Capitolo 22

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Appena scendiamo dal bus, Jonathan mi fa fare una piroetta e mi bacia. Il tempo sembra rallentare e tutti ci fissano. Le guance mi vanno a fuoco e ci stacchiamo.
"A domani cucciola"
Mi strizza l'occhio e se ne va. Lo guardo allontanarsi e la mia migliore amica mi da una pacca sulla spalla.
"Pronta?"
"Magari" le strizzo l'occhio e mi incammino verso casa.
Indosso le cuffiette e mi immergo nel mio mondo.
"Amore vieni con me
Scappiamo a New York
Se stiamo insieme
Di paura non ne avrò"
Sorrido e mi soffermo nei particolari della mia via. Ai lati della strada ci sono un sacco di alberi e fiori, soprattutto i non-ti-scordar-di-me. Sorrido e cammino più svelta. Appena arrivo a casa, mi soffermo sulla soglia e mi tolgo gli auricolari. Faccio un respiro profondo e trascino la valigia nell'entrata della casa.
"Sono a casa mamma!" urlo.
Nessuna risposta. Lascio la valigia nel corridoio e cerco in tutte le stanze. Per ultima vado in cucina. Tutte le luci sono spente, mi addentro nella stanza e si accendono di colpo. Faccio un salto fino al soffitto.
"Mamma! Mi hai fatto prendere..."
Mi muoiono le parole in gola perché davanti a me c'è mia sorella che credevo di aver perduto per sempre.
"Ciao Pimpa" mi sorride timidamente
Rimango impietrita e mi salgono le lacrime agli occhi. Mi chiamava così perché mi piaceva un sacco quel cartone, quante volte abbiamo fatto finta che i peluche fossero veri, ci dicertivamo così tanto...
Poi quando mio padre se ne andò di casa, decise di portare con sé anche mia sorella. Me ne accorsi solo il giorno dopo, a colazione. I due posti vuoti che nessuno avrebbe mai più colmato, sia nelle sedie che nel mio cuore in frantumi. Lei si chiama Catherine, siamo praticamente identiche fisicamente tranne per gli occhi, lei ce li ha color nocciola. Lei ha due anni in più di me. Siamo sempre state molto legate, non riusciva mai a dividerci nessuno.
Le salto al collo e la abbraccio fortissimo. Lei singhiozza e io appoggio la mia faccia sul suo collo. Rimaniamo così in un tempo rallentato, ci siamo solo io e lei, in un piccolo infinito che avevo dimenticato.
"Avevo paura di averti persa per sempre, sorellina" sussurra singhiozzando
"A-anch'io"
Mi stringe più forte e sospira.
"Mi sei mancata troppo" le sussurro
"Anche tu piccolina"
Ci stacchiamo dall'abbraccio e lei mi stampa un bacio in fronte
"Ma non mi sono mai dimenticata di te"
"Nemmeno io"
Sorride e la prendo per mano. Saliamo le scale, arriviamo in camera mia e le racconto cos'è successo in tutto questo tempo.
"Ne sono successe veramente un sacco" commenta "Gesù, volevi farla finita! Ma che ti salta in quella testolina che ti ritrovi?"
Rido e le tiro uno schiaffo sulla spalla
"Sai che non sono stati degli anni stupendi"
"Lo so, Pimpa. E con i ragazzi?"
Sospiro e le spiego cosa sta succedendo
"ASPETTA-ASPETTA-ASPETTA. Tu mi vuoi dire che prima non eri amica di nessuno e adesso sei contesa tra i due ragazzi più popolari e carini di tutto il liceo?! ODDIO!!"
"Lo so..ed è un tale casino.."
"Dai tempo al tempo, sorellina"
"Sembra una frase fatta"
Mi tira un cuscino dietro e io glielo ritiro addosso. Cominciamo a fare la guerra fino alle undici di sera e poi cominciamo a mangiare pop-corn fino a quando non ci addormentiamo abbracciate.

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