Capitolo 29

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Una settimana dopo vengo rimessa dall'ospedale. Mia madre è ancora determinata sul fatto che devo andare in Italia ad incontrare mio padre, ma non ci andrò.
A scuola è ricominciato il solito tran-tran anche se spesso ripenso a quello che ho fatto nei bagni. Sono dei flashback che non riesco ad evitarli. Dolore, lacrime, urli senza parlare, sangue e lamette. Ma per fortuna il mio angelo di nome Jonathan Harris è sempre lì a salvarmi.
"WRIGHT!"
Alzo la testa di scatto impaurita. Non so come, ma mi sono addormentata e sono ancora in primo banco vicino a Jonathan.
"Mi scusi professoressa" dico abbassando la testa.
"Vai in bagno, ti svegli e poi ritorni" mi guarda con sguardo severo e mi alzo.
Faccio quello che dice e mi guardo allo specchio. Eccola lì di nuovo. La vecchia me del passato. Il ciondolo con la lametta lo porto sempre sotto tutti i vestiti e il contatto con la mia pelle, in questo momento, me lo fa bruciare come se fosse un tizzone ardente. Distolgo lo sguardo dallo specchio e mi sciacquo la faccia con acqua congelata. Mi asciugo con un fazzoletto, esco dal bagno e sto per tornare in classe quando qualcuno mi prende con forza e mi preme contro il muro.
"Non così in fretta, piccola" la voce sensuale di Jonathan mi fa sciogliere e mi tremano le gambe.
"Perché hai lasciato che dormissi? Lo sai che se mi mandano al bagno io.."
"Amore sono qui. Anche adesso che dovrei essere in classe"
Mi salgono prepotenti le lacrime agli occhi e mi scorrono sulle guance. Lui me le asciuga e mi accarezza gli zigomi.
"Io sono qui" sussurra. Lo stringo a me e lui mi culla per quello che sembra un tempo infinito. Il momento magico si spezza al suono della campanella e ci sciogliamo dall'abbraccio.
"Grazie per tutto quello che fai per me" sussurro.
Lui mi prende le mani e le stringe.
"Lo faccio perché ti amo, non ringraziarmi"
Mi sorride e lo bacio stuzzicandogli il piercing con la lingua. Mi stringe i fianchi e mi morde il labbro.
"Mi fai impazzire.." sussurra.
"Anche tu" sorrido.
"E questo non togliertelo mai"
Mi accarezza le labbra con il pollice e torniamo in classe.
"MA ECCOLI I DUE PICCIONCINI!" urla Alexa.
Avvampo e le tiro una gomitata sulle costole. Lei si lamenta e mi fa la linguaccia. Continuiamo a battibeccarci per tutta la ricreazione finché Jonathan non si intromette e mi abbraccia da dietro.
"Avevo un'idea.." dice titubante.
"Spara" dice in tono di sfida la mia migliore amica.
"Volevo presentarvi ai miei amici"
"Non se ne parla" dice convinta Alexa.
"Sono delle persone come me, innoque e se provano a toccarti poi se la vedranno con me. Ci tengo tanto, vi prego"
Fa una faccia da cucciolo e cedo.
"Va bene verremo"
Lui si illumina, mi prende in braccio e mi bacia.
"Non sai quanto mi rendi felice piccola mia" dice ridendo.

*Inizio flashback*
Come ogni mattina arrivo qui, nel solito banco. Lancio lo zaino e mi accascio sulla sedia. La sera prima ho litigato con mia madre e ne sono uscita distrutta. Non riesco nemmeno a trattenere le lacrime e mi nascondo il viso con i capelli. Un gruppo di ragazzi mi prende lo zaino e alzo la testa di scatto. Jonathan. Il mio incubo, il mio tormento, la persona che mi fa più paura al mondo, eccolo qui. Vicino a meno di un metro di distanza che tiene in mano lo zaino. Cominciano a frugare nello zaino, sperando di trovare qualcosa. Ma c'è solo una penna e un foglio. Mi prendono il telefono e me lo bloccano a causa della password. Non mi alzo nemmeno, non ne ho le forze. Scoppio a piangere e scappo via. Scappo dalla mia amata scogliera. Scappo in questo unico posto in cui posso sentirmi al sicuro.
*Fine flashback*

"Beth..conosco quello sguardo"
"COSA?" alzo la testa di scatto e guardo Jonathan.
Tutti ci fissano e io nascondo la faccia nell'incavo del suo collo.
"Che avete da guardare razza di idioti?" chiede minaccioso il mio ragazzo.
"Ti porto via di qui" sussurra.
Mi accarezza la schiena e corre via. Usciamo dalla scuola e mi porta in quella casa in cui abbiamo creato la nostra isola felice. Scoppio a piangere e ci sediamo nella scalinata d'ingresso. Lui mi guarda negli occhi e gli spiego il flash. Sento un vortice di emozioni e non li trattengo. Piango ancora di più, mi arrabbio contro me stessa, schiaffeggio le spalle del mio ragazzo, forse urlo, ma non sento.
Jonathan mi abbraccia e io mi divincolo. Mi alzo in piedi e faccio una cosa di cui mi pento subito. Lo guardo con odio. L'odio che avevi riservato prima di innamorarmi. Tutto quel vortice che sentivo si spegne all'istante e le gambe cedono. Cado a terra e abbasso la testa.
"Mi dispiace.." sussurro. Jonathan mi prende in braccio e mi bacia tutta. Piano piano mi rilasso e lui sorride.
"È tutto finito amore" sussurra.
"Non voglio farti del male..ti ho guardato con odio"
"È vero, ma voglio ancora lo sguardo con cui mi guardi adesso. È amore. Ed è tutto quello che voglio"
Lo bacio con passione e lui mi accarezza le gambe. Sorrido e facciamo l'amore come la prima volta. Ci siamo solo io e lui, in un mondo solo nostro, io e lui contro tutto il mondo.

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