Non siate lettori silenziosi, per piacere.
A tale.
Appena mi svegliai mi girai verso la finestra, che intanto maledivo in tutte le lingue perché mi aveva svegliato con quel maledetto sole. Mi stropicciai gli occhi e mi guardai intorno, non riconoscendo minimamente la stanza in cui ero. Alzai di scatto le coperte, lasciando un sospiro di sollievo quando notai che ero vestita e cercai subito il mio cellulare. In pochi secondi collegai tutto e ricordai che in realtà ero a casa di Niccolò. Mi girai guardando affianco a me e non trovai nessuno, così mi alzai ed uscii dalla camera, trovando Niccolò seduto sul divano mentre guardava la televisione. Diamine, allora non avevo sognato.
«Buongiorno bella addormentata.» disse ironicamente a gran voce e mi resi conto che era lì, veramente davanti a me. Si alzò dal divano e si avvicinò abbracciandomi e lasciai andare le lacrime che trattenevo da troppo tempo. «Sembrava strano che non avevi ancora pianto.»
«Non prendermi per il culo.» sussurrai mentre stringevo la sua maglia tra le mie mani. In quei secondi, o forse pochi minuti, capii che non c'era posto più bello dove potevo stare, era proprio tutto ciò che volevo dalla vita. La tranquillità che sentii immediatamente appena posò le mani sulla mia schiena era l'obbiettivo di tutta la mia vita. Quando dopo poco mi allontanai mi asciugai le lacrime e lo guardai sorridendo. «Che ore sono?» domandai cercando di non sembrare troppo una cretina, anche se ormai penso sia inutile.
«Sono le due del pomeriggio.» rispose spostando i capelli dal mio viso. «Non ho mai visto così tanti capelli in una sola persona, soprattutto così lunghi.» aggiunse poi ridendo.
«Dovrei tagliarli ma non ho il coraggio.» ammisi sistemando la maglia, cercando di renderla più lunga dei miei pantaloncini di jeans che coprivano ben poco. «Comunque è tardissimo, dovrei prendere il treno.»
«Non puoi prendere l'aereo? I treni sono in sciopero.» ammise avvicinandosi alla cucina per girare la pasta.
«Non ho proprio un bel rapporto con gli aerei.» commentai prendendo il mio cellulare dalla tasca e cercai un treno per Napoli, ma non erano disponibili. «Cazzo, io domani ho un esame.» sussurrai cercando gli occhiali nella mia cartella, la piccola talpa in me stava implorando di averli.
«Porti gli occhiali?» domandò curioso mentre preparava i piatti. «Che carini.» commentò poi e gli feci il verso.
«Non sono questi i miei occhiali soliti, ma non voglio romperli.» ammisi tirando fuori un nuovo pantaloncino per cambiarmi. «Mi dai la maglia con scritto Ultimo?»
«Apri l'armadio e serviti.» rispose sedendosi al suo posto. «Ma si fa freddo.» disse indicando il piatto sul tavolo. Posai di nuovo i vestiti sul divano e presi posto di nuovo per mangiare. Il cibo prima di tutto.
«Se con la musica ti annoi puoi sempre diventare un cuoco.» commentai mentre lui rideva, accendendo la tv. «Mahmood.» indicai appena in tv passò il video clip di soldi.
«Lascio?» chiese posando il telecomando sul tavolo. «È una bella canzone.»
«Rosichi ancora?» domandai ironica mentre guardavo il video in tv, poi dopo pochi secondi, quando non sentii una sua risposta, mi voltai verso di lui che intanto mangiava con lo sguardo basso. «Guarda che non intendevo-»
«Non preoccuparti.» mi fermò, scuotendo la testa. Mi alzai velocemente dal mio posto prendendo il cellulare e cercai nei messaggi tutti i miei voti per lui a Sanremo, poi gli passai il cellulare. «Cos'è?» domandò confuso, scorrendo nella conversazione.
«Pensa quei voti sul mio cellulare, su quello dei miei genitori, mio fratello e la mia migliore amica.» dissi, riprendendo di nuovo il mio cellulare. «A volte mi escono commenti inutili.»
«Hai votato con tutti quei telefoni?» chiese curioso, quasi sembrava che avesse dimenticato il mio stupido commento.
«Altrimenti come ci arrivavi al 46%?» commentai ironica, muovendo i miei capelli.
«Dovrei aggiungerti al mio testamento, metà di quello che ho in pratica è pagato da te.» commentò coinvolgendo anche me nel sorridere, così lo spinsi di poco ma quasi cadde dalla sedia, facendomi scoppiare letteralmente a ridere. «Mortacci tua, me stavi a fa cadé!»
«Sto piangendo.» sussurrai mentre mi asciugavo le lacrime, continuando a ridere. Era il momento più comico della mia vita, mentre io ridevo lui si sistemava sulla sedia. «Ci voleva un video.»
«Ci mancava solo il video, già ho fatto un sacco di figure di merda.» mi riprese, indicando il misuratore di pressione proprio difronte a me sul tavolo.
«Il tuo compagno d'avventure, ho interrotto qualche pranzo romantico tra voi due?» domandai ridendo e lui alzò gli occhi al cielo, tornando a mangiare cercando di non sentire i miei commenti. «Tu metti il piatto in più per il misuratore di pressione, lo sappiamo.»
«Si e mi svegliava urlando bu, domandandomi se nun c'avevo voglia de misuramme 'a pressione.» aggiunse facendomi scoppiare a ridere ancora una volta. Mentre lui si alzava per sistemare i piatti io continuavo a ridere, così lui si allontanò per fumare. «Stai ancora a ride?» chiese a voce alta dal balcone ed io annuii girandomi verso di lui, notando che stava facendo un video. Mi alzai velocemente dal mio posto e mi avvicinai a lui con il misuratore di pressione.
«Ha mangiato con noi.» dissi piazzandola proprio accanto al suo viso. Niccolò alzò di nuovo gli occhi al cielo e posò la mano sul mio fianco per tirarmi verso di lui e riprendermi nel video.
«Speravo de morì prima.» disse concludendo il video mentre io mi nascondevo per ridere in santa pace.
«Ma poi devo metterti sta cosa nella bara? Così anche nell'aldilà ti misuri la pressione.» dissi ridendo e lui rilasciò il fumo proprio sul mio viso, facendomi allontanare tossendo. «Se lo fai di nuovo te la faccio salire io la pressione.»
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Tinkerbell; Ultimo
FanfictionCampanellino è la fata di Peter Pan. Viene descritta come una comune fatina che aggiusta pentole e bollitori da qui il suo nome "Tinker Bell". Qualche volta si dimostra maleducata e vendicativa soprattutto nei confronti di Wendy, gelosa delle speci...