Non siate lettori silenziosi, per piacere.
Aeroporto.
Niccolò's pov.
Mentre io sistemai la roba nel mio armadio, posando le valigie, guardavo Alessia che sistemava la sua valigia cercando di renderla più leggera.
«Domani mattina mi accompagni?» chiese poi, chiudendo la sua valigia.
«Certo, a che ora?» domandai sedendomi sul letto appena si propone di mettere in ordine lei i miei vestiti.
«Alle sette del mattino devo partire, quindi verso le sei.» rispose sbuffando. Sapevo bene che aveva paura di prendere l'aereo e questo mi faceva molto ridere, dato che aveva una fissazione simile alla mia per Peter Pan.
«Raccontami questa storia del ragazzo con una famiglia.» la incitai, rimanendo seduto ad osservarla. Mentre lei parlava, mi disinteressai completamente del discorso e mi concentrai soprattutto a guardarla. Ogni giorno mi rendevo conto del perché, tra miliardi di persone in uno stadio avevo scelto proprio lei. I suoi capelli erano raccolti in una coda disordinata e mi ricordava molto quando la vidi al concerto: sembrava veramente una scappata di casa, ma la cosa che più mi incuriosì furono i baci perugina che mi portò. Molte fan mi avevano portato dei regali, soprattutto quando riuscivano ad entrare nel backstage, eppure nessuno mai mi aveva regalato quello, né le fan né le mie ex fidanzate.
«Sono distrutta.» commentò poi, risvegliandomi dai miei pensieri, appena prese posto accanto a me.
«Ti porto il vino?» domandai stendendomi proprio accanto a lei. I suoi occhi subito si chiusero quando portò la testa sul mio petto e sorrisi. «Possibile che tu abbia sempre sonno?»
«Non è facile reggerti, soprattutto quando inizi a sclerare tu e la tua dannata pressione.» rispose alzando il dito medio, facendomi scoppiare a ridere. Ovviamente si riferiva alla scena di prima. «Quando hai mal di testa non devi cercare su google.»
«Mi faceva male la gamba dopo le ore in aereo, avrei potuto amputarla.» mi giustificai e anche se aveva gli occhi chiusi, so che li aveva alzati al cielo. «Comunque ora ho fame.»
«Hai un interruttore? Posso spegnerti?» domandò sbuffando, poi decise di alzarsi dal letto. «Le tue batterie si scaricheranno prima o poi.»
«Quando non ci sei faccio la carica extra per romperti di più.» ammisi, seguendola in cucina. «Mi piace esaurire la gente.» continuai portando le mani sulle sue spalle, portandola proprio davanti ai fornelli. «Cucini tu, cara mia.»
«Perché non mi fai la tua magica carbonara? Ne parli tanto.» disse prendendo la mia mano, spingendomi lei verso i fornelli.
«Però mi tieni compagnia.» dissi, facendomi spazio al suo posto. Lei annuì ridendo, prendendo poi il cellulare e si poggiò contro il mobile poco distante da me. Nei pochi minuti in cui non controllavo la pasta mi perdevo a guardarla mentre sorrideva guardando il cellulare oppure mi faceva qualche video.
«Niccolò a lavoro.» disse riprendendomi da vicino, cercando di darmi fastidio. «Dopo Sanremo andiamo anche a Master Chef?»
«Stronza.» risposi spingendola. La cena continuò tranquilla mentre guardavamo la tv e lei mi fece anche i complimenti per la pasta. Subito dopo decidemmo di infilarci sotto le coperte, dovendo svegliarci presto il giorno dopo. «Sei nervosa?» chiesi quando notai che non riusciva a trovare tranquillità, poiché non riusciva a fermarsi.
«Sono nervosissima, perché odio gli aerei.» rispose sbuffando, portando la testa sul mio petto, ormai come sempre. «Mi ricordo che in un intervista hai detto che gli aerei erano la rovina del tuo animo.»
«È stata una delle mie prime interviste, penso.» dissi sorpreso che ricordasse addirittura le mie parole. «Ora però riposa, che già sei difficile da contenere, non voglio pensare anche stanca.» la ripresi e lei, stranamente annuì, segno che la stanchezza iniziava a sentirsi e non aveva voglia di ribattere. Dopo un paio di minuti decisi di chiudere gli occhi anche io, preparandomi alla giornata di domani.
Appena suonò la sveglia mi alzai per prepararmi velocemente e preparare la colazione ad Alessia, che dopo essersi preparata non riusciva a stare ferma e camminava avanti e indietro nella cucina. Durante tutto il percorso in auto teneva ben stretta la mia mano e la sua gamba non smetteva un secondo di muoversi, facendomi anche innervosire ma non dissi nulla oppure rischiavo di morire.
«Ciao.» salutai la sua amica che sorrideva stanca, con degli enormi occhiali neri che le coprivano il viso. A differenza di Alessia, lei era completamente tranquilla mentre mangiava un cornetto, intanto Alessia cercava quasi di nascondersi tra le mie braccia, mentre mi abbracciava. «Tra poco devi andare.» l'avvisai, spostandole i capelli dalla fronte, asciugando poi le sue lacrime dalle sue guance. «Perché stai piangendo?»
«Non so se perché mi mancherai oppure per l'ansia.» rispose ridendo, alzando gli occhi al cielo. L'abbracciai di nuovo quasi trattenendo le lacrime per le sue parole, poi le lasciai un bacio sulla fronte prima che si allontanasse. Restai a guardare gli arei che partivano e sentii quasi come se una parte di me stesse andando via.
Ed ora?
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Tinkerbell; Ultimo
FanficCampanellino è la fata di Peter Pan. Viene descritta come una comune fatina che aggiusta pentole e bollitori da qui il suo nome "Tinker Bell". Qualche volta si dimostra maleducata e vendicativa soprattutto nei confronti di Wendy, gelosa delle speci...