Capitolo 13

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Io ho visto male. Chiudo gli occhi e poi li riapro lentamente. Niente. Lui è ancora lì che la bacia. Qualcuno mi urta e mi da un bicchiere ancora pieno forse di vodka. Anche se non so cosa sia, lo prendo e lo bevo. Mi brucia la gola, lo stesso bruciore che non sento da tempo. Mi passo i polpastrelli nel braccio e continuo a guardare la scena. Mi salgono le lacrime agli occhi e scappo via. Esco dal locale, già senza fiato, ma non mi fermo. Mi dirigo verso la mia adorata scogliera, scavalco la staccionata di legno e mi accascio a terra, tenendomi il fianco dolorante a causa della corsa. Le lacrime scendono copiose sul mio viso, ansimo. Non riesco nemmeno più a respirare e mi metto una mano sul petto, quando sento il ferro congelato della lametta. Me la sfilo lentamente, come in una di quelle scene dei film a rallentatore, quando il tempo sembra che si sia fermato. E poi ricomincio il solito tran-tran.

Avevo ragione fin dall'inizio, non devo fidarmi di nessuno perché prima o poi ti tradiscono. Non sono speciale, vengo subito rimpiazzata. Non sono il genere di persona che qualcuno vorrebbe al suo fianco, sono piena di problemi, un sacco di demoni e voglia di sparire. Non so essere forte, questo era solo un tepore. Questa era solo la tregua prima della tempesta, era l'occhio del ciclone.

Quanto mi mancava quella sensazione di brivido sulla pelle, il bruciore dopo i tagli, vedere il sangue sgorgare e sorridere. Non so per quanto tempo rimango a guardare il mare infrangersi contro gli scogli, i capelli ormai sono incollati al mio viso a causa della pioggia, il vestito rovinato dal fango. So solo che ad un certo punto, qualcuno mi abbraccia. Uno di quelli abbracci che ti rompono le costole, ma ti mettono a posto i cocci del cuore.

"Non farlo, ti prego" sussurra. Quella voce la riconoscerei anche se fossi sorda. Jonathan.

"Perché non dovrei?"

"Perché...da quando ci sei tu tu mi migliori anche se non sembra ti osservo molto e devo ammettere che siamo uguali alla fine e sì io ci tengo a te, anche se non lo dimostro"

Mi stringe ancora più forte e butto a terra la lametta. Inspiro il suo odore e lui si abbassa. Ci avviciniamo sempre di più...

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