harris"
Lui sorride e mi bacia il collo. Dei brividi mi percorrono lungo la schiena, ci stacchiamo e mi prende per mano. "Prendi questa" si sfila la felpa e me la porge.
"Ma è tutta bagnata!" Esclamo e scoppio a ridere.
"Sempre meglio di niente, no?"
La prendo e me la metto sopra le spalle. Inspiro il suo odore e torniamo al campo senza smettere di sorridere.

*Spazio autrice*
Ciauu tesoriii, scusate se non ho aggiornato prima. Che stress. La scuola mi sta facendo impazzire.
Comunque spero che la storia vi stia piacendo
Un bacio, Maddy💓

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