Capitolo 34

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"E quindi ragazzi studiate" dice il professore, ma io non lo sento nemmeno. Jonathan mi pizzica il braccio e sobbalzo. Trattiene a stento una risata e io con lui.
"A cosa pensi, piccola asociale?"
Gli tiro una pacca sulla spalla e gli porgo il foglio che ho sotto gli occhi. Dall'inizio delle lezioni non faccio che pensare al fatto di mio padre e, per non impazzire, ho disegnato tutto il tempo. I professori mi hanno rimproverato tantissime volte, sussurravo un "mi scusi" e continuavo l'opera. In realtà è una cosa molto semplice ciò che disegno: faccio degli scarabocchi, li decoro e ci do un significato. In uno di questi c'è anche il mio ragazzo. Jonathan osserva i fogli con attenzione e mi stringe la mano così forte da stritolarla, ma tutti i pensieri negativi lasciano posto ad un sorriso spontaneo che spunta sulle mie labbra. Mi arriva una pallina di carta in testa e la raccolgo. È Alexa: "Sei un'asociale assurda, signorina Wright. Dopo mi dici che succede. Non si discute. -A". Mi giro e le faccio il dito medio. In risposta, lei mi fa la linguaccia.
"E chi le capisce le ragazze..." Sussurra Jonathan. In risposta rido "E questo non togliertelo mai" mi fissa le labbra e me le accarezza con i pollici. Ci baciamo lentamente e partono i fischi da parte della classe. Contemporaneamente, io e Jonathan facciamo il dito medio.
"Cazzo, siete fatti della stessa pasta" afferma un ragazzo. Noi ci stacchiamo e strofino il naso contro il suo. Ecco la mia felicità.

"Mi puoi dire perché non stai attenta? Non è da te amore"
Alexa mi fissa e le racconto degli incubi. Lei mi abbraccia e scoppia a piangere.
"S-se solo p-potessi aiutarti..." Singhiozza la mia migliore amica. La prendo delicatamente per le spalle e la costringo a guardarmi.
"Fino a poco tempo fa ero sola" sussurro "I miei mi erano contro, non avevo amici e pensavo solo alla morte. Poi sei arrivata tu e successivamente Jonathan. Mi avete sconvolto la vita, mi avete tolto la lametta dalle mani e mi fate sempre sorridere, se non ridere. Credimi: sei tu che mi hai aiutata più di chiunque altro"
Jonathan mi abbraccia da dietro e mi bacia il collo.
"Sei fantastica Beth..." sussurra Alexa asciugandosi le lacrime.
"Ora basta essere melodrammatici. Andiamo al Mc Donald's che sto morendo di fame"
Il mio ragazzo mi prende sottobraccio e io faccio lo stesso con Alexa.
"Che bello essere la terza incomoda" la mia migliore amica alza gli occhi al cielo
"Taci. Sei la mia amica più cara che ho" le stampo un bacio sulla guancia e ci incamminiamo.
Con il senno di poi, posso dire che è stato un pomeriggio fantastico. Abbiamo scatenato una guerra di patatine contro Alexa e gli insulti da parte dei camerieri sono stati memorabili. Ora sono sul letto di Jonathan, stesa accanto a lui. Appena è tornato a casa, è crollato sul letto e si è addormentato. Adesso, da sola, con i miei pensieri non riesco a non pensare a lui. Il suo cuore batte regolare, il suo respiro è profondo e nel sonno sussurra spesso il mio nome. Lui è il mio angelo e come posso ora pensare al mio passato quando ho la luce vicino? Mentalmente mi canto le strofe di una canzone di Benji e Fede: "Succede tutto per una ragione e la ragione magari sei tu" e, con questo pensiero, cado tra le braccia di Morfeo sorridendo.

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