Capitolo 31

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"Mi hai fatto prendere un colpo amore!" rido e mi avvicino al letto.

"Non pensavo tutta questa confidenza dopo anni che non ci vediamo, polpettina"

Mi blocco di colpo e indietreggio finchè non sento il muro freddo contro le mie spalle nude. Un brivido mi corre lungo la schiena e guardo con occhi di fuoco l'uomo che mi ha abbandonata quando avevo più bisogno di lui. L'uomo che ancora adesso devo chiamare "padre".

"Vattene" dico freddamente "Non voglio avere nulla a che fare con te"

"Non ti sono mancato nemmeno un po'?"

"Nemmeno un po'"

"E' una cosa brutta da dire, lo sai?"

"Sarà sempre migliore di quando ci hai abbandonate"

"Eri solo un disastro, avevi bisogno di tempo e adesso ti ritrovo qui vestita da puttana" fa un ghigno.

Ecco perché non volevo incontrarlo. Era lui a farmi credere tutto questo, era lui ad essere uno dei miei più grandi demoni.

*Sto piangendo, chissà da quanto, finchè qualcuno non mi prende in braccio e mi culla. E' mio padre, lo riconosco dalle braccia tatuate, dal suo profumo e mi accoccolo. Ricomincio a piangere più forte mi appoggio con la fronte contro il suo petto finchè lui non mi butta a terra.

"SMETTILA DI PIANGERE CAZZO!" mi prende per il collo e io non accenno di smettere "o morirai"

"Allora, se hai il coraggio, fallo. Non ho paura della morte" sussurro guardandolo negli occhi, il mio peggior incubo. Dopo alcune esitazioni, mi lascia e mi accascio a terra.

"Sei solo un disastro e una delusione" mi dice schifato ed esce dalla stanza lasciandomi sola, come hanno sempre fatto tutti.*

"Non ti voglio qui. Esci dalla mia stanza." gli indico la porta col gomito, ma lui si avvicina. Mi sale prepotente il suo profumo alle narici e scosto la testa di lato.

"Lo so che mi vuoi" mi sussurra sensuale e mi accarezza una guancia. Qualcosa scatta in me e gli prendo il polso con una mano.

"Non toccarmi." sibilo.

"Sennò cosa fai? Mi dai una pacca sulla spalla?" fa un ghigno e ride. All'improvviso sento dei piccoli colpi contro la finestra e capisco che è Jonathan. Lui sa tutta la mia storia e so che può aiutarmi. Solo lui può farlo, ma ho solo una possibilità per farlo entrare perché se l'uomo che è davanti a me scopre la sua esistenza, mi bloccherà e non potrò far nulla, solo subire e pregare che tutto finisca al più presto possibile. Raccolgo tutte le mie forze e do uno spintone a mio padre che barcolla e, nell'attimo di confusione che gli ho provocato, apro la finestra. Il mio ragazzo sale sull'albero e atterra in camera mia, veloce come un fulmine. Mi sorride e poi vede la figura barcollante di un uomo che non ha mai visto.

"E' tuo padre?" mi sussurra prendendomi per i fianchi. Mi muoiono le parole in gola e faccio un cenno positivo con la testa. "Io lo ammazzo cazzo, ti ha rovinato la vita"

Con una mano mi fa portare dietro di lui e mi nascondo dal mostro che mi ha perseguitata per anni. Si alza e il ghigno di poco fa si allarga ancora di più.

"Adesso ne ho la prova che sei una puttana, polpettina mia" scoppia a ridere, Jonathan stringe i pugni e io lo tengo per le braccia

"Vuole solo provocarti" sussurro

"Ma non dice alla MIA ragazza una cosa del genere, nessuno può dirla, sennò lo ammazzo cazzo!"

So per certo che non andrà a finire bene.

*spazio autrice*

vi era mancata la suspence? Mi sento troppo cattiva, ops. Ci ho messo davvero tantissimo a scrivere questo capitolo e spero vi piaccia

Maddy❤

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