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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Ho scritto una nuova storia su Niccolò che pubblicherò a breve ed ho deciso di pubblicare finalmente una storia che avevo scritto mooolto tempo fa, dopo un veloce rewatch di Harry Potter ne ho sentito l'esigenza: è una dramione e la trovate sul mio profilo. Mi farebbe molto piacere se passaste anche solo per un occhiata o una stellina per renderla più 'visibile'. Non vi costerà nulla se non pochi instanti. ❤️

In questo capitolo ci sono descrizioni forti, se non siete interessati passate oltre.

Mi piaceva anche questa camicia.

Guardai Niccolò accendersi la sigaretta mentre era poggiato al muro e lasciai perdere le voci che ci circondavano per godermi la visione del mio fidanzato con la camicia bianca intento ad aspirare il fumo regalandogli un aria da cattivo ragazzo

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Guardai Niccolò accendersi la sigaretta mentre era poggiato al muro e lasciai perdere le voci che ci circondavano per godermi la visione del mio fidanzato con la camicia bianca intento ad aspirare il fumo regalandogli un aria da cattivo ragazzo.

«Che succede, piccola?» sussurrò al mio orecchio appena notò il mio sguardo insistente su di lui. Socchiusi gli occhi poggiando il mento sulla sua spalla, lasciandomi circondare dal suo profumo, profumo di casa. Le sue dita tracciarono lentamente una linea dietro la mia schiena e vorrei tanto essere da sola con lui nella camera d'albergo perché le sue carezze erano diventate la mia dipendenza. Incrociai le mani dietro la sua schiena e quasi mi schiacciai contro di lui per averlo vicino, mentre le sue labbra vagavano sul mio collo rimarcando i vecchi segni della notte scorsa.

«Niccolò.» sussurrai con le labbra strette per trattenere i gemiti appena le sue labbra diventano più possessive, mordendo il mio orecchio. Lo sentii sorridere soddisfatto e vorrei allontanarmi per non fare la solita figura della scema ma non riuscivo a farlo, anzi mi alzai sulle punte per farlo continuare. Mi poggiò delicatamente sul muro dove poco fa era poggiato lui e portò le labbra contro le mie facendo evaporare tutti i problemi che mi stavo creando nella mente. In quel momento il mio interesse verso il resto del mondo era pari a zero, poteva guardarci l'intero stadio Olimpico e comunque sarei rimasta con le mani tra i suoi capelli mentre gli chiedevo di baciarmi ancora. Le sue mani si infilarono lentamente nelle tasche posteriori dei miei jeans e morsi con forza il suo labbro tra i denti quanto strinse la presa.

«Cazzo.» gemette riprendendo fiato per pochi secondi, il minimo indispensabile che gli concessi prima di tirarlo per il colletto della camicia verso di me. Attraverso i jeans sentii che qualcosa iniziò a spingere contro le mie gambe e sospirai cercando la lucidità per decidere se continuare e tornare in hotel come due assatanati oppure continuare il nostro giro turistico lasciando perdere questo momento. «Fermami adesso se non vuoi mandare tutto a puttane e tornare in hotel.» aggiunse dando voce ai miei pensieri, tornando a mordere il mio collo nel modo più sensuale che potesse esistere sulla faccia di questa dannata terra. Recuperai ogni piccola particella di forza nel mio corpo e mi costrinsi ad aprire gli occhi per guardarmi intorno e costatare che nessuno ci stesse guardando.

«Andiamo via, ti prego.» sussurrai ed in un istante mi sentii vuota perché si allontanò di scatto da me, prendendomi per mano. Non so come ma riuscì a mantenere la calma e si scusò con gli altri per la sua stanchezza che non gli rendeva possibile continuare il giro, recitò la sua parte fin troppo bene che i ragazzi sembrano quasi comprensivi e lo incitarono a ritirarsi. Tornammo lentamente in hotel e mi aggrappai letteralmente al suo braccio quando mi baciò di nuovo il collo mentre aspettavamo il semaforo verde per passare.

Con tranquillità camminammo nella hall dell'hotel, come se a lui non stessero esplodendo i jeans, e trattenemmo la calma anche nell'ascensore perché circondati da altre persone. Chiusi la porta della camera alle nostre spalle e tutta la calma che l'aveva trattenuto sembrò rimasta chiusa dietro la porta. La mia schiena sbatté contro il muro e non ebbi il tempo di lamentarmi che mi ritrovai il mio vestito per terra, probabilmente stracciato dato che vi erano vari bottoni per sbottonarlo.

«Era il mio vestito preferito.» commentai guardando con dispiacere per qualche istante poi riportai lo sguardo su di lui ed il mio umore cambiò. Faceva ancora strano vederlo così diverso, con gli occhi non sembrava più un bambino e dopotutto non sembrava nemmeno così timido.

«Non me ne frega un cazzo.» disse semplicemente spingendomi su una superficie che non riuscii nemmeno bene ad inquadrare, sentii solo milioni di cose cader per terra mentre spostava tutto ciò che incontrava con il semplice movimento del braccio. Prese possesso delle mie labbra ancora una volta, ed io cercai di spogliarlo, iniziando a slacciare la sua camicia ma la sua irruenza prese di nuovo possesso della situazione e la strappò lasciando saltare i bottoni in ogni parte della camera.

«Mi piaceva anche questa camicia.» commentai allontanandolo di poco e lui alzò le spalle disinteressato portando le mani sotto le mie gambe per spostarmi a suo piacimento sul letto.

«Ripeto: non me ne frega un cazzo.» disse con il suo solito sorriso da furbo stampato sul viso mentre si sbottonava la cinta ed il jeans. Mi godetti ancora una volta la visione del mio fidanzato a petto nudo e ringraziai la poca luce nascondere il mio imbarazzo appena notai che il suo sguardo non è più sul mio viso ma sul mio completino intimo, quello che Azzurra mi aveva regalato al mio compleanno, era sotto la sua più attenta perlustrazione. «Non so da dove iniziare.» ammise dopo pochi secondi lasciando poi svanire il suo viso tra i miei seni dedicandogli le migliori attenzioni.

«Lasciami intatto il completo, almeno.» sussurrai appena le sue mani arrivano sui miei slip e lo sentii annuire.

«Ovvio, dovrai rimetterlo così tante volte da consumare ogni cucitura.» ammise portando poi le mani sui miei fianchi per spingermi, facendomi stendere su un fianco. «Hai davvero un tatuaggio sul culo.»

«Nico.» gemetti sentendo le labbra lasciare una scia umida sul mio fianco ed i suoi capelli sparire dalla mia visuale. Stavo conoscendo la nuova parte di Niccolò e dovevo ammettere che non mi dispiaceva affatto, anzi.

«Risparmia la voce.» commentò ridendo e lo sentii mordere proprio sul mio tatuaggio, dove avevo scritto in inglese mordimi grazie ad una stupida scommessa persa con Azzurra, mai mi sarei pensata di aver il bisogno di ringraziarla. Lasciai perdere le preoccupazioni e strinsi il cuscino il più possibile per non urlare il suo nome, cosa che però non funzionò.

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora