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Non siate lettori silenziosi, per piacere.

Soprattutto vestito.

@ultimopeterpan:Allora vengo a prenderti io, non preoccuparti

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@ultimopeterpan:
Allora vengo a prenderti io, non preoccuparti.

Leggo di nuovo il messaggio dell'amico di Niccolò quando sto per arrivare alla stazione di Roma. Quel ragazzo in poco meno di un mese mi aveva preso il cervello e l'aveva buttato in un fiume con qualche pietra sopra così da non farlo riemergere, avevo preso più treni per lui in questo periodo che in tutto il resto della mia vita. Guardai il paesaggio di Roma, illuminato dalle luci della città e sentii il cuore battere molto più veloce del normale quando arrivai alla stazione.
Appena scesi dal treno presi un gran respiro, cercando di farmi forza poi mi si avvicinò subito un ragazzo sorridendo, che avevo già visto forse all'aeroporto ed in varie foto che postava Niccolò.

«Adriano, piacere.» dice allungando la mano verso di me, così che la potessi stringere. «Ti porto da quel pazzo, devi assolutamente vedere la situazione in cui si trova.» aggiunge camminando verso l'uscita. Sospiro di nuovo, seguendolo in silenzio non sapendo cosa dire.

«Come ha fatto ad ubriacarsi alle sei del pomeriggio?» domando poi dopo minuti di silenzio e lui scoppia a ridere. A volte dimenticavo che per loro era quasi normale vederlo perennemente ubriaco e che fossi l'unica a non volerlo vedere così.

«Eravamo in un bar, dopo il terzo drink ha dato di matto, penso abbia bevuto già prima a casa.» mi spiega ridendo. «L'abbiamo cercato per più di due ore, era seduto in mezzo le scale senza la maglia con il cellulare tra le mani e chiedeva di te, cercava il tuo numero in rubrica poi diceva 'ma lei non me l'ha detto' poi tornava di nuovo a cercarlo.» mi spiega, continuando a ridere. «Poi mi ha lanciato il telefono addosso e mi ha detto 'cercala e chiamala o non mi muovo' ed essere minacciato da uno come lui ubriaco, steso per terra è stato comico.»

«Quello è pazzo, lo sappiamo bene.» dico sospirando, poi appena guardo intorno noto che siamo sotto casa sua. «Scendo?» domando e lui annuisce, aprendo le sicure.

«Trattamelo bene.» aggiunge mentre chiudo la porta ed annuisco, sorridendo. Entro velocemente nel palazzo e raggiungo la porta di casa di Niccolò, già aperta con lui che mi aspettava di nuovo senza la maglia.

«Fa freddo, mettiti una maglia.» dico spingendolo in casa, guardandomi velocemente intorno per cercare una felpa oppure una maglia, ma l'unica cosa che trovo è un casino generale, di vestiti buttati a caso e pacchetti di sigarette finiti sul divano. «Hai fatto una guerra in questa casa?»

«Mi sei mancata.» sussurra abbracciandomi, portando le mani dietro la mia schiena. «Mi sei proprio mancata.» ripete di nuovo, poggiando la testa sul mio petto.

«Devi farti assolutamente una doccia.» commento lasciandogli un bacio sulla fronte, poi lo spingo per portarlo in bagno. «Forza, esci pulito e vestito.» dico chiudendo la porta del bagno dietro le sue spalle. «Soprattutto vestito!» urlo quando chiude la porta del bagno e lo sento ridere in risposta.

Riportai lo sguardo al salone, che era completamente sotto sopra e sospirai, avvicinandomi per mettere in ordine tutto. Tra i vari vestiti messi a caso sulle sedie, trovai anche una maglia bianca con il segno di un rossetto rosso sul collo. Decisi anche di preparare qualcosa da mangiare mentre aspettavo che Niccolò uscisse dal bagno, fortunatamente cantava a voce abbastanza alto così non avevo paura che fosse svenuto oppure altro.

«Finalmente cucini tu.» commenta affiancandomi. Riesce ad aiutarmi con i piatti, preparando anche la tavola e riusciamo a mangiare in tranquillità. Subito dopo mangiato Niccolò crolla sul letto, lasciando che il silenzio mi avvolgesse per poter pensare in tranquillità. Dovevo mettere tutti i miei pensieri al loro posto, volevo capire bene cosa stesse succedendo ma le decine di domande che mi giravano per la testa non riuscirono ad avere nessuna risposta anche dopo la notte insonne che stavo trascorrendo. Decisi di non mettermi nel letto con lui e di poggiarmi sul divano, ormai erano passate anche le quattro del mattino e avrei dormito davvero poco, sperando che le poche ore di sonno potessero portarmi qualche risposta.

Tinkerbell; UltimoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora