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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

All you need is faith, trust, and little pixie dust.

All you need is faith, trust, and little pixie dust

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«Mortacci tua.» ripetè di nuovo Niccolò stringendosi nella sua felpa mentre aspirava la sua sigaretta. Guardai il tabellone ancora una volta e costatai che il binario in cui stavo aspettando era giusto, ma del treno ancora nessuna traccia.

«Quando te la porto questa felpa? Non potevi darmene una meno costosa?» domandai allungando le maniche della felpa, firmata Gucci. Quasi a toccarla avevo paura di romperla, in più era bianca.

«Ti sta bene.» commentò infilando le mani nei passanti dei miei pantaloncini mentre mi tira verso di lui, così da poggiare la testa sulla mia spalla. «Avvisami se ti sposti.»

«Dormi?» domandai e quando non sentii la sua risposta capii che se avesse potuto si sarebbe steso sul letto e avrebbe dormito fino al giorno dopo. Controllai il mio cellulare, che segnava le sette meno venti del mattino e sbuffai, tra sole tre ore sarei dovuta andare a fare l'esame ed ero ancora bloccata a Roma. Dopo lo sciopero di ieri speravo che oggi funzionasse tutto, ma nessun treno era partito.

«Dovevi prendere l'aereo.» commentò di nuovo Niccolò, quando mi sentì sbuffare di nuovo rumorosamente.

«Ho paura di volare.» ammisi sistemando gli occhiali sul mio naso. Sentii Niccolò ridere, mentre era appoggiato al muro con la schiena e con la testa sulla mia spalla e se solo non stessi ripetendo nella mia mente cosa dire all'esame sicuramente non sarei così calma.

«Tutto ciò di cui hai bisogno è fede, fiducia e polvere di fata.» disse ridendo, imitando una frase del film Peter Pan.

«Dormi Niccolò, dormi.» commentai poggiando la mano sulla sua guancia, cercando di non ridere. Lui chiude di nuovo gli occhi, così da farmi concentrare di nuovo sul display e ripetere nella mia mente. «Dice venti minuti di ritardo e non so se essere felice o triste.»

«Almeno il treno esiste.» commentò lui facendomi allontanare di poco per prendere le sigarette dalla sua tasca. Mi girai verso di lui, guardando attentamente ogni dettaglio mentre accendeva la sua sigaretta, poi mi tirò di nuovo verso di lui.

«Sai che ti fanno male?» lo informai con voce bassa, pentendomi subito dopo di averlo detto. Anche attraverso i suoi occhiali notai che alzò gli occhi al cielo, lasciando la presa dietro la mia schiena, così da farmi allontanare. Sospirai e cercai di riprendermi le mie parole, sapevo di non dovermi interessare di queste cose ma lui mi interruppe subito.

«Ci stanno facendo le foto.» disse alzando il cappuccio della sua felpa. Annuii, portando di nuovo lo sguardo sul display. Rimanemmo in silenzio per i successivi dieci minuti minuti, poi decise finalmente di tirarmi verso di lui di nuovo. «Non ci siamo fatti una foto in questi giorni.»

«Ce le stanno facendo, vengono sempre meglio le foto fatte da altri.» dissi incrociando le braccia dietro alla sua schiena. Era venuto il momento di andarmene ed io non ne avevo alcuna intenzione, stavo così bene tra le sue braccia.

«Devi andare.» sussurrò lasciandomi un bacio sulla guancia, ma io mi avvicinai di nuovo stringendolo tra le mie braccia e lui mi lasciò vari e veloci baci sulla guancia.

«Mi stai dando i bacini come fai nelle storie di Instagram.» commentai prima di allontanarmi. Lui rise sistemandomi il cappuccio sul capo, poi poggiò le mani sulle mie spalle per farmi girare e spingermi. «Me ne vado!» urlai camminando verso il treno.

«Non mi hai nemmeno detto come ti chiami su Instagram, rivoglio la felpa.» disse bloccandomi proprio sulle scale del treno. Presi il suo cellulare dalle mani e scrissi il mio nome su Instagram, seguendomi, poi gli lasciai il cellulare e salii sul treno. Mi misi vicino al vetro guardando Niccolò che intanto faceva le foto con le fan e lanciava qualche sguardo al treno sorridendo, quando partì mi salutò con la mano. Sorrisi veramente felice, poi presi il mio cellulare e tornai alla realtà, chiedendo alla mia migliore amica se poteva venirmi a prendere in stazione ed accompagnarmi all'università.

Azzurra:
In questi due giorni non mi hai nemmeno pensato.

Alessia:
Sai cosa ho fatto in questi due giorni?

Azzurra:
No... che hai combinato sta volta?

Alessia:
Tu portami il libro per l'esame e ti racconto per strada...

Azzurra:
Ma poi, perché sei in stazione?

Alessia:
Lascia perdere..

Chiusi l'applicazione dei messaggi e infilai le cuffie nelle orecchie, mettendo la riproduzione causale a tutti gli album che avevo. Ero così stanca, avevo bisogno di tranquillità per capire cosa era appena successo in questi giorni. Portai le mani sul mio viso quando ricordai come, pochi minuti fa, Niccolò mi stringeva tra le sue braccia con tranquillità e sperai che le ragazze presenti avessero fatto delle foto decenti, così subito andai a controllare su Instagram. Salvai quella più carina e la postai.

@tinkerbell:
Comunque vada con te. @ultimopeterpan

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora