La prima cosa che sento sono delle voci. Parlano sottovoce e io mi sento bloccata nel mio corpo, quasi in una prigione. Cos'è successo prima? Non lo so. Vedo solo nero e queste voci che tartassano la mia mente come un martello pneumatico. Qualcuno mi tocca la mano e me la accarezza delicatamente. Vorrei ritrarmi, ma il mio corpo non risponde ai miei comandi e odio questa sensazione. Lentamente riesco ad aprire gli occhi e sbatto le palpebre più volte. Una luce fortissima mi acceca e vedo i soliti puntini neri ballare davanti ai miei occhi e mi guardo intorno. Devo essere stata proprio male per essere in ospedale, vedo un ragazzo alla mia destra che si tiene la testa fra le mani e sento ancora il calore della sua mano. Di colpo, ricordo tutto, come uno schiaffo inaspettato e piango silenziosamente. Forse ho emesso un singhiozzo perché Jonathan alza la testa e mi abbraccia. Gli faccio un po' di spazio nel lettino e si stende vicino a me. Mi prende le mani e mi bacia la fronte.
"Ricordi tutto?" sussurra. Con la gola serrata annuisco e mi scende un'altra lacrima. Me la asciuga col pollice e mi accarezza la guancia.
"Avrei dovuto portarti via invece che prenderlo a pugni. Avevi bisogno di me e io non ci sono stato. È che immaginare..." gli metto un dito sulle labbra e lo abbraccio. Mi schiarisco la gola e inizio a tossire.
"Se tu non ci fossi stato" sussurro lievemente e deglutisco a fatica "mi avrebbe umiliata per strada, proprio come una puttana qualsiasi, svestendomi della mia dignità, della mia persona, del mio essere donna"
Lui stringe le labbra "Ma avevi bisogno di conforto e c'ero solo quando è arrivata l'ambulanza" abbassa lo sguardo.
"Tu sei perfetto così come sei" sussurro e lo bacio dolcemente. Mi attira a sé e mi coccola. Sorride e stringe la presa pizzicandomi i fianchi. Sento che è teso come una corda.
"Va tutto bene?" alzo la testa e lo guardo. È bellissimo come il primo giorno di liceo. I capelli scompigliati, fronte corrucciata, le sopracciglia perfette, il naso piccolo ma proporzionato, labbra carnose, quel piercing che rende unico ogni bacio mischiando carne e metallo, guance arrossate e quelle piccole fossette che si formano quando sorride.
"Sì...no..." Sorride.
"Forse?" rido e lo guardo. Lui sospira e si passa una mano tra i capelli.
"Sei rimasta in ospedale per due giorni, avrei voluto saltare scuola, ma la mamma mi ha costretto ad andare. Ho trovato una semplice scusa: sei scivolata e poi svenuta" sorrido e lo bacio.
"Grazie amore. Ma...?"
"Il punto è che oggi c'era un'assemblea d'istituto e per noi ragazzi, subito dopo gli esami, ci hanno proposto una gita..." trattiene il respiro e mi guarda.
"Dove andremo amore?"
"A...Verona"
Il mondo mi crolla addosso. La città natale di mio padre. Non può andare a finire bene. Le parole mi muoiono in gola, i ricordi sovrastano la mia mente rovinati per sempre da quel mostro di mio padre. Potrò mai affrontare i demoni del mio passato? Farà male rivivere i ricordi meravigliosi che contengo della mia infanzia? Ma soprattutto troverò mai una risposta a queste domande?
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Save me forever🌹
Romance[IN CORSO♡] Questa è la storia di Elizabeth Wright. Lei non ha mai avuto una vita facile, anzi è piena di delusioni, tristezza e demoni che ritornano sempre. Ma una persona può sempre vivere solo nella tristezza? Esiste un angelo che può salvarti...